lunedì, Dicembre 23, 2024

GP GIAPPONE: l’analisi della gara

E’ bene iniziare questa analisi soffermandosi sul meteo che ha fatto da contorno a questo ottimo, sotto il profilo della spettacolarità, Gran Premio del Giappone: le prove libere 2, su cui ci siamo soffermati nel nostro classico articolo di analisi dei passi gara, sono state svolte con una temperatura della pista attorno ai 33°C mentre e qualifica e soprattutto la gara, si sono corse con 7°C in meno (26°C). Non si possono ovviamente tralasciare le modifiche di assetto alle varie vetture ma la differenza di prestazioni tra il venerdì e il sabato/domenica dipende molto anche dai due dati sopra riportati. Senza contare che tra le qualifiche e la gara sulla pista di Suzuka è piovuto molto, andando a cancellare la gomma depositata dalla varie vetture tra il venerdì e il sabato.
Immagine dell’amico @F1sMyDrug

La lotta per la vittoria, come spesso avviene in questa stagione 2016 di Formula 1, si è risolta durante la partenza quando Rosberg è scattato molto bene dalla pole position mentre Hamilton, per l’ennesima volta, ha sbagliato la partenza compromettendo la sua corsa.

Come potete osservare dall’immagine successiva, il campione del modo inglese al momento dello stacco della frizione era molto basso di giri tanto che il sistema dell’antistallo è entrato in funzione per far si che la vettura non si spegnesse. A Hamilton il grossolano errore è costato parecchie posizioni, concludendo il primo giro in ottava posizione.

Le Ferrari, nonostante le ottime qualifiche che gli erano valse la seconda fila sullo schieramento, sono partite dalla sesta posizione con Vettel (penalità di 3 posizioni per l’incidente alla partenza del Gran Premio della Malesia) e in ottava con Raikkonen per via della sostituzione del cambio.

Per entrambe le rosse lo scatto al via è stato piuttosto buono ma la partenza ha rilento di Hamilton che creato qualche problema anche ai due alfieri della Ferrari che non sono riusciti a guadagnare troppe posizioni. Al termine del primo giro Vettel è transitato in quarta posizione grazie anche ad un meraviglioso sorpasso alla 130R su Ricciardo con Raikkonen invece in settima posizione.

Fin dalle prime battute si era capito che la RedBull di Verstappen non aveva la potenzialità per tenere il ritmo della Mercedes di Rosberg, la quale nei primi 7 giri si è costruita un buon gap, gestito poi con estrema tranquillità fino al termine della gara. A livello prestazionale, se analizziamo i tempi, la vettura più veloce dopo Rosberg, almeno in questo primo stint con gomme soft, è stata la Ferrari di Vettel che appena liberatosi dal traffico di Perez (giro 3) ha girato su tempi più competitivi rispetto a Verstappen. Dal giro 4 fino al momento dello stop del pilota olandese che è avvenuto al giro 10, Vettel è riuscito a guadagnare 1 secondo sulla Red Bull di Verstappen. Il muretto di Milton Keynes è stato molto intelligente poiché, quando si è reso conto che la Ferrari era più veloce di loro e che le loro gomme soft stavano avendo un degrado eccessivo, ha richiamato immediatamente ai box entrambi i piloti per proteggersi da un eventuale tentativo di undercut della Ferrari.

Se Verstappen è stato particolarmente competitivo la stessa cosa non si può dire di Ricciardo che non è sembrato avere il bilanciamento corretto della vettura oltre a dei problemi di potenza della Power Unit Renault piuttosto anziana (si parla di 20 CV in meno rispetto ad una PU fresca) e che verrà sostituita nel prossimo Gran Premio. Solo nel primo stint, pensate che Ricciardo ha avuto un passo peggiore rispetto al compagno di squadra di ben 9 decimi a dimostrazione che qualche problema il pilota australiano lo aveva in questo fine settimana.

Hamilton e Raikkonen invece, pur dimostrando negli altri stint di avere un buon passo, non sono riuscito a dimostralo in questa prima parte di gara a causa del traffico.

Il secondo stint è stato disputato dai top 6 con le gomme hard che a differenza delle soft si sono dimostrate molto consistenti e con un degrado molto contenuto. Il pilota più veloce in questa fase di gara è stato Hamilton che doveva sicuramente rimontare a causa della brutta partenza. Il pilota inglese ha girato con un passo migliore rispetto a Rosberg di 2 decimi. Va comunque detto che Rosberg, secondo le informazioni che abbiamo raccolto dopo la gara, non ha mai spinto al massimo del suo potenziale ma ha solamente gestito il distacco dalla RedBull di Ricciardo. I problemi alla power Unit accusati da Hamilton in Malesia hanno messo un po’ di agitazione al box Mercedes ed è per questo che Nico ha pensato più a gestire la macchina che allungare sul pilota olandese.

Se guardiamo la tabella in basso, possiamo notare che il ritmo di Verstappen è stato migliore rispetto a quello di Vettel di circa 2 decimi. Questo è dovuto al fatto che Vettel ha effettuato uno stint molto più lungo rispetto a Verstappen per cercare di mettere le gomme soft nell’ultima fase di gara. Facendo così, il pilota tedesco della Ferrari, a causa del degrado delle gomme e del traffico in pista dovuto ai doppiaggi, ha perso tantissimo tempo. Se andiamo a calcolare il passo di Vettel al momento della sosta di Verstappen avvenuta al giro 28 possiamo notare che il ritmo del pilota della Ferrari è stato di 1:37,2 e quindi più veloce di 3 decimi sulla Red Bull. Da Ferrari ben due errori strategici: innanzitutto non aver provato ad effettuare un undercut su Verstappen nei giri 26 (2.2 secondi di distacco i due) e 27 (1.8 secondi di distacco i due) sfruttando la hard fresca per passare il giovane pilota della RedBull con un veloce giro di rientro. Il secondo invece è ancora più clamoroso: come si può non pensare che la strategia di Hamilton era quella di avvicinarsi il più possibile a Vettel per poi tentare un undercut? E cosi è stato, visto che Mercedes appena Hamilton è sceso sotto i 5 secondi di distacco su Vettel, ha effettuato la sua seconda sosta montando Hard usate per arrivare in fondo alla gara. Il problema di Ferrari è che non riesce mai a cambiare strategia in base a come si mette la gara: perso l’undercut su Verstappen bisognava comunque passare al piano B andando in fondo con un nuovo set di gomme dure ma restando comunque davanti a Hamilton dopo l’ultimo pit stop. Quindi al massimo al giro 30 la Ferrari doveva pittare (6 secondi su Hamilton) e giocarsi poi la posizione con Hamilton in pista. Da notare come Vettel anche se fosse entrato al giro 30 (rispetto al giro 28 di Verstappen), sarebbe poi tornato in pista a circa 2 soli secondi di distanza dal pilota olandese, non una eternità con ancora 23 giri da effettuare. C’è poco da aggiungere, altra strategia disastrosa che ha messo nuovamente in evidenza i limiti umani soprattutto di Iniaki Rueda, stratega non a livello Ferrari.

Parlando di Raikkonen, non è sembrato avere un gran ritmo in gara, nonostante le ottime prestazioni delle qualifiche. In questa seconda parte di gara è stato più lento di 2 decimi rispetto a Vettel.

Nell’ultima fase di gara, ancora una volta il più veloce è stato Hamilton che era anche riuscito a ricucire il distacco su Verstappen. E’ mancato il sorpasso sul giovane pilota olandese che si è difeso alla sua maniera alla chicane che precede il rettilineo. Con il duello Verstappen – Hamilton del Giappone è sembrato di rivedere il duello in Spagna tra Raikkonen e Verstappen con il pilota olandese che prendeva sempre quei metri determinanti all’uscita dall’ultima chicane. Vettel pur montando le soft non è stato particolarmente veloce a dimostrazione che il compound più morbido portato su questa pista dalla Pirelli non era il più adatto per la gara. Capitolo a parte lo merita Verstappen che per l’ennesima volta si è difeso con una mossa che il regolamento giudica al limite della scorrettezza. La cosa interessante è che i piloti, dopo quello che successe in Ungheria con Raikkonen, avevano deciso in una riunione nel venerdì della Germania di evitare determinate manovre in fase di frenata. Manovre molto pericolose poiché se Hamilton non avesse bruscamente scartato verso sinistra, avrebbe preso in pieno il posteriore della RB12 del pilota olandese rischiando anche il decollo. Se a Verstappen verrà permesso di difendersi sempre in questa maniera, mai nessun pilota riuscirà a sorpassarlo in fase di staccata, con conseguenze che potrebbero anche essere drammatiche se il pilota in fase di sorpasso non avrà i giusti riflessi per evitare il contatto.

In  conclusione, su questo tracciato la Ferrari ha dimostrato di avere il passo e le potenzialità per giocarsela con la RedBull pur partendo dietro, standogli davanti ai “bibitari” se gli fossero partiti davanti (con la griglia di partenza di sabato, senza penalizzazioni).

Tra due settimane si andrà negli Stati Uniti, sulla bella e calda pista di Austin, con Ferrari che sarà già ovviamente sotto esame per capire se il salto in avanti visto in Giappone è anche molto merito dei nuovi aggiornamenti portati tra Singapore e Malesia. Secondo noi, ma anche secondo Raikkonen, i nuovi pezzi hanno inciso ben poco sulla prestazione complessiva della SF16-H del Giappone, con i fattori ambientali esterni (le temperature basse dell’asfalto) che sono stati più determinanti per far trovare ai tecnici della scuderia italiana la giusta finestra di funzionamento degli pneumatici. E quando la trovano, la SF16-H dimostra di non essere una cattiva vettura.

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