Le novità analizzate nella giornata di ieri (LINK 1 – LINK 2), come annunciato questa mattina sul famoso Social Twitter, non erano le uniche in serbo dal Team Ferrari per questo terzo appuntamento stagionale che si correrà domenica alle ore 17 in Bahrain.
La Ferrari si è presentata in pista nei primi due appuntamenti della stagione con un setup aerodinamico leggermente più carico rispetto al Team Mercedes ma anche al terzo attuale Team della griglia, ossia RedBull. Questo trend è stato confermato anche nelle prime Prove Libere del Bahrain (circuito dove serve più carico rispetto alla Cina) con Sebastian Vettel che ha anche utilizzato per molti giri la nuova ala anteriore da più alto carico mantenendo inalterata invece la configurazione aerodinamica al posteriore.
Ma la novità principale la si è vista sul posteriore della Ferrari SF70H di Kimi Raikkonen, che purtroppo, per un problema al turbocompressore ha dovuto saltare praticamente tutta la prima sessione di prove libere. Stiamo parlando di una soluzione inedita a doppio monkey seat con la parte indicata con la freccia verde che è la vera e propria novità. Un secondo monkey seat, rispetto al singolo indicato con la freccia gialla, a due elementi per cercare di incrementare ulteriormente il carico aerodinamico al posteriore.
Sebastian Vettel è sceso in pista invece con la soluzione classica a singolo monkey seat (a 3 elementi) utilizzata sia in Australia che in Cina.
Ricordiamo che il monkey seat (il termine esatto sarebbe ala Y100) è un piccolo profilo aerodinamico collocato nella zona posteriore della vettura, più precisamente nei 200 mm centrali, ed ha la funzionalità di aggiungere qualche kg di deportanza sul posteriore della vettura. Non essendo un’ala che è direttamente a contatto con l’aria (a differenza dell’ala anteriore), esso non produce molta resistenza. Grazie a questa soluzione gli ingegneri riescono a spostare verso l’alto il flusso d’aria (up-wash) che investe il monkey seat, compresi i gas di scarico in uscita dal terminale, massimizzando anche la deportanza creata dall’ala posteriore in quanto si va ad accelerare il flusso d’aria nel dorso dell’ala posteriore.