Atto finale del mondiale di F1, dove Ferrari lotta per il titolo. Nonostante si tratti del mondiale costruttori, stavolta a giocarselo sono due tra le scuderie che hanno scritto la storia della massima categoria del motorsport. Una rivalità che ha scritto alcune tra le pagine più importanti. Per quanto riguarda il team di Maranello sono passati ben dodici anni da quando Alonso era ancora in lizza per il titolo, in questo caso piloti, in una bagnatissima gara in quel di Interlagos. Razionalmente, il distacco del Cavallino Rampante dal team di Woking nei costruttori è ampio.
Infatti nemmeno una doppietta con giro veloce annesso potrebbe essere sufficiente per scavalcare la scuderia diretta da Andrea Stella. Inoltre va pure acclarato un fatto all’interno di questo scenario competitivo: l’obiettivo assumerebbe i contorni di un’impresa epica se si considera che, nelle precedenti quindici edizioni del Gran Premio di Abu Dhabi, le rosse non hanno mai tagliato il traguardo di Yas Marina per prime. Sebbene prima o poi la volta buona potrebbe arrivare, sostenere che possa essere quella di domenica prossima con tanto di doppietta non è poi così semplice.
Insomma, per farla breve, va detto che la Ferrari non è padrone del proprio destino. Serve una grossa mano dalla McLaren che dovrebbe commettere degli errori o in linea generale non essere capace di ottimizzare il rendimento e di riflesso il risultato sul campo. A livello storico, dal lato dei risultati, il tracciato di Abu Dhabi è stato indigesto al leggendario team italiano. Tuttavia, come detto, in questa stagione molti pronostici sono stati sistematicamente sovvertiti. Per questo ci chiediamo: è possibile giudicare la stagione della rossa indipendentemente dal verdetto del round finale?
I giudizi al termine del Gran Premio di Abu Dhabi rischiano inevitabilmente di essere influenzati dalla classifica finale nel campionato costruttori. Per tale ragione una valutazione del mondiale sul Cavallino Rampante, scevra dalla componente emotiva, non può che essere fatta alla vigilia dell’ultima tappa di questa lunghissima stagione. Come sempre, la misura di qualsiasi risultato è funzionale al metro di paragone. Se il termine di riferimento è la passata stagione, il consuntivo della scuderia diretta da Fredric Vasseur non può altro che essere senza dubbio alquanto lusinghiero.
Cinque vittorie in una stagione non venivano arrivavano dal 2018 (in quell’annata furono sei, nda). Dopo il primo anno di assestamento, il responsabile della Gestione Sportiva ha preso le redini della scuderia italiana. Ciò non ha comportato esclusivamente una rivoluzione sull’assetto organizzativo, ma bensì pure a una nuova mentalità votata al rischio, piuttosto che restare nella propria “comfort zone”. Mossa che ha consentito di accelerare i tempi di sviluppo sulla SF-24, in alcuni casi con successo, altri meno, come accaduto in occasione dell’importante update introdotto in Spagna.
Nonostante l’impossibilità di lottare per i titolo piloti, tra i “due Carlo” ci sono stati diversi momenti di tensione, che sono comunque rientrati grazie alla abile regia del manager di Draveil. Se il termine di paragone è invece la concorrenza del 2024, la valutazione sulla Ferrari è leggermente diversa. La rossa ha saputo fare meglio di Red Bull che per due terzi della stagione ha corso con un solo pilota. Anche Mercedes è stata staccata, grazie alla maggiore continuità delle rosse rispetto alle frecce d’argento, capaci di accendersi solo grazie a determinate condizioni ambientali.
Ma lo step prestazionale della McLaren resta tuttora quello più impressionante, rispetto alla passata stagione. La netta sensazione, è che le monoposto color papaya siano complessivamente le vetture più competitive del lotto, nonostante ci siano stati quattro team capaci di vincere almeno quattro gare. Nonostante i piloti non siano stati all’altezza del mezzo, il team di Woking è lì in cima alla classifica senza grande affanno e questa rappresenta la nota dolente per la scuderia italiana, in quanto la rossa poteva e doveva fare senz’altro meglio.
Se il team diretto da Stella dovesse laurearsi campione del mondo di F1 la beffa sarebbe enorme. Parliamo di un team che non vince un mondiale costruttori da quando Verstappen e Leclerc avevano un anno. Alzi la mano chi pensava che lo storico team inglese potesse conseguire un simile risultato, prima del Cavallino Rampante, che nonostante tutto degli sprazzi di competitività nell’ultimo decennio li aveva comunque espressi. Il giudizio finale: la Ferrari è cresciuta in modo tangibile ma una eventuale sconfitta per mano della McLaren farebbe assai male….
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Ferrari – McLaren – F1Tv