martedì, Novembre 5, 2024

REDBULL RB13: l’analisi tecnica

E anche la tanto attesa RedBull RB13 è stata finalmente svelata. La RB13 è una vettura esteticamente molto bella che colpisce per la sua grande semplicità ma è proprio questo fattore che ha fatto storcere il naso ai più tecnici come noi. C’è però sicuramente da dire che qualche interessante soluzione è presente (muso e pance…) ed è per questo che abbiamo voluto fare una prima veloce analisi della RB13 già nella giornata odierna, aspettando foto più dettagliate che arriveranno sicuramente dalla giornata di domani.
Immagine 1

Ciò che colpisce di più della nuova vettura progettata in gran parte dal tecnico inglese Adrian Newey è il foro nella parte anteriore del muso (freccia gialla immagine 1) che può andare sicuramente a ricordare il muso della RB10 2014. In quel caso il foro era parzialmente chiuso con la parte aperta che andava a portare aria all’interno dell’abitacolo per raffreddare il pilota. Un vantaggio aerodinamico poiché con quella soluzione il Team di Milton Keynes è andato sicuramente a diminuire la resistenza all’avanzamento generata dalla parte anteriore del muso. Un muso in versione 2017 che ha un concetto aerodinamico piuttosto simile a quello della RB12; la principale funzione è quella di portare quanta più aria possibile nella parte inferiore del telaio per una maggior generazione di carico aerodinamico tramite il generoso diffusore posteriore in versione 2017.

L’ala anteriore a freccia è diversa da quella montata a fine stagione 2016 anche se viene confermato il tunnel e il concetto aerodinamico generale dell’ala, con la parte esterna che espelle l’aria ai lati e al di sopra degli pneumatici anteriori. Le novità che riguardano l’ala anteriore della RB13 riguardano gli upper flap (freccia arancio immagine 1) che ora risultano avere una parte interna non più a sbalzo ma collegata al mainplane, simil ala anteriore che ha debuttato nel GP di SPA 2016.
Per quanto riguarda i flap superiori, guardando l’unica immagine rilasciata dal Team RedBull, sembra che siano stati alzati (cerchio in blu nell’immagine 1per una diversa collocazione del vortice Y250 che si stacca dalle punte di quei profili. Per concludere l’analisi dell’ala anteriore, da segnalare l‘allungamento del deflettore posizionato sugli endplate rispetto all’ala in versione 2016, utile ad energizzare il flusso passante ai lati dell’ala anteriore.
Sulla RB13 a quanto pare dall’immagine rilasciata dal Team anglo austriaco, ricompare il sistema S Duct, ossia quel componente che incanala l’aria turbolenta da sotto il naso espellendola sotto forma di flusso laminare al di sopra della vettura con l’obiettivo di aumentare la pulizia dei flussi sotto il telaio della vettura. Avere dei flussi “sporchi” in quella zona significherebbe portare al retrotreno un flusso meno pulito ossia che potrebbe garantire una minor generazione di carico aerodinamico. La posizione di ingresso dell’S Duct (freccia rossa nell’immagine 1), tramite quella che sembra una presa NACA (ma per essere più precisi serviranno immagini più dettagliate), è molto avanzata seguendo la filosofia tracciata lo scorso anno dalla Mercedes, cercando quindi di dilatare orizzontalmente la S del condotto per una maggiore efficienza del sistema.

Immagine 2

Nell’immagine 2 si possono notare i mozzi aperti (cerchio giallo nell’immagine 2) quindi si può certamente ipotizzare che la RB13 proverà almeno nei test di Barcellona la RB13 con i mozzi soffianti. Questa caratteristica all’anteriore permette di avere un flusso d’aria uscente direttamente dal mozzo che se ben tarato, contribuisce a ridurre le turbolenze che si vengono a generare dal rotolamento dello pneumatico e che disturbano l’efficienza aerodinamica generale della monoposto, soprattutto tra parte centrale e posteriore della vettura.
Sull’anteriore, lo schema è rimasto il tanto convincente push rod con terzo elemento che quest’anno dovrebbe risultare completamente idraulico dopo i brevi test effettuati nella seconda parte della stagione 2016 (QUI maggiori informazioni). Con la freccia bianca abbiamo messo in risalto il vanity panel che va a coprire lo scalino del telaio tagliato grazie al famoso buco regolamentare che tanto ha fatto discutere nella passata stagione e che verrà reso illegale con la stagione 2018 di Formula 1 (molto probabilmente).
Immagine 3
Sempre parlando di scalino sul telaio, per riuscire ad installare una versione più complessa ma probabilmente redditizia di terso elemento sospensivo anteriore, si può notare dall’immagine rilasciata dalla RedBull che sopra il terzo elemento è presente una protuberanza come se l’ingombro di quest’ultimo elemento sia più ampio dello spazio che RedBull aveva verticalmente per l’installazione. Con le frecce blu abbiamo voluto mettere in evidenza l’aria che fuoriesce dallo sfogo dell’S Duct.
Per quanto riguarda la parte centrale possiamo dirvi che dopo un’attenta analisi, risulta essere la parte della RB13 meno interessante e dove si vedranno immaginiamo più interventi durante il pre stagione. I deviatori di flusso sono molto simili a quelli della RB12 con l’eccezione dei bargeboard che risultano essere stati maggiorati nelle dimensioni ma senza grossi spunti tecnici. Piccole, ma lo erano anche sulla RB12, le prese d’aria che portano aria fresca ai caldi radiatori contenuti nelle pance.
Il fondo ha come tutte le vetture già presentate, nel bordo di attacco una parte rialzata (freccia verde immagine 2) per incanalare un flusso d’aria maggiore sotto la vettura che vada ad alimentare il diffusore, cercando di aumentare il carico aerodinamico (la freccia gialla nell’immagine 2).


Il Team RedBull è intervenuto invece sulla forma dell’airscope che risulta essere ora più triangolare rispetto alla versione ovale della RB12.
Immagine 4
Al posteriore c’è sicuramente da notare il grande lavoro che i tecnici del Team RedBull hanno fatto per liberare la parte superiore del fondo, zona fondamentale se si vuole cercare una miglior generazione di carico aerodinamico tramite l’estrattore. Cosi come sulla RB12 il Team RedBull mantiene il pull rod della sospensione posteriore molto avanzato. Il fondo nella parte davanti alle ruote posteriori non sembra essere troppo curato, con le soffiature orizzontali aumentate in larghezza, soluzione adottata anche da altri Team visto che il regolamento tecnico 2017 lo permette. 
Anche sulla RedBull RB13 viene confermata la pinna stabilizzatrice (in bianco nell’immagine 4) cercare di “ripulire” il flusso d’aria diretto verso la bassa ala specifica 2017. Ricordiamo che per almeno tre volte durante i tavoli tecnici tra la FIA e i Team, la RedBull ha cercato di vietare la presenza delle pinne stabilizzatrici. Non tanto per motivi estetici ma perchè per il concetto aerodinamico della RB13 quel componente potrebbe risultare meno importante rispetto per esempio alla W08 che dovrebbe restare su un concetto aerodinamico che non predilige assetti con alti angoli di rake. Presenti anche sulla RB13 le soffiature “aperte” nella parte alta degli endplate in stile Toro Rosso 2016 (cerchio rosso nell’immagine 4). Per il resto del posteriore preferiamo attendere ulteriori immagini in arrivo tra la giornata di domani e quella di martedì. 

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