Il mondiale 2024 appena concluso ha visto la Ferrari grande protagonista fino a fine stagione. Una lotta nel campionato costruttori con la McLaren che ha sancito come la Scuderia di Maranello abbia compiuto un passo avanti non indifferente rispetto alle ultime annate. Per la prima volta infatti da quando l’era ibrida è presente in F1, il team del Cavallino Rampante si è giocato un titolo fino al traguardo dell’ultima gara.
Nulla per il quale valga la pena festeggiare, questo è fuor di dubbio e il buon Leclerc ci ha tenuto a ribadirlo subito dopo la gara di domenica scorsa ad Abu Dhabi. Innegabile però come i miglioramenti di questi ultimi due anni siano tangibili, anche perché si veniva da una gestione davvero disastrosa, dove sia il lato tecnico che quello comunicativo hanno peccato e non poco.
Parliamo ovviamente di Mattia Binotto, ex team principal della Ferrari e ora uomo di punta di Sauber/Audi per l’arrivo della casa dei quattro anelli in F1 nel 2026. L’ingegnere occhialuto, dopo una vita ricca di soddisfazioni a Maranello, ha scelto la strada del potere alla fine del 2018, tanto da essere promosso a capo della Gestione Sportiva al posto di Maurizio Arrivabene, con tutte le conseguenze del caso.
A parte una prima metà di 2022, dove la macchina aveva ben interpretato gli albori dell’attuale regolamento tecnico, la gestione del ricciolino reggiano è stata pessima sotto ogni punto di vista: non parliamo soltanto della questione tecnica, ma anche di quella comunicativa, perché il ruolo di un team principal è anche questo, ovvero saper parlare alla stampa, ai tifosi e controbattere a dovere le parole dei colleghi.
Ferrari, Binotto non ha niente di meglio da fare?
La Ferrari targata Mattia Binotto è stata un autentico disastro: tre vittorie nel 2019, quattro nel 2022, poi il nulla cosmico. Un 2020 con un motore azzoppato dalla FIA perché, evidentemente, non risultava essere del tutto regolare l’anno prima. Una gestione dei piloti da mani nei capelli, come il discusso addio di Vettel, con il tedesco che ha sbugiardato l’ingegnere reggiano sulle modalità del mancato rinnovo, per non parlare dei torti fatti a Leclerc nel 2022 per favorire Sainz, vedi Silverstone, con le patetiche scuse della track position, un fattore che nella F1 attuale viene sovrastato dalla necessità di avere la gomma più performante.
Insomma, l’arrivo di Vasseur è stato un toccasana per tutto l’ambiente, devastato anche da una vettura 2023 scarsissima, ultimo lascito del lavoro fatto da Binotto, il quale però, sempre stando alle sue pecche comunicative, nel mese di ottobre affermò in un’intervista al Corriere della Sera che, se fosse stato lui in Ferrari, non avrebbe mai preso Lewis Hamilton.
“Non lo avrei preso, ma ha fatto bene a cogliere l’opportunità – disse Mattia -. Condivido la sua decisione, considerando che la Ferrari aveva già puntato su altri piloti. Se il talento è Leclerc, credo che debba essere lui a essere guidato verso il raggiungimento dell’obiettivo”. Una dichiarazione che insomma lascia il tempo che trova, anche perché Sainz, suo pupillo evidentemente, è stato fatto fuori dal progetto rosso proprio per far spazio a un sette volte campione del mondo.
Ferrari, l’eleganza e l’ironia di Vasseur
In quel momento la Scuderia di Maranello era nel bel mezzo della lotta mondiale, si stava rilanciando con le vittorie americane di Leclerc e Sainz a Austin e in Messico, quindi non c’era il tempo per rispondere, qualora ce ne fosse la voglia, alle dichiarazioni di un membro di un altro team. A motori spenti e giochi fatti quindi, Frederic Vasseur ha avuto il tempo di dire la sua in merito a quelle dichiarazioni, stuzzicato dai colleghi de La Stampa.
“Non credo che Hamilton sarebbe andato alla Sauber – commenta con la solita ironia il francese –. È interessante notare quante persone abbiano tempo per commentare le nostre scelte, mentre io rimango concentrato sul nostro lavoro. Quando ero in Sauber, non mi permettevano di parlare della Ferrari. Lewis sta vivendo una situazione complicata, dopo una lunga collaborazione, ed è comprensibile che ci sia un po’ di frustrazione. Sapeva bene che questa non sarebbe stata una stagione facile”.
Anche stavolta dunque una vera e propria lezione gratuita di Fred al buon Binotto, il quale evidentemente non aveva cose più importanti alle quali pensare. Il manager francese sta continuando a ristruttura un team che lo stesso ingegnere reggiano aveva lasciato a pezzi. Ci vuole tempo, ma crediamo fortemente che un pilota così importante come Hamilton, fino a un paio di anni fa, non avrebbe nemmeno lontanamente immaginato di lasciare la Mercedes per sposare la causa Ferrari. Qualcosa è cambiato, in positivo, a Maranello.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari – Stake Sauber F1 Team