La McLaren è la grande delusione di questi primi test invernali disputati sul tracciato di Jerez. Quasi due anni fa il motorista giapponese Honda, annunciò l’ingresso in Formula 1 riaprendo la collaborazione con la scuderia McLaren. Visto il largo anticipo, si pensò potesse arrivare ben preparata al debutto. Ricordiamo che, anche nei test post campionato, disputati sul tracciato di Abu Dhabi, la Power Unit giapponese, accusò parecchi problemi tali da non permettere nessun giro all’allora MP4-29 H.
Le problematiche sono continuate anche in questi quattro giorni di test sul circuito andaluso, riguardando soprattutto i sistemi elettronici che non hanno permesso un dialogo, continuo e costante, delle varie centraline che compongono questi sofisticati propulsori turbo ibridi.
Nonostante tutte queste difficoltà la Power Unit Honda sta destando parecchia curiosità da parte degli addetti ai lavori in quanto, non si conoscono ancora le caratteristiche di questa nuova “creatura” giapponese.
Mentre i meccanici di Woking erano impegnati a lavorare sull’unità endotermica è stata scattata un ‘interessante immagine che andiamo ad analizzare.
La filosofia seguita dagli ingegneri nipponici, coordinati dall’ex progettista dei motori Ferrari, Gilles Simon, sembra essere quella seguita dalla Mercedes. Il compressore è collocato nella zona anteriore della parte termica, mentre la turbina è stata posizionata nella parte posteriore. In mezzo è stato “piazzato” il motore elettrico chiamato “MGU-H” che è collegato alla turbina e al compressore attraverso un albero che attraversa l’intera “V”.
Come potete osservare dall’elaborazione, il compressore riceve l’aria attraverso il secondo canale (quello più in basso) realizzato sull’airbox. La girante del compressore all’interno della sua struttura a chiocciola, è trascinata in rotazione dalla turbina, comprimendo l’aria, la quale viene raffreddata da un intercooler (o scambiatore) di tipo aria/aria collocato nella parte alta del motore e la immette nel collettore d’aspirazione.
Non riteniamo possa essere uno scambiatore aria acqua poiché risulterebbe una mossa sconveniente portare della massa liquida ad una tale altezza con un conseguente innalzamento del baricentro vettura. Questa soluzione ha permesso ai progettisti della MP4-30 di realizzare delle fiancate molte contenute compensando a livello aerodinamico il leggero innalzamento del centro di gravità della monoposto.
L’evidente “ingrossatura” del cofano nella zona dello scarico è necessaria per riuscire a smaltire il calore derivante dallo scambio termico aria-aria nell’intercooler.
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