giovedì, Dicembre 19, 2024

GP MONACO: l’analisi della gara

E’ stato un Gran Premio di Montecarlo spettacolare, grazie alla pioggia caduta sia prima della gara che nelle prime fasi, ha regalato una corsa spettacolare, e molto tirato soprattutto a livello strategico. L’ha vinto Hamilton grazie ad una strategia perfetta, riuscendo a rimanere in pista più di tutti gli altri con le gomme da bagnato risparmiando cosi una sosta, visto che è passato direttamente alle slick ultrasoft. Infatti tutti gli altri, Ricciardo compreso, avevano optato per uno stint centrale di gara con le gomme intermedie. Strategia che ha pagato anche grazie alle caratteristiche del tracciato dove il sorpasso è molto difficile anche se più lenti di diversi secondi.

Un Lewis Hamilton che può aver tratto giovamento dall’esperienza dello scorso anno quanto nelle fasi terminali di corsa aveva montato le supersoft mentre i rivali erano tutti su soft usate pensando di riuscire ad effettuare vari sorpassi grazie agli pneumatici nuovi e di mescola migliore. Nonostante questo e pur essendo molto più veloce di tutti gli altri non era riuscito a sopravanzare né Vettel e né Rosberg.

Il poleman Daniel Ricciardo ha potuto beneficiare della partenza in regime di Safety Car che gli ha permesso di mantenere facilmente la prima posizione. Nella prima fase di gara il pilota australiano della Red Bull ha fatto il vuoto grazie alla presenza in seconda posizione di Nico Rosberg che a causa di problemi alle temperature degli pneumatici (correlati alle temperature dei gruppi freno) non riusciva a tenere il ritmo del pilota RedBull rallentando tutti i piloti che lo seguivano, Hamilton compreso. Visti i problemi di Rosberg, il Team tedesco ha giustamente dato al giro 15 l’ordine di far passare il compagno di squadra. Importante sottolineare come dal giro 8, ossia dal momento in cui la Safety Car è entrata ai box, al giro 15 in cui la Mercedes ha dato il team order, Rosberg ed Hamilton avevano accusato un gap su Ricciardo di ben 13 secondi, l’equivalente di quasi a 2 secondi al giro, una enormità.

Al giro 16 il gap di Hamilton nei confronti di Ricciardo era di 13,4 secondi. Ma da questo momento è iniziata un’altra gara per il pilota inglese: a pista libera è riuscito a spingere dimostrando di avere un ottimo passo in linea con quello del pilota australiano. Al momento dello stop di Daniel, avvenuto al giro 23, Hamilton era riuscito a recuperare nei confronti del leader 2,2 secondi.

Anche Vettel in questa prima fase di gara è stato rallentato molto dal pessimo ritmo di Rosberg ed è per questo che gli strateghi del Team italiano hanno optato per un pit stop anticipato per il pilota tedesco, andando a montare le intermedie per riuscire a smarcarsi dal traffico. A posteriori una scelta non cosi buona per la Ferrari in quanto il pilota tedesco è finito nel traffico di Massa che è stato tra gli ultimi piloti a fermarsi ai box per montare le intermedie. E’ chiaro che Rueda & Co confidavano in un’altra strategia del pilota brasiliano, una strategia ben più “normale” di quella poi utilizzata dal Team di Groove. In questa fase per Vettel era fondamentale riuscire a scavalcare il pilota brasiliano per riuscire ad imporre il proprio ritmo. Ma il pilota tedesco non è mai riuscito ad impensierire il pilota brasiliano pur con il vantaggio dell’intermedie rispetto alle gomme da bagnato estremo di Massa. Con il senno di poi, per il muretto Ferrari era forse meglio attendere almeno 2 giri in più, in questo modo si poteva costruire il gap necessario ad uscire dai box davanti a Massa.

Andando ad analizzare infatti i tempi che stava facendo registrare Massa, 1:39,8 e 1:39,0, rispetto a quelli di Vettel, 1:38,9 e 1:38,8, è facile dedurre come era forse meglio attendere ancora qualche giro prima di portare il pilota tedesco al pit stop anticipato. Così però non è stato e Sebastian è stato costretto a rimanere alle spalle del pilota brasiliano della Williams per ben 7 giri perdendo sicuramente oltre 10 secondi
Intorno al giro 30 tutti i piloti sono rientrati a montare lo gomme slick ed è proprio in questa fase che Ricciardo a causa di un errore ai box ha perso la propria gara. Il pit stop del pilota australiano è stato lentissimo in quanto i “bibitari” non avevano le gomme pronte; inizialmente era stato comunicato ai meccanici di preparare un set di Soft, gomme infatti pronte nel garage al momento del pit stop del pilota australiano. Ma all’ultimo il Team di Milton Keynes ha comunicato a chi di dovere di preparare un set di gomme SuperSoft; ma Monaco, oltre ad essere un circuito atipico per i chi cerca di effettuare sorpassi, è anche atipico per quanto riguarda la logistica degli pneumatici (i box sono molto piccoli) con il set di SuperSoft che era posizionato dietro al box.

Pensate che a Red Bull bastava un pit stop in estrema tranquillità (anche a causa di un errore di Hamilton che ha tagliato la chicane in uscita dal tunnel) per far tornare Daniel Ricciardo in prima posizione. Infatti, pur con il disastro combinato nel box, Ricciardo è uscito veramente molto vicino ad pilota della Mercedes.

Ma facendo un piccolo passo indietro, secondo noi la RedBull ha sbagliato enormemente anche nella prima sosta di Daniel Ricciardo. Perchè? Perchè Ricciardo era in prima posizione con parecchi secondi di vantaggio su Lewis Hamilton; bastava temporeggiare e semplicemente copiare la strategia Mercedes invece di pittare per primi.  


Ora andiamo ad analizzare i primi giri del lunghissimo stint di Hamilton con le gomme UltraSoft; si può capire, grazie alla tabella in basso, come il pilota tedesco abbia faticato molto a portare nella giusta temperatura le gomme che hanno debuttato proprio a Monaco e che rivedremo poi in Canada. Se confrontiamo i tempi di Hamilton con quelli di Vettel, che aveva montato degli pneumatici Soft nello stesso giro del pit di Hamilton, si nota come il pilota tedesco della Ferrari abbia guadagnato parecchi secondi nel giro 32, 33 e 34.
Ora cerchiamo invece di capire il passo gara dei principali protagonisti di questo Gran Premio di Montecarlo, un qualcosa di molto complicato visto il traffico e le tante Virtual Safety Car apparse durante i 78 giri del GP. 

In una comoda tabella abbiamo inserito tutti i giri a partire dal 33, fino a fine gara, quando tutti i piloti analizzati erano su gomme slick seppur di mescola diversa.

Dai dati emerge che in questa fase la Ferrari di Vettel è stata la più veloce in pista ed è riuscita a recuperare circa 6 secondi su Hamilton e 16 secondi su Ricciardo. Anche analizzando il passo escludendo i giri con traffico e Virtual Safety Car, la Ferrari di Vettel è quella che ha avuto il miglior passo con Hamilton più lento di 1 decimo e Ricciardo di due decimi.

Ma secondo la nostra opinione, la Red Bull aveva qualcosa in più rispetto a Mercedes e Ferrari a pista libera su questo tracciato.

La SF16-H vista in gara è stata comunque, secondo noi, una macchina piuttosto positiva nonostante per la prima volta in stagione non sia salita sul podio. Il miglioramento avuto tra il “disastroso” sabato e la più buona domenica è da associare ad una abbassamento delle temperature ambientali e quindi della pista. La SF16-H della domenica aveva un ritmo comparabile con Mercedes (davanti a tutti, e con pista libera) e Red Bull nonostante utilizzasse gomme più dure come mescola rispetto ai primi due.

Il problema per la Ferrari sono le qualifiche in quanto anche sulle stradine del Principato la SF16-H accusato dei fastidiosi problemi agli pneumatici che gli hanno impedito di esprimere il massimo potenziale. Il Team italiano se vuole puntare a essere competitiva in ogni tracciato, oltre a introdurre aggiornamenti alla Power Unit, al telaio e alla parte meccanica della SF16-H, dovrà cercare di risolvere questi problemi che causano una enorme mancanza di grip soprattutto quando le temperature della pista superano i 40 °C

Se analizziamo i tempi ottenuti dalle Ferrari in qualifica si può notare che durante la Q1 e la Q2, con temperatura dell’asfalto inferiore ai 40 °C, la vettura sembrava essere performante anche se leggermente meno rispetto al mattino quanto la temperatura in pista era attorno ai 32°C.  Per essere precisi, al mattino Vettel aveva ottenuto un tempo di 1:14,6 con circa 15 kg in più di benzina e una mappatura motore meno aggressiva rispetto a quella utilizzata durante le qualifiche. Nella fase cruciale delle qualifiche, quando la temperatura della pista ha oltrepassato i 40°C, la SF16-H ha perso molto grip in pista accusando, in modo leggermente minore, le stesse problematiche avutesi a Barcellona. 
Discorso a parte merita il fine settimana di Raikkonen che fin dal giovedì non si è mai trovato a suo agio con la pista di Montecarlo e con la propria SF16-H. La gara è stata ulteriormente compromessa dalla sostituzione del cambio prima delle qualifiche che lo ha costretto a partire dall’undicesima posizione. La gara non è andata sicuramente meglio visto che ha distrutto l’anteriore della propria vettura al tornantino del Loews, costringendolo al ritiro. 
immagine by 
Molto positiva la gara della Force India che è riuscita a portare Perez sul gradino più basso del podio e Hulkenberg in sesta posizione. Sicuramente è stata ottima la strategia del team indiano ma la vettura, soprattutto con Perez, ha dimostrato di essere molto veloce e dimostrazione che a livello tecnico, grazie agli sviluppi portati in Spagna e per questa gara, la vettura è cresciuta molto.  
In casa McLaren ottimo il quinto posto di Alonso che pur non avendo un grandissimo ritmo è riuscito a portare a Woking punti preziosi per il team di Woking. A livello prestazionale ci si attendeva qualcosa in più dalla MP4-31 ma sembra che a livello meccanico ancora in casa Mclaren non abbiano trovato il bandolo della matassa. 

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