L’abbiamo conosciuta come Polysil all’interno dei cerchi della Mercedes per trasferire più calore agli pneumatici.
Ora la vedremo come vernice (non si tratta del Polysil) che andrà a coibentare gli scarichi della Ferrari per ottenere più potenza dai gas di scarico con uno spessore di circa 300micron.
Queste applicazioni le possiamo trovare all’interno dei motori per ridurre l’attrito , sui radiatori per smaltire meglio il calore e se consideriamo la verniciatura all’interno delle pance si riduce l’attrito, migliorando al fluidodinamica interna.
In ogni parte della monoposto!!!!
Sono prodotti specifici per risolvere problematiche di diminuzione peso scocca, limitazione attriti e asperità, migliorando conseguentemente il coefficiente di penetrazione, fornisce aumenti o diminuzione dei parametri di trasmittanza termica su varie componentistiche.
Un mondo così piccolo apre grandi orizzonti e al centro di tutto questo c’è una giovane e dinamica azienda italiana che sta cambiando i limiti della Formula 1.
Le nanoscienze costituiscono il punto di incontro di discipline diverse che vanno dalla fisica quantistica, alla chimica supramolecolare, dalla scienza dei materiali, alla biologia molecolare e rappresentano una realtà ormai affermata nel mondo della ricerca. Le nanotecnologie, che sono invece ancora nella fase iniziale del loro sviluppo, puntano a sfruttare e ad applicare i metodi e le conoscenze derivanti dalle nanoscienze. Esse fanno riferimento ad un insieme di tecnologie, tecniche e processi che richiedono un approccio multidisciplinare e consentono la creazione e utilizzazione di materiali, dispositivi e sistemi con dimensioni a livello nanometrico In sintesi, con nanotecnologie si intende la capacità di osservare, misurare e manipolare la materia su scala atomica e molecolare.
Le nanotecnologie sono l’insieme di metodi e tecniche per la manipolazione della materia su scala atomo-molecolare e hanno l’obbiettivo di realizzare prodotti e processi radicalmente nuovi.
Il primo riferimento alla nanotecnologia (non utilizzando ancora questo termine) risale al discorso tenuto da Richard Feynman nel 1959.
Il termine nanotecnologia fu coniato nel 1986 da Kim Eric Drexler, che definì la sua scienza: “una tecnologia a livello molecolare che ci permetterà di porre ogni atomo dove vogliamo che esso venga posizionato. Le nanoparticelle devono essere programmate per ogni tipo di supporto da formattare.”
Nello stesso anno, il microscopio a scansione tunnel un microscopio a forza atomica, che permette di vedere e esaminare le superfici di materiali conduttori e non conduttori, spalanca definitamente le porte della “nanosfera”.
La Nanotecnologia è pertanto lo studio di mondi straordinariamente piccoli. In un mondo “lillipuziano” si sviluppano molte possibilità per il nostro futuro, permettendoci di affrontare problemi considerati sino ad ieri irrisolvibili.
La nanotecnologia ha preso avvio dallo studio della materia su scala nanometrica: un nanometro, un miliardesimo di metro, corrisponde alle dimensioni di una molecola.
Nel 1982 Willhelm Barthlott, botanico tedesco dell’Università di Bonn, ha scoperto con il microscopio elettronico perché le foglie della pianta di loto sono autopulenti!
La superficie delle foglie di questa pianta non era liscia, come supposto, ma Nano-ruvida.
Gli invisibili e minuscoli rilievi della struttura delle foglie non permettono ai liquidi e alla sporcizia di aderire sulla superficie della foglia.
La foglia del fiore di loto è ruvida, esaminata con il microscopio elettronico. La rugosità impedisce all’acqua di aderire sulla superficie.
A seguito di questa scoperta é iniziato l’esame e lo studio di altre piante e animali, questa nanotecnologia è l’ingegneria nanobionica.
Numerosi prodotti riconducibili all’utilizzo delle nanotecnologie sono già disponibili sul mercato (Woodrow Wilson Nanotech Inventory) od in procinto di esserlo. Il loro numero cresce costantemente. Tra essi si possono citare, ad esempio, nanoparticelle per cosmetici o per coatings e vernici, tessili tecnici e abbigliamento, articoli sportivi, ma anche nanocompositi, “hard disks” con superfici nanostrutturate per registrazione dati ad altissima densità, “chips” di memoria con dimensioni inferiori a 100 nm, dispositivi fotonici, superfici autopulenti, sistemi per diagnostica medica basati, per esempio, sul principio “lab-on-chip”.
Con un orizzonte temporale un pò più lungo, probabilmente entro i prossimi 3-5 anni, sono attesi, tra gli altri, sistemi avanzati per la somministrazione mirata di farmaci, protesi mediche più resistenti e con migliorata biocompatibilità, materiali avanzati innovativi per i sistemi di trasporto, nuovi e migliori sistemi di produzione e stoccaggio dell’energia. Le applicazioni potenziali sono letteralmente infinite.
Il mercato derivante dalle nanotecnologie è ancora relativamente ridotto. Nel 2006 è stato stimato essere di circa 60 miliardi di Dollari, ma le attese di crescita sono straordinarie, con previsioni di incrementi annuali tali da dare luogo, secondo alcuni, ad un mercato di più di 1000 miliardi di Dollari dopo il 2015.
Il dato può sembrare ottimistico, ma il carattere abilitante delle nanotecnologie fa si che esse trovino applicazione praticamente in tutti i settori produttivi ed il mercato può raggiungere effettivamente dimensioni veramente enormi. Secondo uno studio di Lux Research del 2004, quelli per i quali si prevede il maggior volume di mercato da qui al 2015 sono, nell’ordine:
- Materiali
- Elettronica
- Farmaceutica
- Processi chimici
- Aerospazio
- Cura della salute
- Utensili
- Processi sostenibili
- Medicina
- Automotive