Le qualifiche di Monza sono state, per l’incredulità di molti, piuttosto sorprendenti, con la Mercedes di Lewis Hamilton davanti solo di un paio di decimi alle due Ferrari. I motivi di una Ferrari cosi competitiva rispetto alla Mercedes sono presto spiegati: un giro non perfetto di Hamilton (ma anche di Vettel per la verità) e un utilizzo più conservativo della PU da parte degli anglo-tedeschi (non hanno sfruttato il classico BOOST che può fornire fino a 30-35 CV), impauriti dal problema di Rosberg legato, dopo attente verifiche, ad una guarnizione difettosa (che aveva passato comunque i test di qualità).
Del giro in Q3 degli alfieri di Ferrari e Mercedes, a parte le differenze sul fronte motoristico, è stato complicato fare un raffronto sulle velocità di percorrenza in curva e dunque analizzare le qualità dinamiche delle monoposto, nonchè il livello di carico aerodinamico. Questo perché sono fuoriuscite delle differenze tra lo stile di guida di Sebastian Vettel e Lewis Hamilton davvero significative.
Del giro in Q3 degli alfieri di Ferrari e Mercedes, a parte le differenze sul fronte motoristico, è stato complicato fare un raffronto sulle velocità di percorrenza in curva e dunque analizzare le qualità dinamiche delle monoposto, nonchè il livello di carico aerodinamico. Questo perché sono fuoriuscite delle differenze tra lo stile di guida di Sebastian Vettel e Lewis Hamilton davvero significative.
Sebastian sin dai tempi RedBull ha sempre avuto uno stile di guida che lo portava a staccare molto forte, molto più degli altri, con un’accelerazione anticipata aiutata all’epoca anche dagli scarichi soffiati che davano un surplus di aderenza al posteriore. A Monza è stato evidentissimo questo particolare modo di guidare: se Seb taglia l’apice della curva ad una velocità minore di Lewis, si ritrova ad avere un vantaggio significativo in uscita di curva, fondamentale a Monza dati i lunghi rettilinei dopo le staccate.
Qui cosa succede alla seconda di Lesmo:
Sopra Sebastian, sotto Lewis. A sinistra la percorrenza curva, a destra l’uscita. All’apice Lewis rifila ben 8 km/h alla Ferrari di Seb, mentre in uscita nonostante la potenza e la trazione della PU Mercedes, Seb esce 6 km/h più veloce di Lewis. Infatti se Lewis a metà curva è in rilascio completamente, Sebastian già accelera per il rettilineo del Serraglio.
All’Ascari vale esattamente lo stesso discorso, con la SF15-T più lenta in ingresso, mentre in uscita la Ferrari ridà consistente paga alla Mercedes. Sono queste immagini molto interessanti perché testimoniano i diversi modi di portare al limite le proprie vetture. E stiamo parlando di due top driver come Vettel e Hamilton. Anche all’uscita della prima variante, dove trazione e come scaricare la tantissima coppia dei motori elettrici è ciò che conta, il piede di Sebastian fa un altra magia, nonostante l’indiscutibile miglior trazione della Mercedes.
Ben 8 km/h in più rispetto a Lewis allo stesso punto della pista, e una marcia in più, sinonimo di rapporti più corti per la Ferrari del tedesco.
Da queste osservazioni si possono trarre anche delle riflessioni sul comportamento delle monoposto. Come già detto, a Seb servirebbe un auto incollata a terra al posteriore per evitare sovrasterzo in fase di accelerazione a metà curva per applicare correttamente quello che il suo stile di guida richiede. Questa particolare tecnica di guida, unita al fatto che la SF15-T, cosi come la F14T, manca di carico al posteriore, potrebbe anche essere il motivo per cui la Ferrari ha usato ali non troppo scariche al posteriore sia a Spa che a Monza (ma anche su altri circuiti).
Per la guida di Hamilton è invece importante disporre di un avantreno precisissimo e reattivo, e non a caso la Mercedes, aerodinamicamente parlando, non ha mai scaricato troppo le sue ali anteriori. Questo perchè Hamilton vuole sempre buttar dentro l’auto in curva, alla maggiore velocità possibile, cosa che gli consente benissimo la sua freccia d’argento. Lo stile di guida di Lewis infine, essendo per molto tempo a metà curva a farfalla chiusa, potrebbe essere fonte di un leggero vantaggio in fatto di consumi rispetto agli altri (come fosse coasting). Cosa che in effetti si riscontra sin dall’anno scorso.
Alfonso Di Filippo – @Alfodifi97