venerdì, Novembre 22, 2024

Il segreto del muso della Ferrari F14 T

Mentre a prima vista il muso della Ferrari F14 T può sembrare molto tradizionale e “scolastico”, esso invece testimonia una scelta progettuale molto particolare e che, dopo i test di Jerez, sembra funzionare. Dando infatti un’occhiata più attenta, si può scorgere come il muso presenti una forma a vero e proprio tubo Venturi, le cui caratteristiche, in accordo col teorema di Bernoulli, sono quelle di accelerare il flusso in corrispondenza delle strozzature con conseguente depressione e di rallentare lo stesso quando la sezione del tubo si ingrandisce con conseguente “pressurizzazione”, come illustrato nello schema sottostante.

Tubo Venturi – P=Pressione, V=Velocità, A=Area

Osservando attentamente dunque il naso Ferrari, si può vedere come per la prima parte esso sia quasi piatto e molto basso dal suolo, mentre poi esso risale fino a una notevole altezza, creando di fatto un vero e proprio tubo Venturi che crea depressione nell’area sottostante la parte più bassa del muso.

Andamento del muso Ferrari. Notare quanta sia la differenza di altezza tra l’inizio del naso e il punto più alto, condizione che crea un vero e proprio tubo Venturi
Dunque, qual’è lo scopo per cui gli ingegneri Ferrari hanno optato per una soluzione del genere? Principalmente per due motivi:
1- creare carico all’anteriore: il muso con una forma del genere crea deportanza in un modo simile al complesso fondo-diffusore;
2- portare più aria possibile sotto la scocca
 Come fa però un muso così basso a permettere un gran flusso d’aria sottoscocca? E’ presto detto: il campo di depressione generato nella parte più bassa dal suolo del muso richiama l’aria passante sopra il muso stesso  ad alta pressione (i fluidi tendono ad andare dalle zone ad alta pressione a quelle a bassa pressione) portandola sotto per rimediare alla riduzione in altezza dei nasi e massimizzare la portata d’aria sotto la scocca anteriore. Il compito è facilitato dalla forma estremamente sottile del naso stesso, dal mantenimento di un telaio molto alto più a monte e dal posizionamento opportuno delle telecamerine di sostegno. Ciò fa capire quindi un motivo per il quale in Ferrari hanno deciso di non adottare il vanity panel, che avrebbe reso meno sottile il naso e non avrebbe permesso il passaggio d’aria dalla parte sovrastante a quella sottostante. Per verificare l’effettivo funzionamento di questo sistema, gli ingegneri hanno applicato del flow-wiz sul muso ricavandone i risultati attesi: come si può vedere nelle foto infatti è evidente come le tracce di flow-wiz testimonino questo particolare andamento voluto dagli ingegneri Ferrari.

Illustrazione dell’andamento dei filetti fluidi sul muso Ferrari. Notare sia in questa foto che in quella in alto come le tracce di flow-wiz testimonino questo particolare andamento
Dalle tracce di flow-wiz si vede come anche i flussi passanti sull’ala anteriore siano richiamati dall’area di depressione sotto al muso

Dunque sembra che la Ferrari almeno quest’anno non si sia rivelata “conservativa” su alcune scelte, specie in questa del muso che pare essere molto interessante e soprattutto funzionale. Vedremo con i prossimi test e con le prime gare del campionato se sarà all’altezza delle soluzioni anteriori delle altre squadre

 per massimizzare la portata d’aria sotto alla scocca anteriore che, ricordiamo, è atta ad aumentare dell’efficienza del complesso fondo-diffusore.

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