McLaren ha tenuto vivo il titolo costruttori in F1 grazie alla penalità di Norris. Un’ingenuità che è costata molto cara alla scuderia di Woking, che, a Yas Marina, dovrà comunque arrivare sul podio per essere sicura di portarsi a casa l’iride. Considerando il rendimento delle monoposto color papaya non dovrebbe essere complicato. D’altra parte, le due MCL38 hanno tutto per eseguire un weekend importante e puntare pure alla vittoria. Ovviamente, gli errori non sono più concessi. Ci sarà tutto il tempo per sistemare la vettura, considerando il ritorno al format normale che prevede tre prove libere.
La storica scuderia britannica non vince un campionato dal 1998, quando fece più punti della rossa e si portò a casa il trofeo dei più bravi. Ventisei stagioni dopo, ha la chiara occasione per tornare nell’olimpo della F1. McLaren non era partita ai nastri di partenza del mondiale con questo obiettivo, ma, nell’arco della campagna agonistica, la bontà del progetto ha proiettato il team verso l’alto, il tutto approfittando dell’imbuto tecnico in cui è scivolata Red Bull e dell’inconsistenza della Ferrari, che ha buttato alle ortiche almeno tre mesi, durante i quali ha perso il corretto punto di lavoro della vettura.
Il tracciato di Abu Dhabi si presenta con un layout tecnico e variegato, caratterizzato da curve a media velocità, rettilinei lunghi e alcune zone con cambi di direzione meno accentuati. La composizione dell’asfalto offrono una superficie uniforme, anche se nella scorsa edizione, diversi piloti si erano lamentati di alcuni bump che furono livellati. Resta da capire pertanto quanto sarà liscio l’asfalto, perché tali fattori possono influire sulla stabilità relativamente alle scelte sulle altezze da terra. Le temperature ambientali sono elevate, ma si correrà di notte e la gestione termica del posteriore sarà comunque importante.
Il bilanciamento aerodinamico e la trazione saranno quindi elementi cruciali per ottenere performance ottimali lungo l’arco della tornata. McLaren si presenta ad Abu Dhabi con caratteristiche simili alla Ferrari nella costruzione del giro, ma con un approccio che sfrutta al meglio le sue peculiarità aerodinamiche e meccaniche. La monoposto inglese potrebbe puntare a un maggiore inserimento nelle curve a media velocità, dove lo scorso anno si è dimostrata particolarmente competitiva. Questo obiettivo sarà supportato dall’utilizzo di una specifica aerodinamica al posteriore da medio carico utilizzata a Melbourne e Miami.
Parliamo di un’ala in grado di fornire una buona combinazione di carico e velocità massima. Tuttavia, per aumentare ulteriormente il carico sul posteriore, le due MCL38 potrebbero optare per la versione utilizzata ad esempio in Austria, caratterizzata da un’ala a cucchiaio molto pronunciata. Questo approccio consentirebbe di gestire meglio le fasi di trazione, mantenendo al contempo un’elevata efficienza aerodinamica, cruciale su un tracciato che richiede velocità di punta competitive. Sul fronte meccanico, è probabile che il team scelga rigidezze mediamente maggiori.
L’obiettivo è massimizzare l’efficienza del gruppo fondo-diffusore e mantenere al contempo altezze da terra ridotte, essenziali per evitare “dispersioni” di carico aerodinamico. Questo approccio favorisce un comportamento più stabile nelle curve a media velocità, dove la vettura ha già dimostrato un’ottima competitività nella stagione in corso. Tuttavia, come detto, restano da verificare le asperità del tracciato, per trovare eventualmente un compromesso calibrato per non sacrificare troppo la capacità di assorbimento dei bump, che potrebbero influire negativamente sulla consistenza del passo gara.
La gestione degli pneumatici sarà nuovamente un elemento critico. Lo scorso anno, la McLaren aveva evidenziato una tendenza a scaldare eccessivamente il posteriore nel terzo settore. Una condizione dovuta ai micro scivolamenti nelle fasi di trazione che contribuivano ad aumentare la temperatura del retrotreno. Questo comportamento potrebbe essere mitigato lavorando sul setup, ottimizzando la distribuzione del carico e soprattutto minimizzando meccanicamente il pattinamento del secondo asse. Questo richiederà un giusto compromesso di rigidezza al posteriore, specialmente delle barre anti-rollio.
Inoltre, sarà fondamentale trovare la giusta finestra di funzionamento degli pneumatici lungo tutto il giro. Anche in questuo caso la ragione è molto semplice: evitate un eccessivo stress sulle coperture nel terzo settore della pista degli Emirati Arabi. Condizione che potrebbe compromettere la performance nelle fasi finali del circuito. In ultima sintesi, considerano tutti gli aspetti chiacchierati all’interno della nostra preview sul Gran Premio di F1 ad Abu Dabi, la MCL38 cercherà di sfruttare le sue caratteristiche aerodinamiche e meccaniche per essere competitiva.
D’altra parte, la pista di Yas Marina premia il bilanciamento complessivo e la gestione molto precisa del retrotreno. La battaglia con la Ferrari sarà intensa, con entrambe le squadre impegnate a massimizzare le prestazioni su un circuito che richiede efficienza aerodinamica e una messa a punto anche mirata alla gestione termica degli pneumatici. Entrambi i team hanno ottime possibilità, per cui l’ultima parola verrà data dalla bontà del set-up che riusciranno a costruire e l’esecuzione della performance tra giro secco e lunga distanza. La capacità di adattamento farà la differenza, in questo caso…
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv