lunedì, Dicembre 23, 2024

GP BAHRAIN: l'analisi della gara

La Ferrari SF70H “risorge”nel giorno di Pasqua dopo un sabato di qualifiche piuttosto deludente. Deludente non per la posizione in griglia, comunque il minimo sindacale per il binomio Vettel – SF70H, ma per il gap accusato nei confronti del poleman Valtteri Bottas. Gap dilatato da un utilizzo non cosi spinto del motore elettrico MGU-K (facendo perdere tempo alla SF70H soprattutto nelle prime fasi dei rettilinei), tornato poi a funzionare sui livelli “standard” durante la gara domenicale.

Un assetto quello scelto dagli uomini in rosso insieme al loro pilota di punta, quattro volte campione del mondo, Sebastian Vettel, rivelatosi poi azzeccato per la gara con un’altra, ormai la terza, ottima gestione delle Pirelli 2017 sia Soft che soprattutto SuperSoft. E’ proprio su questo compound, Low Working Range e quindi funzionante con temperature più basse rispetto alla mescola Soft, che la SF70H ha in parte fatto la differenza rispetto alla comunque buona, ma non perfetta, Mercedes W08.

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Partendo dalla partenza, la gara si è messa subito sul binario giusto per Vettel. Era fondamentale per il pilota tedesco riuscire a passare almeno una Mercedes in fase di partenza e cosi è stato grazie ad una grande manovra (e ad un Hamilton veramente addormentato). Fin dai primissimi giri si è capito che Bottas non aveva il ritmo per staccare gli avversari, in primis Vettel e la sua SF70H che restando sempre sotto al secondo di distacco riuscivano a mettere parecchia pressione alla W08. Ma c’è una spiegazione tecnica: per via della rottura del generatore di corrente presente sulla griglia al fianco della W08 di Valtteri Bottas, il pilota finlandese è partito con pressioni ben al di sopra di quelle minime imposte dalla Pirelli. Quale la conseguenza? Un ulteriore innalzamento della pressione mentre gli pneumatici andavano in temperatura, facendo perdere ulteriore grip al posteriore della W08. Un Valtteri Bottas che quindi faceva da “tappo” per dirla all’italiana favorendo anche il duo RedBull che, nella prima parte di gara su compound SuperSoft, ha comunque dimostrato di aver un ottimo passo. La spiegazione è presto data: la RB13 è una vettura che fa fatica a portare velocemente gli pneumatici in temperatura (nella corretta finestra di funzionamento) riuscendo cosi a sfruttare molto meglio i compound Low Working Range rispetto agli High Working Range (la Soft per intenderci). Se ricordate il Gran Premio di Cina, su entrambe le RedBull erano stati utilizzati in gara solo compound SuperSoft poiché con le basse temperature della pista di Shanghai la Soft non sarebbe mai andata in temperatura per Verstappen e Ricciardo. Insomma, il problema opposto manifestatosi sulla Mercedes W08, che tende invece a surriscaldare i compound Low Working Range ed a utilizzare piuttosto bene invece quelli High. Tornando alla partenza, se per Vettel la gara è iniziata bene, stessa cosa non si può dire per Raikkonen che, nel tentativo di scavalcare una delle due Red Bull, si è fatto infilare da Massa. Un Felipe Massa che farà perdere secondi preziosi alla SF70H del finlandese che risulteranno determinanti nel far perdere anche in questo terzo appuntamento stagionale il podio al pilota finlandese.

Il giro 10 è stato quello decisivo: il muretto Ferrari decide di tentare giustamente l’undercut a Bottas (una strategia aggressiva che può portare a problemi come in Cina, ma è una strategia corretta perché un Bottas pur con problemi Vettel non riusciva a passarlo) richiamando ai box per il pit stop Sebastian Vettel. Mercedes non risponde, RedBull copia su consiglio di Max Verstappen il giro dopo. Scelta corretta quella del muretto di Maranello visto che Vettel con le SuperSoft nuove era molto più veloce dei rispettivi competitors e il Bahrain è una pista che permette di sorpassare soprattutto se si hanno pneumatici che in trazione garantiscono prestazioni nettamente superiori a quelle del pilota davanti. 
Ma cosi come in Cina, anche in Bahrain la giusta e aggressiva strategia dei rossi stava per essere “rovinata” dalla Safety Car uscita al giro 14 per il contatto tra Stroll e Sainz. Come potete osservare dal grafico in basso la possibilità che Bottas dopo il suo Pit Stop potesse rientrare davanti a Vettel non era mai stata messa in discussione ma la Safety Car poteva sicuramente scombussolare le cose poiché Vettel era obbligato a percorrere molti più metri di Bottas ad una velocità molto inferiore. Mercedes ha sfruttato giustamente l’ingresso della Safety Car per effettuare il pit stop sia di Bottas che di Hamilton ma in questa fase sono successe due cose molto importanti che hanno condizionato in parte ciò che si è visto nel resto della gara: Bottas infatti aveva la possibilità di sostituire le proprie gomme ed uscire davanti a Vettel ma a causa in primis di un problema elettrico alle pistole e poi al dover aspettare che fosse passato in pit lane Daniel Ricciardo, il pilota finlandese ha perso ben 4 secondi. Secondi fatali in quanto è rientrato in pista con un distacco di poco superiore ai 2 secondi nei confronti del leader della gara Vettel. Seconda cosa molto importante, Hamilton commettendo la seconda sciocchezza della giornata (la terza del weekend dopo non aver fatto siglare la pole per un sovrasterzo di potenza in curva 10 e per via di un problema al DRS che gli sono costati 2 decimi) si è beccato, per aver rallentato Ricciardo all’ingresso della pit lane, ben 5 secondi di penalità. Alla successiva ripartenza altro miracolo di Vettel che con una manovra spettacolare è riuscito a tenersi alle spalle un Valtteri Bottas che era riuscito a scaldare gli pneumatici in modo migliore rispetto al pilota tedesco.
Il più penalizzato dell’entrata in pista della Safety Car è stato, senza dubbio, Raikkonen che aveva effettuato il proprio Pit al giro 13 e non è riuscito a sfruttare il potenziale delle proprie gomme SuperSoft
Medie singoli stint


1° STINT di gara
Nel primo tratto di gara il passo dei primi quattro piloti è stato influenzato da Bottas, il quale, a causa di problemi agli pneumatici, ha girato con un ritmo piuttosto lento. L’aumento della pressione degli pneumatici ha causato un eccessivo scivolamento della W08 con conseguente overheating degli pneumatici posteriori. La linea di tendenza di Bottas dimostra che i tempi del pilota finlandese sono saliti repentinamente a differenza di Vettel ed Hamilton. 

Il passo di Vettel, invece, pur ostacolato da Bottas, è stato piuttosto buono. Pur girando costantemente in scia al pilota finlandese non ha sforzato eccessivamente le proprie gomme. La gestione degli pneumatici, soprattutto Low Working Range rispetto a Mercedes, sembra veramente l’arma in più della scuderia di Maranello in questo 2017.


2° STINT di gara
In questa fase di gara i piloti di testa hanno utilizzato compound diversi:
  • Vettel e Bottas – SuperSoft nuove
  • Hamilton e Ricciardo – Soft nuove
  • Raikkonen – SuperSoft usate
I problemi sulla vettura di Bottas con le gomme “rosse”  si sono riscontrati, pur in modo meno importante, anche in questo stint mostrandoci come la Mercedes W08 ancora non abbia capito appieno questa tipologia di pneumatici. Il pilota finlandese è riuscito a mettere pressione su Vettel solo nelle prime curve dopo il restart. Successivamente, Vettel ha allungato piuttosto facilmente, mentre Bottas ha perso, giro dopo giro, prestazione. Problemi che hanno costretto il muretto Mercedes a chiedere a Bottas di lasciar
passare il proprio compagno di squadra
che con gomme Soft stava avendo un ritmo molto migliore del suo. 

Vettel, in questo secondo stint, è stato il pilota più veloce in pista. La SF70H con gomme rosse è stata veloce e costante rispetto agli altri piloti che stavano utilizzando la stessa mescola. Dalla linea di tendenza si evince facilmente il fatto che il compound Soft aveva sicuramente un comportamento migliore sulla distanza. Per capire questo basta osservare i tempi e la linea di tendenza di Hamilton che, con pneumatici Soft, è riuscito a girare con un ritmo superiore a Vettel di soli 2 decimi effettuato uno stint molto lungo. Una Mercedes W08 che sembra aver capito appieno i problemi accusati in Australia almeno per quanto riguarda i compound High Working Range come la Soft.

Gomma soft che, invece, ha messo in crisi la Red Bull di Ricciardo. Era abbastanza evidente come il pilota australiano nei primissimi giri non avesse temperatura sugli pneumatici facendolo guidare “sul ghiaccio”. 
Non bene il passo di Raikkonen che a causa delle gomme usate e
traffico non è riuscito ad avere un buon ritmo
, girando mediamente 1 secondo più
lento del compagno di squadra. 


3° STINT di gara
In questa ultima parte di gara, a
parità di mescola, il pilota più veloce è stato Hamilton che è riuscito a
girare con un passo migliore rispetto a Vettel di ben 8 decimi.
Il pilota inglese, impegnato a ricucire il gap nei confronti della Ferrari, ha spinto al massimo mentre, Vettel, stava semplicemente amministrando la gara. Quindi, cosi come in Cina, è molto difficile fare paragoni tra i due passi. Sicuramente, il pilota tedesco, analizzando anche il ritmo tenuto da Raikkonen, poteva fare meglio ma non ne aveva sicuramente la necessità. 
Hamilton ha spinto veramente tanto in questo stint. Se analizzate la linea di tendenza e la confrontate con quella del secondo stint potete notare come i tempi siano saliti molto più rapidamente. Non cosi buono il passo di Bottas anche con questo compound. A differenza del compagno di squadra ha dimostrato di non essere competitivo con nessuna mescola dimostrando di non aver ancora compreso totalmente la gestione dei nuovi pneumatici Pirelli 2017. 
Concludendo l’analisi di questo terzo appuntamento stagionale, la Ferrari esce da queste prime
tre gare con il morale piuttosto alto sapendo di avere una vettura che sul passo gara può giocarsela in tutte le condizioni / piste.
 La facilità con cui la SF70H e Sebastian Vettel riescono a gestire le Pirelli 2017 è chiara anche se alla lunga il dover sempre rincorrere in qualifica potrebbe far la differenza. Se la Ferrari riuscisse a fare quel piccolo (in Bahrain sembrava grande) salto di qualità in qualifica allora anche la gestione delle varie gare risulterebbe molto più semplice. Puntare sempre su strategie aggressiva è si corretto ma alla lunga potrebbe portare anche a delle percentuali elevate di fallimenti (vedi Cina e Bahrain con le due Safety Car entrate in pista nel momento peggiore per Ferrari). Per quanto riguarda Mercedes c’è sicuramente da dire che il Team tedesco, pur non portando in pista novità rispetto alla gara inaugurale dell’Australia (solo un fondo rinforzato), sul passo gara si è avvicinato ad una SF70H che aveva dominato in lungo e in largo a Melbourne. Il team tedesco sta pian piano capendo sempre di più l’intero pacchetto 2017 ma ancora non basta, soprattutto se il proprio pilota di punta, in questo caso Lewis Hamilton, commette molti errori come è stato in Bahrain. Mercedes lo sa: non può permettersi dei weekend non perfetti per battere questa Ferrari e questo Sebastian Vettel.

di @spontonc e @smilextech

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