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GP SUZUKA: la cronaca della gara di Alessandro Rana

8 ottobre 2017. Suzuka, Giappone. Sedicesimo appuntamento con il mondiale di Formula 1.
La “luna nera” asiatica continua ad accompagnare la Ferrari anche nel week end giapponese. Vettel parte in seconda posizione, ma un problema ad una candela lo costringe al ritiro dopo soli 5 giri. 
Hamilton vince il gran premio, seguito dalle due Red Bull e quindi da Bottas (che partiva con la penalità per la sostituzione del cambio). 5° Raikkonen, anche lui vittima della stessa penalità del finlandese della Mercedes.
Ma cerchiamo di analizzare, squadra per squadra, quanto successo oggi:
La gara non è ancora partita, ma è subito chiaro che sulla monoposto numero 5 ci sono dei problemi. Il cofano motore è stato rimosso e i tecnici stanno effettuando delle verifiche. Tutto però sembra apposto e il via è regolare.
Ma da subito ci si accorge che non è così. Pur essendo partito bene, Vettel non riesce minimamente a tenere il ritmo di Hamilton e in pochissimo tempo viene superato da Verstappen. Entra in pista la safety car per rimuovere la macchina incidentata di Sainz e al restart i problemi si vedono ancora di più quando sul rettilineo viene superato da tre vetture in un solo colpo. 
Non passa nemmeno un giro ed ecco che viene richiamato ai box per il ritiro.
Intanto, dietro, anche Raikkonen è in difficoltà. E’ partito con gomma gialla, ma tentando di superare Hulkenberg finisce largo e perde posizioni. 
Passano i giri e Hamilton davanti non scappa via, ma mantiene la leadership incontrastato. Verstappen prova qualcosa fermandosi per primo, ma non riesce ad ottenere nulla. L’unico momento in cui Hamilton sembra avere problemi è al suo rientro in pista, quando sembra essere in difficoltà con la gomma. Ma Bottas, che nel frattempo era passato davanti, gli copre le spalle e le cose si rimettono a posto. 
Al momento della sosta, Bottas poi rientra in pista 4°. La gomma rossa è molto prestazionale per lui e si avvicina moltissimo a Ricciardo, ma non riesce ad attaccarlo per il podio. 
Raikkonen recupera fino al 5° posto, il massimo di giornata per lui.
Quindi, Mercedes vince in un suo “feudo” con Hamilton. Per loro, adesso, la strada per il mondiale è in netta discesa. Il gioco di squadra garantisce la vittoria ad Hamilton, ma è così che ragiona un team. 
Per quanto riguarda Ferrari, invece, dopo i problemi di oggi, è abbastanza chiaro che hanno spinto la PU al massimo per riprendersi la vittoria, ma questo ha comportato problemi di affidabilità e il mondiale è andato. Queste sono le corse; se non provavano nulla era andato comunque.
Ancora una gara positiva per Red Bull che piazza entrambe le vetture a podio. Verstappen riesce ad impensierire in alcuni momenti Hamilton e Ricciardo riesce a tenersi dietro Bottas. Se tutte le novità che hanno portato dall’Ungheria in poi le avessero avute anche prima, avrebbero di certo lottato anche loro per il mondiale.
Buona gara anche per Force India e per Haas con tutte le macchine a punti. Da sottolineare soprattutto la gara del team americano, che pur partendo nelle retrovie, riesce a risalire con le macchine in 8^ e 9^ posizione, proprio dietro le “pantere rosa”.
Williams così così, con Massa che parte 9° e chiude 10° una gara anonima. Ci si accorge di lui solo quando viene attaccato e superato da Magnussen con una gran manovra in curva 1. 
Non bene Stroll che scatta dalle retrovie ed è costretto al ritiro per un cedimento ad una sospensione. 
Passiamo a McLaren: gara a due facce per loro. Alonso si qualifica 10°, ma parte ultimo per la sostituzione della PU. Tuttavia riesce a risalire fino all’11^ posizione e a tentare l’attacco su Massa. Unica cosa negativa della sua gara è che ignora le bandiere blu e si prende 2 punti di penalità sulla patente. Male invece Vandoorne, che dopo l’ottima prestazione della Malesia si è spento. Parte 11° e chiude 14°. Non bene…
Male Renault che si vede chiudere la gara in 12 posizione da Palmer e che non vede proprio, invece, la bandiera a scacchi con Hulkenberg per un problema al DRS che si blocca in posizione aperta. Tuttavia, la gara del tedesco fino a quel momento non è stata proprio del tutto negativa.
In casa Toro Rosso, male Sainz che parte dal fondo e dopo poche curve è subito fuori per un suo errore; bene invece Gasly, che chiude 13°, ma non si può nemmeno pretendere troppo da un pilota alla sua seconda gara in F1.
E concludiamo con Sauber che come al solito chiude la gara in ultima posizione doppiata di 2 giri. Solo Wehrlein giunge al traguardo; Ericsson è costretto al ritiro.
Il mondiale ha preso totalmente la strada di Hamilton, se qualcuno aveva ancora dubbi. 
Appuntamento tra due settimane sul circuito di Austin, dove si giocherà già il primo match point. Andrà a segno? Wait&see…

di Alessandro Rana
(@AleRana95)

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