Formula 1

F1, la “formula gomme” che non piace affatto ai team

Durante i test post stagionali nella pista di Yas Marina, le varie scuderie di F1 hanno avuto la possibilità di utilizzare una nuova gomma della gamma Pirelli: la C6. Lo scopo era raccogliere dati per capire il suo comportamento in pista. Pare infatti che, come possibile obiettivo, ci sia quello di valutare l’introduzione di un’ulteriore mescola da aggiungere alla gamma attuale. Una copertura che possa offrire un quantitativo di aderenza superiore per determinati circuiti. Si è parlato parecchio di questa tematica in passato, ma non aveva convinto tecnici e piloti, riducendo appunto il range delle “calzature”.

A consuntivo dei test svolti nella giornata di ieri, Mario Isola ha parlato in linea generale della giornata. Anzitutto, le condizioni ambientali erano perfette per questo tipo di prova su pista, elemento che non va assolutamente trascurato. La raccolta di informazioni è stata davvero importante, sia per gli ingegneri della Pirelli sia per quelli delle altre squadre. Mario ha fornito i primi feedback sulle gomme 2025, sostenendo che abbiano una resistenza meccanica superiore. Un traguardo ambito e, a quanto pare, raggiunto dall’impresa che ha sede nel quartiere della Bicocca a Milano.

Un fattore cruciale, in quanto consente di ridurre il degrado termico del battistrada. Per quanto concerne invece la problematica legata all’overheating, avere dei ragguagli mirati è decisamente più complicato, poiché il sol leone presente nel paese degli Emirati Arabi non ha consentito di effettuare una valutazione congrua su questo fenomeno. Si parla poi del gap prestazionale tra le tipologie di gomme, che tra le C2, C3, C4 e C5 pare possa essere più coerente rispetto al recente passato, con una differenza di rendimento che si attesta circa sul mezzo secondo.

tempi dei test post stagionali di Abu Dhabi

C’è pure il feedback sulla sopracitata C6. Informazioni che, tenendo presente le caratteristiche della pista, specie nel terzo settore dove il livello di energia immesso sulle gomme è parecchio alto, hanno mostrato un consumo delle coperture piuttosto elevato. Per tale ragione, valutando la possibilità di inserire questa mescola nella gamma, si devono realizzare analisi alquanto accurate, nel tentativo di individuare i tracciati che potrebbero adattarsi meglio a un potenziale utilizzo. Questo il pensiero di Pirelli che nelle prossime settimana farà sapere qualcosa di più al riguardo.

F1, Pirelli pensa di allargare la gamma con la C6

La C6 è stata dapprima pensata e poi costruita per i circuiti cittadini, dove l’extra grip offerto da una gomma del genere potrebbe aiutare l’handling dei piloti e fornire più spettacolo in pista. A questo punto un quesito sorge spontaneo. Una domanda che riguarda appunto la volontà di ampliare nuovamente la gamma di pneumatici Pirelli. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra testata, infatti, tramite alcuni feedback forniti in pista da diversi protagonisti del paddock, pare che non ci sia una grande apertura verso questa idea di Pirelli.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 – Test Abu Dhabi

I team, al contrario, sarebbero più contenti di restringere il range delle gomme per una semplice ragione: evitare di avere una gomma supplementare da studiare. È risultato infatti già molto complesso per le squadre capire alla perfezione i compound presenti nel 2024. A conferma di quanto detto ci sono i vari problemi di attivazione osservati durante le qualifiche, dove anche le scuderie più preparate troppo spesso non riuscivano a capire come farle funzionare a dovere. Una tematica che disturba, in quanto non “accendere” le gomme significa perdere anche un secondo di prestazione.

Un ciclo di isteresi già abbastanza complesso, dove nell’outlap, momento in cui avviene la deformazione della mescola, sono sorti una miriade di problemi inattesi. Lo stesso ragionamento vale per i long run che compongono una corsa. Stint di gara dove bisogna avere una cura estrema durante la prima fase di vita dello pneumatico, per garantire che il rendimento non svanisca. E, in effetti, questa dipendenza non è un bene per la F1, che di per sé possiede una moltitudine molto vasta di parametri da considerare e tenere sotto controllo. Il tutto senza contare un fatto.

Non sembra poi così corretto che una vettura di F1 che usa le gomme meglio di un’altra vada decisamente più forte, anche se di base il suo livello di rendimento è più basso. Una variabile che non è necessaria. Già ci pensa Liberty Media a creare uno “spettacolo di plastica cromato”. Una “formula gomme” che non piace all’interno del paddock. Allargare la finestra operativa di una F1 per usare altre gomme non serve. Complica tremendamente il lavoro e rischia di falsare i valori in pista. Nel nostro ragionamento ci teniamo a sottolineare un fatto, però.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in sella della SF-24 – Test Abu Dhabi 2024

La nostra non è una critica mossa verso Pirelli. Sappiamo bene come lavora l’impresa italiana. Il gommista della F1 studia e produce le gomme in base a quello che la massima categoria del motorsport richiede. Lo fa considerando richieste specifiche che molto spesso sono davvero difficili da raggiungere. Ciò malgrado, in estrema sintesi, in questa F1 intricata forse servirebbe semplificare le cose e non renderle più impegnative, dando vita a potenziali problematiche. L’importanza delle gomme è già troppo alta, attualmente. Aumentarla ancora è un esercizio che ci sembra inopportuno.

Autore: Zander Arcari – @berrageiz 

Immagini: Ferrari – F1Tv

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Zander Arcari