Dopo aver parlato nuovamente della Power Unit di Maranello (clicca qui per leggere – FERRARI 2016: ora serve un grande sforzo da parte di Shell) nella giornata di ieri, è giusto, visto il blasone di Honda e Mclaren, dedicare anche a loro il giusto spazio.
PROBLEMI POWER UNIT HONDA NEL 2015
Oltre al compressore è stata accoppiata anche una turbina molto contenuta nelle sue dimensioni, in quanto i tecnici nipponici, avevano pensato di sfruttare gli altissimi giri di rotazione per poter recuperare l’energia cinetica contenuta dai gas di scarico. Teoricamente più la turbina gira a velocità di rotazioni elevate e più è facile annullare le “energetiche” onde di pressione in arrivo dalla parte endotermica dell’unità motrice. Questo teorico concetto però realmente non si è avverato, ed Honda è andata incontro in pista a problemi piuttosto seri. Didatticamente, per far ruotare la turbina a giri più elevati serviva oltre ad una maggiore lubrificazione, anche una maggiore precisione dei componenti e una qualità degli stessi ben più elevata. Senza contare che un regime di rotazione più elevato comporta una maggior produzione di calore tra le varie parti, che in qualche modo doveva poi essere smaltito.
Infatti, non riuscendo ad arrivare al numero di giri nominale, anche l’energia recuperata tramite l’energia cinetica dei gas di scarico era notevolmente inferiore ai dati di progetto. Il risultato finale è anche, come evidenziato in alto, un minor assorbimento di potenza di MGU-H dall’albero turbina poiché la coppia generata è sicuramente inferiore ad una turbina di taglia superiore.
PROBLEMI AI BANCHI PROVA PER LA POWER UNIT HONDA
Nonostante questi interventi, dalle notizie raccolte da F1ANALISITECNICA, la nuova Power Unit Honda sta dando qualche grattacapo ai tecnici giapponesi.
Partiamo dalle notizie positive: dalle prove effettuate al banco prova, i giapponesi sarebbero certi di aver recuperato gran parte del gap che avevano in termini di potenza, dai principali competitors. Molto importante è stato anche il lavoro svolto in collaborazione con il partner tecnico Mobil, che fornisce benzina e lubrificanti alla squadra di Woking. C’è da sottolineare che però la potenza massima 2016 di Mercedes e Ferrari non è ancora stata raggiunta sui banchi presenti a Sakura.
Quello che però deve spaventare tutti i tifosi del binomio MCLAREN-HONDA, sono alcuni problemi che la Power Unit “rivista”, sta avendo ai banchi in termini non solo di affidabilità. Un problema importante che Honda sta avendo sul sistema ibrido, è relativo alle efficienze di generazione, ancora molto basse e non paragonabili a quelle Mercedes. Problemi invece di affidabilità nella parte di trasferimento di corrente, soprattutto in fase di generazione, ossia quando si da a va a cedere l’energia immagazzinata tramite la fase di rigenerazione.
Tutte queste “trasformazioni” di corrente elettrica, realizzate grazie all’uso di un inverter, sarebbe preferibilmente eseguirle a voltaggi elevati per evitare problemi dal punto di vista termico. Honda ha provato ad alzare i propri voltaggi, cercando di superare i 500 V (Mercedes lavora quasi a 700 V) ma è proprio qui che la Power Unit Honda sta incontrando parecchie problematiche.
E il tempo per riuscire a risolvere questi problemi è molto poco e sarebbe molto pericoloso per Honda e McLaren, presentarsi ai test invernali con una vettura poco affidabile. E’ facile dedurre che tali problematiche, riscontrate in pista, andrebbero a pregiudicare ancora una volta la prima parte della stagione. Con soli otto giorni di test, anche per McLaren e soprattutto per Honda vale un discorso similare a quello già fatto per Ferrari: servirà massimizzare i chilometri cosi da raccogliere il maggior numero possibile di dati, fondamentali per l’inizio e il proseguimento del mondiale.