domenica, Dicembre 22, 2024

GP BELGIO: modificata l’ala anteriore e la meccanica della Ferrari SF70H

E finalmente si tornano ad analizzare le fantastiche vetture 2017 di Formula 1 e non si poteva non partire da quella che al momento è la vettura in testa al mondiale piloti ossia la Ferrari SF70H. 

Una scuderia italiana che arriva in Belgio sicuramente senza i favori del pronostico ma che non ha lasciato nulla al caso provando nei test in Ungheria alcune importanti novità che potranno migliorare le prestazioni della SF70H su un tracciato “teoricamente” poco congeniale. Dall’altro lato ci troviamo una Mercedes e soprattutto un Lewis Hamilton che avranno sulle spalle tutta la pressione poiché perdere punti nei confronti di Sebastian Vettel e/o Ferrari su una pista che potrebbe adattarsi piuttosto bene alla W08 significherebbe fare nuovamente un passo indietro nella lotta mondiale. 

Per Ferrari quello belga potrebbe quindi essere un appuntamento a “minor tensione” dell’Ungheria dove in molti si aspettavano una Ferrari dominatrice. A Spa il Team italiano ha tanto da guadagnarci e poco da perderci (c’è solo RedBull da tenere d’occhio), sfruttando magari anche un meteo che nella giornata di domenica lascia qualche “speranza” piovosa agli uomini di Maranello. 

Il Team italiano si presenta in pista per questo dodicesimo appuntamento della stagione con una piccola modifica all’ala anteriore come si può ben vedere dall’immagine poco in alto: è stato eliminato il profilo orizzontale esterno all’endplate che guidava l’aria insieme al piccolo deflettore curvo. 

Per quanto riguarda l’ala posteriore, per ora, nei box di Spa si è vista solamente l’ala a cucchiaio da medio basso carico utilizzata a Baku.
Passando alla meccanica delle SF70H del Belgio, ci arrivano ulteriori conferme a quanto scritto cinque giorni fa, con Ferrari che ha confermato per SPA le modifiche (principalmente sull’anteriore) testate in Ungheria. Modifiche che permetteranno di sfruttare in miglior modo gli assetti meccanici più rigidi richiesti da piste come Spa e Monza rispetto a circuiti come Monaco o Ungheria dove il Team italiano ha dominato, pur mantenendo un importante assetto “flat” sui lunghi rettilinei che favorisce sicuramente una certa riduzione della resistenza all’avanzamento.  

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