FIA e Ferrari: le cose che non scriverò contro. Non dirò quel che penso della Federazione Internazionale. E di alcuni atteggiamenti del team di Maranello. E’ vero, a Natale siamo tutti più buoni. Giuro! Quindi non dirò quel che penso dell’organo legislativo. E di alcuni atteggiamenti Ferrari. Non dirò che, a proposito di FIA, penso sia sempre più un vecchio arnese ingolfato dalla burocrazia (da “buona” tradizione del direttorio europeo). Burocrazia che essa stessa ha creato, vedi regolamenti a prova di pazzi o scienziati, scegliete voi.
E non dirò, anche se lo penso, che la Federazione franco-inglese-araba sia diventata più un ostacolo che un aiuto allo sviluppo del Motorsport, soprattutto se parliamo di ruote scoperte, in particolare della Formula Uno. E non dirò che non sarebbe un’eresia che FIA e F1 si salutassero, e ognuno per la sua strada. E non dirò che l’attuale presidenza sembra davvero una delle meno entusiasmanti e più dimenticabili della storia della FIA tanto che, udite udite, ci toccherà a breve pure riabilitare addirittura Balestre. E Mosley, al confronto con l’oggi, sembra quasi uno statista.
E non dirò, proprio perché siamo tutti più dolci e leggeri, a Natale, che ci sono cose talmente ridicole da farti pensare che se vengono mantenute forse c’è uno strano virus che colpisce i vertici della Federazione. Come, ad esempio, non avere un collegio giudicante che sia composto da steward di professione, sempre gli stessi… cosa banalissima e quasi automatica quando uno sport diventa mondiale davvero, fa numeri da capogiro, è la summa della tecnologia motoristica ed elettronica, ha i piloti migliori al mondo e via discorrendo.
E non dirò che in pochi anni sono saltati direttori di gara manco fossero gatti in tangenziale. E non dirò che mi pare incredibile che il presidente Ben Sulayem, quello della Renault distrutta dopo duecento metri in circuito, se ne esca con un botta e risposta con i piloti per le “parolacce” e soprattutto con un dialogo surreale, sempre con loro: “Bella idea quella dei commissari professionisti, ma dovete pagarli voi”… sintesi mia ma il sugo, direbbe Manzoni, quello è. E non dirò di quanto penso, la Ferrari, sia supina (ma il pensiero sarebbe molto più esplicito e scurrile) alla Federazione.
E non dirò che penso sia, forse, questa posizione sempre così legalista ed ortodossa, per un patto non scritto che potrebbe avere a che fare con la paghetta annuale che riceve comunque vada dalla matrigna FIA; né dirò che tale linea di condotta prona origini dagli ultimi anni della presidenza Montezemolo e, forse, eccettuata la breve era Marchionne, ha una sorprendente e costante continuità. Così, non dirò che non sono affatto stupito dalle parole del bonario curato di campagna che, solo quando vuole, gronda bontà da tutti gli artigli, alias Federico Valvassore, quando afferma, questa volta sì con fare ecumenico:
“La Formula Uno è anche questo, spingersi al limite e oltre, non tocca a me parlare o lamentarmi. Per questo c’è la Federazione, che va rispettata come un arbitro nel calcio“. Intervista concessa alla Stampa relativa alla contestata ala posteriore McLaren e alla mancata penalizzazione degli uomini di Stella. E non dirò che magari ogni tanto bisognerebbe fare domande scomode anche alla Ferrari. E non dirò che non si fa anche perché fra poco a Maranello c’è il pranzo natalizio e si fa a gara e spintoni per essere invitati (e qui, magari, sono anche un pelo invidioso).
E non dirò che non aggiungerò altro, perché “a buon intenditor poche parole”. Non dirò che magari una Ferrari meno supina o “spiaggiata” a Place de La Concorde avrebbe fatto maggiori pressioni per far sanzionare la rediviva McLaren, e non ci sarebbe stato nulla di scandaloso, né dirò che anche così la rossa avrebbe potuto giocarsi meglio le chances, comunque poche ad essere onesti, di vincere il costruttori. E non dirò che gli altri team non ci avrebbero pensato un millisecondo a rompere le scatole, a urlare e sbraitare contro Maranello, come d’altronde hanno sempre fatto.
E non dirò che, almeno dall’era turbo ibrida, la Ferrari fa spesso figure di palta. Nel senso che tutti si muovono nelle cosiddette zone grigie, ma solo una scuderia viene regolarmente sanzionata e bastonata, una scuderia che ha in effige un Cavallino Rampante… E non dirò che questo finto buonismo fra team ha rotto le scatole, proprio perché ora l’aria natalizia mi ha ingentilito il cuore.
E, per concludere, non dirò quanto mi sembri banale e anche risibile il parallelo fra arbitri, calcio, Federazione internazionale dell’automobilismo e Formula Uno, nella succitata intervista di Frederic Vasseur. Ecco: l’arbitro. Come in una partita di Serie A con il Var. Notoriamente senza alcuna polemica e errore. Giammai. E il resto è noia. Tutte queste cose le penso ma non le dirò. Perché a Natale siamo tutti più buoni…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV