Verstappen, ancora lui. Con Red Bull sono 4 titoli piloti in F1. Las Vegas è stato un ottimo campo di prova per testare chi può e deve fare parte di questo grande progetto e chi, invece, può tranquillamente lasciare il sedile a qualcun altro. Nel corso di questo campionato, Sergio Perez non è stato particolarmente brillante; anzi, non è stato di certo d’aiuto al compagno di squadra. Diversi incidenti e di certo evitabilissimi errori sono stati la causa principale della probabile rottura tra il team austriaco e il suo pilota. Il suo essere “maldestro” (lo si dice per dire, chiaramente) non ha arrecato danno soltanto a lui, ma anche a tutta la scuderia.
Il budget cap a disposizione della Red Bull si è notevolmente ridotto, quando è stato “devoluto” in larga parte ad aggiustare i danni provocati da Checo. La scuderia ha quindi sofferto grandi problemi tecnici, di cui sicuramente Max non poteva dirsi contento. Lui, che sudava ogni tuta, ogni singolo centimetro di pista, vedeva “quasi” vanificati i suoi sforzi a causa del compagno di squadra, con il quale l’anno precedente aveva, se non fatto faville, di certo difeso bene almeno la sua posizione. Il decimo posto spillato a Fernando Alonso praticamente all’ultimo giro di Las Vegas ne è la prova.
Perez non è stato in grado di supportare al meglio la squadra, portando a casa punti importanti come macigni, in grado di influire pesantemente sulla classifica costruttori. Una cosa è certa: il messicano cammina sul filo del rasoio già da molto tempo ormai, e del suo destino si deciderà quanto prima. Ai microfoni dei giornalisti, Helmut Marko, che, come ben sappiamo, non le manda a dire, spiega che un incontro con gli azionisti del team dopo il Qatar deciderà la sorte del pilota originario di Guadalajara. E, alla fine, se posso permettermi un’osservazione personale, ne va anche del prestigio della scuderia di F1.
Il peso che un sedile può o meno avere dipende anche dal pilota che ci siede sopra e, oltre alla paura di perdere altri campionati trascinandosi una palla al piede e di vedere andar via un talento del calibro di Max Verstappen, si aggiunge sicuramente anche quella di perdere la fiducia di sponsor e personaggi rilevanti. Perché si sa, la fiducia è come un’onda: il successo arriva finché riesci a cavalcarne la cresta, dopodiché ti devi reinventare. Red Bull dovrà farlo già dal prossimo anno. Poi, con l’arrivo del nuovo regolamento 2026, molte cose cambieranno e alcune squadre potrebbero emergere a discapito di altre.
Tra i favoriti ci sarà ancora Red Bull? Mah, credo che sia questa la domanda che arrovella la mente di Horner da ormai diverso tempo. Per trattenere un fenomeno come Verstappen, fresco fresco del suo quarto titolo mondiale, servono delle buone basi, seguite a ruota dalle garanzie, queste sconosciute, in questo momento, in F1. Super Max è di certo un pilota da non sprecare. Sicuramente non aveva la macchina migliore, quest’anno, ma il suo grande talento, la sua capacità di ottimizzare i risultati e di interpretare la vettura hanno fatto tutto la differenza del mondo.
Senza contare i numerosi errori della McLaren, spesso incapace di sfruttare appieno il suo potenziale. Possiamo parlare, inoltre, della “classica partenza decapitata” alla Lando Norris e così via. Verstappen è riuscito comunque a difendere a denti stretti il titolo mondiale, forse il più bello, racconta ai giornalisti, e con un sorriso velatamente polemico risponde alle domande di Brown, il boss del team di Woking che a suo tempo lo aveva stuzzicato. Lui, come tanti altri che, nel corso delle ultime due stagioni di F1, hanno cercato di sminuire le sue gesta al volante della Red Bull.
Brown, dicevamo, aveva detto che in molti avrebbero potuto vincere al posto suo. Beh… la risposta dell’olandese non arriva solo dalla pista. Max si toglie il classico sassolino dalla scarpa, facendo sapere al manager americano che “la stagione è stata un po’ diversa”. E poi continua, nel corso dell’intervista, rispondendo alla domanda se qualche altro pilota sarebbe stato in grado di vincere il campionato sulla sua Red Bull. Lui replica così: “Beh, qui a Las Vegas siamo nel posto giusto per tale quesito, perché si può scommettere. Posso dire solo che auguro a loro (McLaren) la migliore fortuna…”
E ancora una volta emerge maestoso il carattere di Max, un tratto distintivo, d’altronde, dei Verstappen e che, effettivamente, in questa Red Bull versione 2024, ora, sembra stare un pochino stretto. L’olandese avrebbe potuto vincere pure al volante della McLaren o della Ferrari, secondo le sue stime. E se nel primo caso siamo certamente d’accordo, nel secondo facciamo un po’ più fatica a credergli. D’altra parte, la rossa, per un certo numero di corse, tipo 6 o 7, era piuttosto persa. Non aveva il passo per stare davanti. Magari lui ce l’avrebbe fatta eh, chissà…
Mancano ancora due gare al termine della stagione di F1. Due eventi dove farà presenza pure la Sprint Race. E Verstappen correrà più sciolto, senza l’assillo sulla schiena di difendere un titolo ormai già in tasca. E allora ne vedremo delle belle, sì, perché il nativo di Hasselt non starà certo a guardare gigioneggiando. Non è il suo stile. Vorrà ancora vincere e approfittare di chi qualcosa ancora si sta giocando: quel titolo costruttori che la Red Bull ormai guarda con il binocolo e che poteva vincere pure quest’anno con un pilota numero due decente. In pratica, gli altri diciotto della griglia tranne Perez…
Autore: Elisa Cuboni
Immagini: McLaren – F1Tv