Nessuno poteva immaginarsi una prima edizione cosi spettacolare del Gran Premio dell’Azerbaijan con due Team, Ferrari e Mercedes, che come prestazioni hanno dimostrato un livello nettamente superiore a tutti gli altri ma che non sono riusciti a trovare la vittoria con nessuna delle quattro vetture a disposizione. Il suicidio Mercedes / Ferrari dapprima, e poi quello Force India, associato alla sfortuna che continua a colpire Max Verstappen, hanno permesso infatti a Daniel Ricciardo, sulla RedBull più lenta in pista, di conquistare la quinta vittoria in carriera davanti ad un Valtteri Bottas graziato dagli stewards dopi il contatto iniziale con Kimi Raikkonen e ad un pazzesco Stroll su Williams FW40.
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Vi anticipiamo che in questo articolo non analizzeremo l’incidente tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel che tanto sta facendo parlare sui social e non.
Non era iniziato nel migliore dei modi il Gran Premio di Azerbaijan per Daniel Ricciardo che ha dovuto anticipare notevolmente la prima sosta per via dei detriti staccatisi dalla SF70H di Kimi Raikkonen che hanno parzialmente ostruito uno dei condotti di raffreddamento dei freni anteriori della sua Red Bull RB13. Un Pit Stop anticipato al quinto giro, montando Soft nuove, che si pensava avesse compromesso la gara del pilota australiano del Team anglo austriaco. Ed invece non è stato cosi perchè quanto successo nei giri successivi ha permesso a Ricciardo di sfruttare i restanti due set nuovi di SuperSoft, compound che si è dimostrato notevolmente più veloce rispetto a quello Soft.
Prima di entrare nel vivo dell’articolo, analizzando quindi alcune parti della gara, è bene focalizzarsi ancora per qualche riga sulla negativa qualifica di entrambe le Ferrari. Il Team italiano ha faticato enormemente in questo fine settimana a portare gli pneumatici anteriori nel giusto range di temperatura in configurazione da qualifica e quindi con pochissimo carburante a bordo. L’assetto aerodinamico più scarico (ma più carico di quello utilizzato da Mercedes) richiesto dal circuito di Baku accoppiato a quello meccanico, certamente più rigido rispetto ad altri Gran Premi, non ha permesso al duo ferrarista di sfruttare appieno l’enorme potenziale del compound SuperSoft nella giornata di sabato. Nella bella lotta tra Ferrari e Mercedes la differenza principale nei vari weekend di gara viene sempre fatta dal come i due Team riescono a sfruttare le Pirelli 2017. Se un Team riesce a farle lavorare molto meglio dell’altro (Mercedes meglio in Canada e a Baku, Ferrari in tutti i precedenti appuntamenti), allora la differenza può anche essere importante. E se a ciò accoppiamo il fatto che Ferrari non ha potuto utilizzare su nessuna delle due vetture la specifica Spec 2 (o EVO 1) della propria Power Unit che garantisce 10 CV (2 decimi) in più rispetto alla Power Unit Spec 1, oltre ad un perdita stimata nell’1% della potenza del motore endotermico (8 CV, 0.15 secondi) per l’elevato chilometraggio del motore endotermico (3400 km), si può capire da dove deriva l’enorme gap che Mercedes è riuscita ad infliggere a Ferrari durante le qualifiche dell’ottavo appuntamento stagionale.
Ferrari che anche in questo ottavo appuntamento ha dovuto optare per un assetto aerodinamico più carico rispetto a Mercedes per generare il corretto carico aerodinamico che serve ovviamente anche per funzionare nel migliore dei modi gli pneumatici, soprattutto in condizioni di gara; ciò purtroppo fatto perdere qualche importante km/h (e quindi qualche decimo in termini cronometrici) sul lungo dritto di 2.2 che porta sul traguardo. Mercedes, avendo una vettura con una migliore efficienza aerodinamica, ha potuto scaricare maggiormente soprattutto l’ala posteriore, generando quindi più velocità nel terzo settore pur mantenendo ottime prestazioni sia nel primo settore che soprattutto nel secondo settore. Questo sia in qualifica che nella prima parte di gara. Più di difficile lettura i tempi di Lewis Hamilton nell’ultima parte di gara poiché il pilota inglese ha sofferto dei problemi che avevano “limitato” le prestazioni di Sebastian Vettel nel primo stint del Gran Premio di Russia, ossia un deleterio surriscaldamento della Power Unit con la parte ibrida che non ha potuto funzionare al pieno della potenza facendo perdere molto terreno al pilota inglese soprattutto nel secondo settore dove l’assistenza del MGU-K nelle tante ripartenze è fondamentale.
Ma per Mercedes l’inizio del weekend non era stato dei migliori anche se grazie ad un ottimo lavoro effettuato tra le FP2 e le FP3 e tra le FP3 e le qualifiche, modificando notevolmente l’assetto meccanico e apportando correttivi a quello aerodinamico pur senza modificare macroscopicamente la W08, è riuscita a portare in pista due vetture veramente competitive. Il Team anglo tedesco ha puntato molto sulla qualifica per riuscire ad iniziare la gara con entrambi i piloti davanti a tutti, gestendola successivamente, sapendo che per entrambe le Ferrari, avendo optato per un assetto aerodinamico più carico, sarebbe stato quasi impossibile trovare l’attacco nei confronti di entrambe le velocissime (sul dritto) W08. Ma dopo poche centinaia di metri dalla partenza, gli ottimi piani del Team anglo tedesco sono caduti grazie soprattutto ad una partenza molto aggressiva di Kimi Raikkonen ed ad un errore del connazionale Valtteri Bottas. Il pilota Mercedes ha calcolato male la distanza che c’era tra lui e un Raikkonen che lo stava attaccando all’esterno di curva 2, tagliando troppo sul cordolo e perdendo ovviamente direzionalità per qualche metro con un contatto con il pilota Ferrari che è divenuto cosi inevitabile. Incidente che avrebbe dovuto portare alla penalizzazione del pilota finlandese della Mercedes poiché lo spazio per evitare almeno parte del cordolo di curva 2 e il conseguente leggero decollo, Raikkonen lo aveva lasciato come si può ben vedere dall’immagine in basso. Errore quindi di valutazione da parte di Bottas che gli steward dovevano sanzionare.
Da sottolineare come la grande partenza di Kimi Raikkonen, soprattutto nel tratto tra curva 1 e curva 2, abbia spianato la strada ad un comunque ottimo (agonisticamente parlando) Sebastian Vettel; se il finlandese si fosse accodato a Bottas prima di curva 2, il pilota tedesco della Ferrari sarebbe passato sul traguardo dopo la prima tornata solamente in quarta posizione, facendogli perdere tanto terreno prezioso nella prima parte di gara nei confronti del suo acerrimo rivale per la conquista del mondiale 2017, ossia Lewis Hamilton.
Sempre parlando di Bottas non ci è piaciuta la sua brusca frenata poco prima di curva 1 per proteggere la sua posizione nei confronti dei due piloti Ferrari. Una frenata che poteva costar caro a Sebastian Vettel, proprio dietro al pilota finlandese della Mercedes come potete vedere dall’immagine poco sopra.
Per quanto riguarda i passi gara, prima parte con un Hamilton molto competitivo ma un Vettel nettamente migliorato rispetto alla deludente qualifica mentre nell’ultima parte Vettel più competitivo ma con un Hamilton leggermente sottotono anche per via di una Power Unit non completamente a piena potenza. Ma pur con questo inconveniente il pilota inglese della Mercedes è riuscito ad avere un passo gara in generale migliore di quello di Sebastian Vettel se si guardano i calcoli effettuati dall’amico spagnolo F1sMyDrug.
Per quanto riguarda RedBull, c’è da sottolineare l’eccellente capacità di generare grip meccanico da parte della RB13 evoluta in molti dettagli dal GP di Spagna, nonostante un alettone posteriore “Monza Spec” che è stato necessario per contrastare i ben 35 CV che la Power Unit Renault paga ancora da quella Mercedes dopo l’aggiornamento della benzina Petronas da parte del Team anglo tedesco in Canada e l’aggiornamento da 10 CV che Renault ha portato a Baku. Il Team con sede a Milton Keynes, per tutto il weekend è riuscito a far segnare ottimi secondi intertempi, pagando maggior dazio nel primo e terzo settore, i più veloci del veloce circuito azero. Se si guarda il passo gara però non c’è confronto con Mercedes e Ferrari, e ciò smentisce le dichiarazioni di un Max Verstappen che volevano una RedBull davanti a Ferrari in quel di Baku. In qualifica era sicuramente possibile (e la Ferrari ha rischiato grosso) mentre in gara, vero che Verstappen era più veloce di Ricciardo, ma i fenomenali crono del duo Hamilton / Vettel erano decisamente difficili da far segnare per il pilota olandese.
Concludendo: visti i valori in campo e come poteva andare a finire una gara completamente “pulita”, la Ferrari può ritenersi completamente soddisfatta del risultato finale della gara. Certo, per come si era messa la gara ad un certo punto, se Sebastian Vettel non avesse commesso quel grave errore, la vittoria era sicuramente sua, che poteva significare grosso allungo in campionato. Ma è comunque una corsa in più terminata e soprattutto due punti guadagnati da Sebastian Vettel nei confronti di Lewis Hamilton. Con una Ferrari lontanissima in configurazione da qualifica ma più vicina in configurazione di gara da una Mercedes che ha però dimostrato di essersi ripresa se non totalmente, in modo comunque importante dopo gli aggiornamenti meccanici introdotti sulla W08 in Canada. Ma c’è anche da sottolineare che circuiti da basso carico come Montreal e Baku non andavano in nessuna maniera ad esaltare le caratteristiche tecniche della SF70H, vettura nata bene sugli pneumatici se ha la possibilità di poter caricare in modo importante le ali. Ora ci sarà da capire se le migliori prestazioni Mercedes, mostrate sia in Canada che a Baku, non possano dare comunque fastidio ad una Ferrari che in molti dei primi sei appuntamenti di questa stagione 2017 ha dominato in lungo e in largo su circuiti da medio, medio-alto e alto carico.
Mmm, c'è qualcosa che non funziona. Prima del GP del Canada si diceva che il semi-permanente di Montreal avrebbe dovuto esaltare le doti della SF70-H in materia di trazione e stabilità in frenata, mentre adesso viene detto che sia quel tracciato che quello di Baku sono stati chiaramente sfavorevoli alla Ferrari.
Credo sia ragionevole dubitare di uno dei due punti di vista: a mio parere, la "superiorità" tecnica Mercedes, semplicemente, non c'è stata, mentre, al contrario, è stata evidente una componente fortunosa nelle due gare, che non ha permesso agli alfieri Ferrari di mettere sotto pressione le Silberpfeil.
Che comunque la Ferrari quest'anno sia più adatta ai circuiti ad alto/medio carico, sembra ormai un dato di fatto, più che una congettura.