Com’è iniziata la tua avventura nel motorsport?
Tutto è iniziato grazie alla passione di mio padre. Quando sono nato lui correva con i kart.
Mi piacerebbe passare nel mondo dell’Endurance o comunque sia nel mondo delle GT anche se ad oggi non ho trovato ancora una sistemazione.
Onestamente sono molto attratto da tutte le gare Endurance più che dalle gare Sprint. Mi piacerebbe correre nel WEC ed in qualsiasi categoria che propone, dalla LMP1 alla GTE Am, ma anche la strada giapponese nel Super GT è molto interessante ed intrigante, specialmente nella classe GT500.
Sono due monomarca che stanno crescendo in maniera esponenziale negli ultimi anni, sicuramente sono un bellissimo trampolino di lancio perchè ti danno la possibilità di legarti direttamente ad una casa automobilistica.
Beh sicuramente questo è il mio obiettivo come pilota, perchè sarebbe il coronamento di un percorso di crescita sportiva e personale.
Torniamo al 2013: hai disputato l’unica gara in GT con la Ferrari 458 Italia GT3 di Ombra Racing (team con cui hai vinto il titolo in Auto GP) nell’ultima gara stagionale del GT Open a Barcellona. Come hai affrontato questo cambiamento rispetto alla monoposto?
Molto tranquillamente perchè conoscevo sia il team sia la pista, quindi mi sono dovuto adattare solo alla nuova macchina anche se, all’inizio, non è stato facile ma alla fine in qualifica ho fatto il terzo tempo ed ero la miglior Ferrari al via.
La Formula 1 oggi è una questione che non è prettamente sportiva quindi forse può essere indicato questo come motivo per la mancanza di piloti italiani. Nel mondo dell’Endurance, invece, abbiamo moltissimi piloti definiti top e che ogni anno vincono i migliori campionati su diverse categorie, solo che i “non addetti al lavoro” non seguono questa tipologia di corse ma basano tutto sulla Formula 1 e su quello che leggono sui giornali più famosi che, ovviamente, non trattano queste competizioni.