Red Bull ha vinto il mondiale piloti di F1 con Verstappen nel 2024. Una prova maestra dell’olandese. Pure nel campionato 2021 la lotta con Hamilton fu arcigna e durò sino all’ultimo giro del Gran Premio di Abu Dhabi. Anche se ma in quel caso, oltre al risultato sfalsato da una direzione gara imbarazzante, Max stringeva il volante di una monoposto parecchio competitiva. Una vettura capace di contenere la vittoria al fenomeno di Stevenage ad ogni singola gara, grazie all’alto rendimento della RB16B. Di certo non si può dire lo stesso per l’auto che il talento di Hasselt ha guidato durante la stagione conclusa di recente.
Parliamo di un mezzo meccanico all’altezza della situazione solamente per un terzo della campagna agonistica, se contiamo la prima parte della e le ultimissime corse. La RB20 aveva parecchi difetti. Adrian Newey non aveva mentito quando, in fase di presentazione, aveva asserito con chiarezza come la soddisfazione relativa all’ultima creatura partorita a Milton Keynes fosse buona ma non eccelsa. E aveva proprio ragione il genio nativo di Stratford-Upon-Avon, poiché nel corso del mondiale, dopo il suo abbandono definitivo, il reparto tecnico nelle mani di Pierre Waché è crollato miseramente.
Un telaio eccessivamente rigido e costruito con alcuni tratti distintivi che non permetteva alla RB20 di assorbire i bump dell’asfalto nella maniera corretta, sbilanciando peraltro la piattaforma aerodinamica dell’auto. Un grattacapo che ha fatto passare parecchie notti insonni a tecnici, piloti e ingegneri. Senza contare i chiari limiti di rendimento sull’avantreno. Un front-end che soffriva parecchio in inserimento di curva. Caratteristiche endemiche solo in parte controbilanciate dalla grande capacità di trazione della vettura dall’apice delle curve in poi.
Se andiamo a sommare queste debolezze, ecco che il rendimento della vettura ha lasciato a desiderare per gran parte della stagione. Eppure Verstappen non si è mai scomposto più di tanto. Si è arrabbiato di frequente, ha battuto i pugni sul volante nelle prove libere e accompagnato il suo disdegno con un linguaggio che possiamo definire colorito. Questo sicuramente sì. Ma non si è mai arreso alla superiorità tecnica della McLaren e in parte della Ferrari. È cresciuto parecchio, Max, nel 2024. Un pilota che ha capito rapidamente l’approccio da utilizzare per rendere al massimo.
Mossa che gli ha consentito di trovare sempre la miglior versione della monoposto in qualsiasi contesto competitivo. Proprio per tale ragione, tirando le somme al termine del campionato, per la quarta volta consecutiva si è laureato a bordo della Red Bull campione del mondo di F1. Lo ha fatto, per di più, immerso in circostanze tutto tranne che piacevoli. L’ambiente attorno a lui non era idilliaco. Anzi, possiamo dire con certezza che, per un lungo periodo, Verstappen ha vissuto la F1 accerchiato da una lotta interna e strisciante che avrebbe demoralizzato qualsiasi altro pilota del paddock.
Max è un personaggio diverso. La sua mente è “stata costruita” dal padre per nutrire sempre e comunque un solo target: vincere. E non importava cosa stesse succedendo intorno a lui, perché la “bolla” che si è auto costruito per poi abitarla in pianta stabile, ogni volta che metteva piede in un circuito di F1, gli ha concesso di stare lontano dai pensieri negativi. Così ha massimizzato il potenziale dell’auto e le sue performance. Ci vuole un carattere pazzesco per fare una cosa del genere, e se Verstappen è il campione che tutti conosciamo, in gran parte lo deve alle sue enormi capacità mentali.
L’olandese è oramai lontano parente di quel ragazzino velocissimo e scatenato che lottava ad ogni curva. La sua maturazione è oramai completa. È talmente forte che si può permettere di sfidare da solo la Federazione Internazionale, infischiandosene allegramente delle ripercussioni in pista. Un pilota a tutto tondo che, in questo momento della sua carriera, non ce ne vogliano gli altri, è nettamente una spanna sopra agli altri. Sostenere qualcosa di diverso equivarrebbe a mentire. La stagione 2024 lo ha consacrato come uno dei più grandi di sempre, nell’olimpo della massima categoria del motorsport.
Red Bull poteva fare meglio, ne abbiamo già discusso. Urge un cambio di rotta repentino in vista del prossimo mondiale, dove la scuderia austriaca non parte con il favore del pronostico. McLaren è il punto di riferimento tecnico e Ferrari subito a ruota. Tuttavia, il team pluripremiato avrà ancora a disposizione l’enorme talento di Max. Verstappen è un leader come detto. L’ennesima riprova nasce da un aspetto interessante. Durante la passata stagione ha sempre preferito non invischiarsi nelle polemiche legate al caso Horner e, in generale, alla diatriba creatasi attorno alle due fazioni della squadra.
Il suo silenzio si è però interrotto al termine del campionato, quando ha realizzato un breve sunto della situazione dove non sono mancati suoi pareri personali. A margine dei test in Bahrein è scoppiato il caso Horner, situazione che ha dato vita a uno sfondo alquanto nocivo anche per Verstappen. Lui stesso si incarica di far sapere che c’era molto di più da sapere di quanto si è visto, ma renderlo noto alla stampa sarebbe stato ovviamente controproducente. Per questo si è chiuso in se stesso cercando di pensare esclusivamente al bene della scuderia.
Il suo pensiero va pure al team principal della Red Bull. Gli fa i complimenti per come ha saputo tenere in piedi la squadra e pensa che, tra le altre cose, alla fine di questa battaglia il team sia ancora più forte e coeso. Era necessario domare assieme la tempesta. Pace fatta pure tra Christian e Jos, questo dice il campione del mondo in carica. Lavare i cosiddetti panni in casa era l’unico modo per uscire da uno scenario avvelenato. La tattica utilizzata ha dato ragione, poiché tutti assieme si è contribuito a “ripulire” il fango che si è abbattuto a Milton Keynes per parecchio tempo.
Anche lo storico super consulente Helmut Marko è dello stesso avviso, anche se nel suo caso diverse uscite non sono state di certo tenere nei confronti di altri colleghi. Ciò malgrado, l’ottuagenario ordinario di Graz ci ha tenuto a ribadire il suo disinteresse verso le pressioni della stampa. Strano, aggiungiamo noi, perché pure lui ha contribuito ad alimentare diverse polemiche. Insomma… il solito super Marko che non perde l’occasione per auto smentirsi quando sente il bisogno di erigersi al centro della scena. Critica la stampa, parla di simpatia e antipatie, ma spesso fa l’esatto contrario di quello che pensa.
A margine di questa riflessione restano le sue parole di lode nei confronti di Verstappen. Una sorta di “figlio adottivo” nell’ambito del motorsport. Ribadisce la sua grande maturazione come pilota ma soprattutto come uomo, capace di tirare fuori gli attributi quando il contesto lo esigeva. Un esempio su tutti il Gran Premio del Brasile dove, malgrado la penalità che lo fece partire in diciassettesima posizione, alla fine della rocambolesca corsa sotto l’acqua riuscì a tagliare per primo il traguardo. Non ha commesso errori, questa è la sua grande forza. Speriamo che Red Bull prenda esempio da lui e si presenti ai nastri di partenza del campionato 2025 con la medesima determinazione.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv