Se si parlasse di FIA GT o 24 Ore di Le Mans nel periodo di fine anni ’90, non si può fare a meno di pensare alle vetture di classe GT1. E’ bene ricordare che, chiamarle tali, era puro eufenismo, in quanto raggiunsero prestazioni simili, se non superiori, ai prototipi (LMP) ed alle compiante Gruppo C (abolite in malo modo a fine 1992), tanto da distaccarsi dal concetto di Gran Turismo, a causa del regolamento che lasciava un importante libertà ai costruttori, libertà soppressa dalla FIA a partire dal 1999. Numerose furono le case costruttrici che vi hanno partecipato, ma sono tre quelle che hanno lasciato il segno: McLaren (BMW), Mercedes e Porsche.
1995: Per prima arrivò la McLaren, con il modello McLaren F1 elaborato per le competizioni: la F1 GTR. Il motore era un BMW 6.0 V12 da 636 CV, con un peso di 1120 kg. Nello stesso anno partecipò al BPR Global GT Series, in classe GT1, con diversi team privati e trionfò subito alla 24 Ore di Le Mans con il team Kokusai Kaihatsu Racing ed i piloti: JJ Letho, Yannick Dalmas e Masanori Sekiya.
1996: La Porsche arrivò con la prima versione della 911 GT1, approdando in via ufficiale nel BPR Series e ritornando a Le Mans dopo anni di assenza. Montava un 3.2 turbo flat-6 da 600 CV, con un peso di quasi 1000 kg. Nel BPR Series, vinse tre delle undici gare (Brands Hatch, Spa e Zhuhai), correndo contro anche con la McLaren.
Alla 24 Ore di Le Mans, vinse nella medesima classe (GT1), con i piloti: Bob Wollek, Thierry Boutsen e Hans Joachim Stuck, arrivando ad un solo giro di differenza dalla vittoria assoluta, assegnata alla TWR Porsche WSC-95. In classe GT1, stabilì una doppietta di classe. La McLaren del West Competition / David Price Racing, arrivò terza in GT1, dietro alle due 911 GT1.
1997: Il BPR Series si sciolse e nacque il FIA GT Championship, con un massiccio numero di costruttori che vi approdò, McLaren e Porsche incluse, tra i marchi entranti: Mercedes.
La Mercedes entrò con il supporto di AMG, la vettura con la quale corsero fu la CLK-GTR, motore 6.0 V12 da 600 CV e, nel corso della stagione, 630 circa. Peso di 1545 kg.
La McLaren fu preparata ed affidata alla squadra ufficiale BMW (BMW Motorsport), presentandosi con la configurazione da 900 CV e portata a 915 kg di peso. Venne introdotta la coda lunga (Long Tail), ma non utilizzata per tutta la stagione; modifiche drastiche allo splitter, feritoie, fanali, fiancate, ala posteriore e retrotreno. Fu al via anche con dei team privati.
La Porsche aggiornò la vettura, modificando lo splitter, prese d’aria sul cofano anteriore, fanali, parte del retrotreno ed arretrò le prese d’aria presenti sulle fiancate.
Nella stagione inaugurale del FIA GT, la Mercedes vinse di misura ai danni della McLaren (BMW Motorsport) e Porsche (Porsche AG) con 110 punti, quest’ultime raccolsero rispettivamente, 85 e 35 punti, mentre 37 punti se considerassimo anche la F1 GTR del Gulf Team Davidoff.
La Mercedes non partecipò a Le Mans, mentre la McLaren vinse nella propria classe (GT1), grazie a: Jean-Marc Gounon, Anders Olofsson e Pierre-Henri Raphanel (Gulf Team Davidoff).
1998: La BMW si concentrò sul programma LMP1 con la V12 LM (quest’ultima fu equipaggiata con il motore della F1 GTR), nel FIA GT, ci pensò il Team Davidoff a portare in gara la McLaren.
La Porsche si presentò con una vettura estremizzata: la 911 GT1 Evo ’98, equipaggiata con lo stesso motore delle 911 GT1 delle ultime due stagioni, ma che erogava 536 CV, peso di 950 kg. La guida fu a destra, proprio come le LMP1.
La stagione del FIA GT fu protagonista di un dominio assoluto delle Mercedes, trionfanti in tutte le gare. A Le Mans, portarono la versione Le Mans, chiamata: CLK-LM. Ci fu un abbassamento della cilindrata e cilindri, da 6.0 V12 della CLK-GTR al 5.0 V8 da 600 CV della CLK-LM. Notevole l’abbassamento del peso, da 1545 kg a 940 kg; fu minimizzata la deportanza della vettura. A gara in corso, entrambe le CLK-LM furono costrette al ritiro.
La Porsche arrivò seconda nel FIA GT, con un distacco abissale dalla Mercedes, puntando tutto sulla 24 Ore di Le Mans, che riuscì a vincere per la 16^ volta, con i piloti: Allan McNish, Stephane Ortelli e Laurent Aiello, stabilendo anche una doppietta.
1999: a causa delle prestazioni raggiunte, la FIA cancellò la classe GT1, reputata troppo pericolosa (anche se il regolamento concedeva un importante libertà ai costruttori), puntando sulle vetture di classe GT2.
La Porsche si ritira dalle competizioni, mentre la Mercedes si pone come unico obiettivo la vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Venne così costruita la CLR, con un motore 5.7 V8 ed un peso che si aggirava attorno ai 900 kg. La vettura risponde alla neo-classe LM-GTP, creata dall’ACO nello stesso anno, per far fronte alla decisione della FIA di sopprimere le GT1.
A Le Mans, la Mercedes schiera tre CLR, aventi un assetto portante in grado di raggiungere velocità attorno ai 350 km/h. Finì male l’avventura per la casa di Stoccarda, protagonisti furono i due backflip di Mark Webber nel warm up del sabato (la CLR #4 non prese parte alla gara) e di Peter Dumbreck (CLR #5), durante la gara (era sabato sera per la precisazione), andando a finire nel bosco a parecchi metri di distanza dal tracciato. Entrambi i piloti rimasero illesi.
Dopo l’episodio di Peter Dumbreck, la Mercedes richiamò ai box la CLR #6, l’unica rimasta in gara, ritirandosi.
Le vetture furono abbandonate, ad eccezione della #6, che fu venduta ad un collezionista privato.