Immagine 1 – Il diffusore della Ferrari SF70H |
Immagine 2 – La differenza di assetti aerodinamici tra Raikkonen e Vettel ad Austin 2016 |
FERRARI SF70H: il fondo si piega ai lati per simulare l’effetto “minigonna”
Immagine 3 – Il fondo della Ferrari SF70H ha degli elementi “mobili” nella parte esterna |
Una vettura italiana che oltre ad una inclinazione verso il basso delle parti esterne del fondo con effetto di contenimento dei flussi sfrutta anche degli elementi piuttosto mobili, indicati con il numero 1 (freccia arancio in basso) e il numero 3 (freccia gialla in basso) nell’immagine 3; componenti che flettono in modo piuttosto accentuato alle alte velocità. E’ interessante soprattutto far notare come la parte terminale del fondo (quella generata dall’ultima soffiatura ad L) fletta molto verso il basso rispetto a tutta la parte anteriore. Quella è una zona fondamentale da controllare poiché avere un flusso molto energetico in quella zona evita l’interazione con i flussi turbolenti generati dal rotolamento degli pneumatici e aiuta a far funzionare nel migliore dei modi il diffusore. Delle flessioni che con gli attuali strumenti software e di calcolo si riescono a prevedere in modo piuttosto importante e veritiero.
La FIA dal Gran Premio di Australia sta monitorando quanto scritto in questo paragrafo poiché dopo i test pre stagione di Barcellona sia Mercedes che soprattutto RedBull hanno chiesto chiarimenti in merito. Ma per ora non sembra essere stata presa nessuna decisione.
Ma non è finita qui perché Mercedes ha chiesto ulteriori chiarimenti alla FIA e a Jo Bauer che non riguardano direttamente il fondo ma bensì, più precisamente, la flessione dell’ala posteriore a detta del Team Mercedes troppo importante.
Una flessione dell’ala posteriore che però è legata principalmente a quella variazione di rake di cui abbiamo parlato nel secondo paragrafo di quest’articolo e non tanto alla flessione dei due piloni centrali di sostegno. Il fondo della SF70H alle alte velocità si abbassa fino a 50 mm, dimezzando l’angolo di rake (1.6° a vettura ferma) a totale vantaggio della riduzione di resistenza all’avanzamento. E siccome l’ala posteriore è collegata al fondo, abbassandosi il fondo viene trascinata con sé. Ma la novità sembra stare nel fatto che Ferrari utilizza solo parzialmente una taratura più morbida della sospensione posteriore (non quindi utilizzando l’energia accumulata nelle fasi di rollio come faceva RedBull nel 2016) che la fa quindi sedere alle alte velocità, avvalendosi anche e soprattutto di un fondo flessibile nella zona posteriore che deforma maggiormente ad alti valori di carichi verticali trascinandosi quindi anche l’ala posteriore ad esso collegato. Notare infatti come non solo l’ala posteriore si abbassi verso il basso ma bensì anche il monkey seat che non è collegato al doppio pilone di sostegno dell’ala. Questo è quello che pensano alcuni Team.
Per la Scuderia italiana riuscire a sfruttare uno spinto assetto rake dinamico risulta essere fondamentale poiché la SF70H non fa sicuramente dell’efficienza aerodinamica una delle sue principali forze (viceversa per la Mercedes W08). La vettura italiana ha dimostrato di dover caricare molto le ali (l’anteriore in Bahrain è stata caricata ed è stata provata una configurazione ancora più carica al posteriore) per generare il carico aerodinamico necessario a far funzionare nel miglior modo le Pirelli 2017; senza la possibilità di ridurre in modo cosi importante l’angolo di incidenza del corpo vettura sui rettilinei (simil 2016), la vettura italiana pagherebbe molto in termini di velocità di punta con ali cosi cariche nonché in consumi, pur avendo una Power Unit molto simile a quella Mercedes come potenza di picco. I tecnici della vettura italiana dovrebbero quindi scaricare la vettura, generando cosi una minor quantità di carico aerodinamico, che potrebbe poi mettere in crisi gli pneumatici Pirelli 2017. Ciò invece non succede per via della corretta filosofia progettuale della SF70H che fa del fondo il suo componente geniale, l’attuale “segreto” della rossa.