Red Bull era alle corde, ma la scuderia di F1 ha un certo Max Verstappen. Alla fine, è toccato al campione del mondo estrarre il coniglio dal cilindro per dare qualche speranza al team di Milton Keynes. Il disagio tecnico della RB20 patito nelle libere di ieri ha una natura conosciuta e, per certi versi, surreale. Sull’altare del saving economico imposto dal budget cap, si è scoperto che la squadra austriaca non ha realizzato un’ala posteriore specifica per i tracciati iper veloci, come Monza e Las Vegas, dove la velocità di punta è essenziale per trovare la performance.
Alla luce di questa evidenza, è necessario riconsiderare il risultato conseguito dal campione olandese in Nevada, inizialmente attribuito a una prestazione individuale opaca. Vedere i meccanici del team campione del mondo in carica sagomare l’ala posteriore per ridurne la resistenza all’avanzamento è una scena che ricorda i test invernali o addirittura la F1 degli anni ’80 e ’90. Come spesso è accaduto in questa stagione, la notte tra il venerdì e il sabato è stata dedicata all’analisi dei dati acquisiti dai due piloti e alla modifica del setup della monoposto per cercare di potenziare il rendimento.
La RB20 è stata, in pratica, “rivoltata come un calzino”, perché nelle prime due ore di prove libere non risultava competitiva, soprattutto nei segmenti più veloci. Grazie alle modifiche al setup elaborate al simulatore, Verstappen ha dimostrato ancora una volta la differenza tra un fuoriclasse e un onesto professionista del motorsport. Per Sergio Pérez, invece, è arrivata l’ennesima eliminazione in Q1, un risultato troppo deludente per essere attribuito esclusivamente ai difetti dell’ultima creatura di Adrian Newey. Al contrario, Max ha issato la monoposto numero 1 al quinto posto.
Lo ha fatto sopravanzando Lando Norris, il suo diretto rivale per il titolo di F1 (lo è mai stato?). Un risultato decente, che lo pone in una posizione ideale per impostare la gara su Lando per preceduto al traguardo e conquistare la quarta corona iridata. Il risultato non soddisfa il fuoriclasse dei Paesi Bassi. Mercedes, Ferrari e la stessa McLaren rischiano di fare gara a parte, uno scenario che lo preoccupa in ottica futura. Infatti, se è vero che la quarta corona iridata, salvo cataclismi, è ormai cosa fatta, in chiave 2025 il divario tecnologico con la concorrenza inizia a diventare allarmante.
F1.L’evidenza del disagio tecnico della RB20 nelle parole di Max Verstappen
Al figlio di Jos importa poco festeggiare il titolo piloti di F1 nella giornata di domani: il vero dilemma è constatare, ancora una volta, che lo sviluppo della Red Bull RB20 non ha prodotto un vantaggio prestazionale significativo. Per quanto riguarda la stretta attualità, l’assenza di una specifica di ala per adattare le monoposto austriache ai tracciati a basso carico, trova riscontro nelle velocità di punta fatte registrare dal campione di Hasselt:
- 15esima nella “finishing line”
- Decima nel primo intermedio
- Undicesima nel secondo intermedio
- Ottava nella “Speed Trap”
Un handicap che potrebbe condizionare in modo significativo la gara del leader della classifica iridata, costringendolo a guardare più negli specchietti che a impostare una gara di testa. È paradossale che l’altro team della famiglia Red Bull registri velocità di punta superiori in quasi tutti i punti di rilevazione del circuito. L’olandese non è molto fiducioso nemmeno riguardo al passo gara, dato che il degrado gomme è iniziato in anticipo rispetto alla concorrenza. Il campione del mondo ha ammesso che la monoposto è molto difficile da guidare, un problema che a suo avviso deriva da un solo fattore: le gomme.
Coperture difficili da portare alla corretta finestra di funzionamento, sia su un giro singolo che su un intero settore. Verstappen ha confermato che sono mancate sia l’aderenza sia la velocità massima, a causa di un’ala posteriore non adatta alle caratteristiche del velocissimo circuito di F1 cittadino del Nevada. Tuttavia, la problematica era nota già prima dell’inizio delle qualifiche, e il campione classe 1997 ha semplicemente cercato di massimizzare il risultato, come ha dichiarato con un certo disappunto.
Il pilota olandese di F1 non nutre grandi aspettative per la gara di domani, poiché i long run sono stati negativi e sarebbe sorprendente riuscire a lottare per un obiettivo più ambizioso rispetto a quello ottenuto in qualifica. Infine, Verstappen si è soffermato sull’opportunità mancata di progettare e realizzare un’ala specifica per Monza e Las Vegas. Ha definito questa decisione del team da riconsiderare, sottolineando quanto sia frustrante correre con una tale limitazione, pur comprendendo che, sotto la scure del budget cap, questa scelta è in parte giustificabile.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull– F1Tv