domenica, Dicembre 22, 2024

GP SILVERSTONE: l’analisi della gara

Il Gran Premio di Gran Bretagna, corso sullo splendido tracciato di Silverstone, ci ha mostrato un nuovo dominio assoluto targato Mercedes W07 Hybrid. Ma la gara che andiamo ad analizzare quest’oggi non ha riservato grosse sorprese poiché già dalle prove libere 2 si era capito che nessun Team in condizioni di pista asciutta avrebbe potuto insidiare il duo Mercedes.

Il tracciato di Silverstone ha esaltato le caratteristiche della vettura anglo-tedesca che non dispone attualmente solo della miglior Power Unit ma anche di una vettura con pochissimi punti deboli: tanto carico aerodinamico ottenuto da una efficienza spaventosa accoppiato ad un setup meccanico e telaistico che la fa volare sia nelle curve veloci che in quelle medio-lente. Come scrivevamo durante lo scorso weekend, pur disponendo di un buon vantaggio su tutti i principali rivali, Mercedes ha pensato di introdurre un nuovo grande step evolutivo che ha dato i risultati sperati comportando ottimi benefici nella guidabilità della vettura sia nel lento che nel medio-veloce.

L’unico rivale del campione del mondo in carica Lewis Hamilton è stato il compagno di squadra Nico Rosberg che però non è mai riuscito ad infastidire più di tanto il campione del mondo: Hamilton ha centrato piuttosto agevolmente la pole position ed in gara è riuscito a gestire nel migliore dei modi tutte le fasi di corsa correndo con estrema velocità e lucidità. 

Per quanto riguarda gli altri Team, la principale antagonista della Mercedes è stata la Red Bull, unica vettura su questo layout di circuito che è riuscita a mettere sotto pressione almeno nella prima parte di gara le ottime prestazioni della Mercedes W07. Ancora una volta stiamo parlando di una vettura, quella del Team anglo austriaco, con superlative doti telaistiche e con una ottima aerodinamica. Ma senza la giusta potenza, anche su un circuito come quello di Silverstone dove il gap motoristico viene “leggermente” attenuato è praticamente impossibile battere l’attuale Mercedes. Infatti, i circa 30 CV al giro (in configurazione gara) in meno della Power Unit Renault significano a Silverstone circa 4 decimi.

E la Ferrari SF16-H? Per la Rossa, quello passato è un fine fine settimana in cui c’è ben poco sa salvare. La SF16-H si è dimostrata (almeno in questo weekend) una vettura con grossi problemi soprattutto telaistici e non è risultata mai stata competitiva in tutto il fine settimana. La SF16-H è una vettura molto delicata soffrendo cosi come la vettura del Team Haas il tanto vento trasversale presente sul tracciato di Silverstone sia in qualifica che in gara (era successo anche a Barcellona).

La Power Unit non rappresenta più un problema per il team di Maranello: a livello di potenza massima hanno raggiunto Mercedes anche se sono ancora leggermente indietro rispetto agli anglo-tedeschi nell’erogazione della coppia e nella gestione dell’ibrido soprattutto in quei tracciati lunghi ove si riesce a recuperare più di 4 MJ. Oltre a queste problematiche va segnalata la mancanza di affidabilità che ha costretto Vettel all’ennesima sostituzione del cambio che gli ha fatto perdere altre 5 posizioni in griglia. I piloti, in special modo Raikkonen, hanno raccolto il massimo possibile dalla vettura in quanto sembrava impossibile ottenere di più visto che sia Mercedes che Red Bull in questo appuntamento erano superiori.

Buona anche la prestazione della Force India che è riuscita a portare a casa punti preziosi grazie al sesto posto di Perez ed il settimo di Hulkenberg. Ormai il Team indiano lo si può considerare come la quarta forza del mondiale in quanto già da diverse gare è stabilmente davanti a Williams, un qualcosa di veramente importante se calcoliamo le difficoltà economiche presenti. Importante il lavoro di confronto che i due piloti hanno effettuato durante le prove libere dove hanno comparato la vecchia sospensione posteriore con quella nuova di ispirazione Mercedes. Se quest’ultima inizialmente sembra dar ottimi risultati, nei Gran Premi successivi a quello di Monaco il Team indiano aveva riscontrato un degrado anomalo degli pneumatici posteriori e per questo hanno deciso di utilizzare su entrambe le vetture quella standard introdotta nei primi test stagionali.

Anche la Toro Rosso con Sainz ha disputato una corsa molto solida riuscendo a portare a Faenza un ottimo ottavo posto. La STR11 è un ottima vettura, nata bene e che dovrebbe ricevere un importante update aerodinamico nel Gran Premio di Germania. Peccato solo per la Power Unit Ferrari del 2015 che paga troppi cavalli nei confronti dei motorizzati Mercedes, Williams e Force India in primis.  

Tra i bocciati del GP di Silverstone è giusto inserire oltre alla Ferrari anche la Williams. Il team di Grove sta facendo passi da gigante peccato che all’indietro e non riesce più ad essere competitivo nemmeno sulle piste su cui andava forte nel 2014 e 2015. La vettura paga grosse carenze di carico aerodinamico e meccanico che non garantiscono la giusta velocità sia nel medio-veloce che nel lento. Visto il budget limitato non crediamo che la Williams possa dare una svolta alla stagione in quanto a Grove staranno già lavorando duramente per il 2017 dopo che si sono accorti che la FW38 era una monoposto nata fin da subito piuttosto male. Il team di Frank Williams dovrà comunque cercare di lottare fino alla fine del mondiale per cercare di arrivare davanti alla Force India per il quarto posto in classifica costruttori che gli garantirebbe un buon gruzzoletto di denaro.

Anche McLaren va inserita tra i bocciati di questa settimana viste le buone prestazioni offerte in pista in alcune parti di gara. Nonostante un deficit di potenza della Power Unit di circa 70 CV nei confronti di Mercedes la MP4-31, soprattutto con Alonso, si era dimostrata abbastanza consistente. Peccato che a causa di un grave errore di strategia e di errore commesso dal pilota spagnolo i punti portati a Woking sono stati zero.

Passando ad analizzare la gara, da segnalare che tutti i team appena la pista si è asciugata hanno utilizzato le gomme medie in quanto le soft, anche se più prestazionali, non permettevano di completare l’intera durata della gara. Nonostante la Pirelli alla vigilia della corsa abbia dato dei valori indicativo sul massimo numero di giri da percorrere con ciascuna mescola i team sono riusciti ad arrivare in fondo alla gara senza grossi problemi pur utilizzando gli pneumatici per più giri di quelli consigliati”. 

Dopo questo ampio riassunto sui principali team andiamo ad analizzare i run dei protagonisti:

MEDIE STINT

Andando ad analizzare ciascun giro è riscontrabile che Hamilton ha messo “in cassa forte” la gara nei primi giri quando la sua W07 montava Full Wet quando è riuscito a costruire un grande gap nei confronti di Verstappen e soprattutto Rosberg.

La Ferrari in questa fase aveva giustamente anticipato il primo pit stop andando a montare immediatamente le gomme intermedie al giro 5 ma questa scelta è stata vanificata dal regime di VSC che ha fatto perdere a tutti i piloti che avevano optato per tale scelta tempo prezioso. L’unica cosa che si può rimproverare forse al muretto “rosso” è il fatto di non aver diversificato le due strategie cosi poter sfruttare nel caso, una Virtual Safety Car (molto probabile) nelle prime fasi di gara.

Con gomme intermedie il più veloce è stato Verstappen che grazie al suo passo (il telaio RedBull ha fatto una buona differenza) è riuscito a portarsi in seconda posizione scavalcando Rosberg grazie ad uno stupendo sorpasso all’esterno. Il pilota olandese rispetto ad Hamilton ha posticipato di 1 giro la scelta delle slick e la scelta non è sembrata essere stata poi così sbagliata. Se andiamo a sommare i tempi dal giro 17 al giro 20 vediamo che Hamilton ha percorso questi passaggi con un tempo totale di 7:16,9 mentre Verstappen è stato 3 decimi più veloce.
Al giro 20 il gap che separava Verstappen dal leader della corsa era di 5,7 secondi che è salito a 8 secondi a fine gara. Questo dimostra che il passo della Red Bull di Verstappen era molto consistente anche sull’asciutto anche se va detto che Hamilton sicuramente ha gestito la vettura e non ha spinto al massimo per non sovraccaricare le ultime parti (senza penalità) della sua Power Unit.

Per quanto riguarda la Ferrari il passo è stato molto lento in ogni condizione di gara. Soprattutto con le gomme intermedie sia Raikkonen che Vettel hanno mostrato tutti i limiti telaistici (sul bagnato il telaio fa molta più differenza che sull’asciutto) e in parte aerodinamici della vettura. Con l’asciutto la situazione è leggermente migliorata anche se il ritmo è stato di ben 1 s superiore a Mercedes e Red Bull.

Insomma, è stata chiaramente una gara da dimenticare per la Ferrari che d’ora in avanti dovrà preoccuparsi seriamente anche della Red Bull se andiamo a spulciare la classifica costruttori. Ma questa non è una novità se andiamo a considerare che RedBull è partita con una vettura molto competitiva a cui mancavano solo i giusti CV introdotti da Renault tra Monaco e Canada. Senza contare che gli sviluppi attesi sulla SF16-H, anche per via di problemi esterni alla Ferrari stessa i quali potrebbero a breve portare a risvolti “clamorosi, non sono mai arrivati, limitando quindi i miglioramenti in prestazioni della vettura italiana. 

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