Max Verstappen, oltre a lasciare il segno in pista, in F1 è destinato a essere ricordato come il pilota le cui manovre hanno contribuito a fare giurisprudenza. Ma andiamo con ordine. Nella giornata di ieri si è disputata l’ultima Sprint Race della stagione, in cui le monoposto blu racing non hanno proprio funzionato. Se, per quanto riguarda Perez, la performance sta iniziando ad assumere contorni inquietanti, indipendentemente dalla mediocrità del mezzo, l’olandese ha concluso la gara sulla distanza dei 100 km in un’anonima ottava posizione, alle spalle anche della sorprendente Haas di Hulkenberg.
Un’odissea in parte prevista, poiché le monoposto di Milton Keynes non avevano brillato nemmeno nella qualifica shootout. Tuttavia, il format degli sprint weekend consente di rimediare ai propri errori, permettendo di intervenire sulle vetture tra la Sprint Race e la qualifica per la gara domenicale. Red Bull lo ha fatto sapientemente, consegnando ai piloti una vettura più equilibrata. Gli ingegneri della Red Bull hanno stravolto il bilanciamento aerodinamico, consapevoli di avere un potenziale decisamente maggiore, vista la tipologia di curve molto veloci e il tipo di asfalto.
Venerdì, Verstappen si era lamentato di una certa sconnessione tra i due assi, un problema tipico della RB20, che con l’ala da medio carico montata sembrava essere tornato. Ieri è stata cambiata l’ala posteriore, passando alla specifica da medio-alto carico. Questa variazione della configurazione ha bilanciato molto meglio la vettura di F1. I problemi di sottosterzo e sovrasterzo generalizzati durante il giro sono stati mitigati, permettendo una connessione ottimale tra i due assi. Con tali modifiche sul set-up, i piloti hanno aggredito più facilmente l’apice, senza alcuna carenza di rotazione.
Anche in percorrenza e in uscita di curva non si è più verificata la perdita di aderenza istantanea, con il posteriore della RB20 ben piantato a terra. Le velocità minime più elevate e la solidità nei cambi di direzione hanno trasformato la monoposto austriaca. A livello meccanico, è verosimile che gli ingegneri siano intervenuti ulteriormente sulle rigidezze, anche se, per quanto riguarda la resistenza al rollio, erano già abbastanza rigidi. Potrebbero aver agito su altri parametri per migliorare il trasferimento di carico in ingresso, ottimizzando così l’approccio all’apice.
Con le dovute proporzioni i piloti hanno fatto il resto ovvero Verstappen ha realizzato una insperata pole e “Checo” un dignitoso nono tempo. Tuttavia in tarda serata è arrivato il colpo di scena. Nel corso della Q3 Russell e Verstappen stavano completando un giro cool down prima di lanciarsi nuovamente. Il pilota inglese della Mercedes ha trovato in traiettoria Max che procedeva abbastanza lentamente. Trattandosi di tempi non cronometrati si pensava che la dinamica, per quanto pericolosa, non fosse oggetto di ulteriori valutazioni da parte dei commissari di gara.
Del resto una delle criticità delle qualifiche è stata la gestione ottimale degli pneumatici nel giro di lancio. Alcuni, come il quattro colte campione del mondo di F1, hanno effettuato anche un doppio giro di preparazione ad andatura ridotta. Probabilmente, Mercedes, che esprime il suo massimo potenziale in condizioni di temperatura rigida, può preparare il giro di warm up anche ad andatura sostenuta. Proprio la differenza nella preparazione del giro è alla base dell’incontro ravvicinato tra il figlio di Jos e Russell. Nelle interviste post qualifica, il pilota di King’s Lynn ha tenuto a sottolineare la pericolosità della situazione.
Un fatto venutosi a creare, che lo ha obbligato a un violento passaggio sui cordoli che potrebbe aver danneggiato il fondo della sua W15. Una sceneggiata creata ad arte per sollecitare l’intervento dei commissari. Detto fatto. Max Verstappen e lo stesso George Russell sono stati convocati dagli steward, dopo le qualifiche, per fornire la loro versione dei fatti e “aiutare” la direzione gara a prendere una decisione sull’accaduto. Una volta appreso di doversi recare dai commissari, il quattro colte campione del mondo ha espresso tutto il suo disappunto:
“Se mi tolgono la pole, allora ovviamente non ha più alcun senso. Stavamo tutti guidando lentamente. Non saprei cosa avrei potuto fare di diverso. Il fatto che io debba andare lì è già molto strano per me. La prossima volta guiderò a tutto gas anch’io e farò finta di schiantarmi ovunque. Allora George avrebbe dovuto semplicemente frenare”. La decisione è stata comica sia nell’entità che nella descrizione. Gli steward, pur ammettendo quanto fosse complicato il caso, ha ritenuto l’olandese colpevole di non aver rispettato le note del direttore di gara procedendo, inutilmente, in modo troppo lento.
E’ stato perfino precisato che Max ha avuto modo di vedere ripetutamente l’arrivo di Russell nel rettilineo tra curva 11 e 12. In ragione del fatto che nessuno dei due contendenti era impegnato in un giro cronometrato, al pilota olandese è stata comminata la penalità di una sola posizione in griglia, anziché delle tre prescritte dal regolamento sportivo in caso di impeding. Quindi partenza in prima fila per Verstappen ma dalla seconda casella dello schieramento. Insomma, fantasia al potere in FIA e un pericoloso precedente al quale altri team potranno appellarsi in circostanza simili, casuali o deliberatamente ricercate.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – F1Tv