domenica, Dicembre 22, 2024

HAAS VF18 – ANALISI TECNICA: peccato, ancora tanto, troppo, copia incolla dalla Ferrari

Nella giornata di mercoledì è stata presentata la nuova Haas VF18 battendo sul tempo la Williams che ha invece mostrato nella serata di ieri la sua arma 2018 (FW41). Chi si aspettava una Haas “rivoluzionata” rispetto alla passata stagione dovrà farsene una ragione visto che la VF18 è una chiara evoluzione della monoposto del 2017 riprendendo concetti già visti principalmente sulla Ferrari SF70H 2017.

Il più grande cambiamento visivo sul VF18 è sicuramente l’Halo e sarà cosi per la maggior parte delle nuove vetture. Per il momento non sono montate appendici aerodinamiche utili a “contenere” i disturbi aerodinamici che questo sistema di sicurezza andrà a creare. Appendici che si erano intraviste nel venerdì di Abu Dhabi (ultimo Gran Premio 2017) e che vedremo fin dai primi test di Barcellona.

Il muso è molto simile a quello della SF70H ed è stato mantenuto il concetto aerodinamico della scorsa stagione ossia incanalare un maggior flusso d’aria all’interno dei piloni di sostegno dell’ala. Un concetto aerodinamico seguito dalla totalità dei team di Formula 1 ad eccezione di Mercedes e Toro Rosso che hanno invece preferito massimizzare il flusso d’aria diretto sotto il fondo della vettura sfruttando la zona esterna dei piloncini di sostegno.

Il mainplane dell’ala anteriore è triplano con due lunghe soffiature che corrono lungo tutto il profilo principale. Nella zona esterna si nota un vistoso marciapiede che, insieme agli upper flap e al deviatore di flusso collocato sul profilo principale va a spostare un grosso quantitativo d’aria esternamente agli pneumatici anteriori. Rispetto al 2017 si nota un grosso lavoro sui flap aggiuntivi per cercare di depotenziare il vortice Y250 che è deleterio per l’equilibrio aerodinamico della vettura.

Proseguendo nell’analisi della vettura è possibili notare la conferma dei mozzi soffianti e la predisposizione per il sistema S-Duct che vedremo in funzione fin dai primi test di Barcellona. 
Rispetto alla vettura dello scorso anno l’interasse è stato allungato (sarà cosi anche sulla Ferrari 2018 che vedremo il prossimo giovedì) per avere una monoposto con una maggiore stabilità aerodinamica; la VF17 era infatti una vettura molto instabile aerodinamicamente che faticava a sfruttare gli pneumatici nella giusta finestra di funzionamento. Nella prossima immagine (potete trascinare il cursore inizialmente centrale) è piuttosto utile per notare le molte similitudini tra la VF18 e la SF70H, oltre a mostrare l’allungamento importante del passo rispetto allo scorso anno visto che la VF17 teneva lo stesso interasse della SF70H.

Vediamo se, lavorando sull’aerodinamica, sull’interasse e sulla meccanica della vettura (modificati in gran parte i cinematismi della sospensione posteriore) gli ingegneri saranno riusciti a risolvere le criticità riscontrate nella passata stagione.

Come potete osservare dall’immagine in alto sono stati collocati dei bargeboards di dimensioni piuttosto generose e dalla forma cuneiforme. Già nel finale della passata stagione sulla VF17 erano stati testati dei bargeboards similari e, gli aerodinamici, avendo avuto buone indicazioni li hanno riproposti anche sulla VF18. I bargeboards con questo regolamento tecnico sono diventati dei veri e propri generatori di vortice per garantire il miglioramento del flusso diretto verso il fondo vettura in modo da alimentare il diffusore con un flusso d’aria molto energico.

Proseguendo verso il retrotreno della VF18 si può benissimo notare una soluzione che è stata ripresa dalla Ferrari SF70-H: stiamo parlando delle pance arretrate grazie all’utilizzo di un importante deviatore di flusso nella loro parte anteriore che la Scuderia italiana, e ora anche quella americana, ha studiato per spostare più aria verso il fondo vettura. Concettualmente la soluzione mostrata dal Team Haas è identica a quella portata in pista nella scorsa stagione del Team di Maranello.



Una delle zone che a vista è stata modificata in modo importante è anche la presa dell’airbox che è stata decisamente aumentata in dimensioni “copiando” in parte quanto portato in pista da ormai due stagioni a questa parte dal Team Mercedes. Aumento necessario per riuscire ad inglobare al suo interno le “orecchie” che la Scuderia Ferrari aveva mostrato e montato sul finire della scorsa stagione; ricordiamo che tale modifica derivava da un’importante novità al sistema di raffreddamento della parte ibrida della Power Unit italiana. Dalle immagini potete osservare che, l’airscope, è diviso in 3 zone: quella centrale porta aria al compressore mentre le due laterali vengono utilizzate come sistema di raffreddamento per la Power Unit. Una Power Unit Ferrari 2018 che manterrà moltissime caratteristiche dell’unità 2017; a Maranello si è lavorato principalmente sull’affidabilità necessaria per percorrere oltre 5500 km a unità, che è stata raggiunta purtroppo sacrificando parte della potenza. 

Al posteriore da segnalare la presenza della Low T-Wing (alcuni Team la chiamano “internamente” Deck Wing) posizionata nella parte bassa dell’ala posteriore e molto utile per accelerare il flusso d’aria nel dorso dell’ala posteriore considerando anche la contemporanea assenza del monkey seat. Altra caratteristica tecnica ripresa dalla Ferrari SF70H è la soluzione a doppio pilone come sostegno dell’ala posteriore, i cosiddetti “cigni” al posto del singolo pilone passante per lo scarico centrale.

Da segnalare poi la presenza sui render della Haas VF18 di un diffusore anch’esso in versione simil Ferrari SF70H, con la parte esterna del profilo principale molto incurvata verso il basso e non più rettilinea come sulla vettura americana dello scorso anno.

Concludendo, è molto chiaro dove i tecnici Dallara abbiano preso le loro macro idee per “disegnare” la vettura americana che correrà la stagione 2018 di Formula 1: dai “vicini di casa” di Maranello. Un’importante copia incolla già portato avanti con forza nella scorsa stagione e confermato dai primi render della nuova vettura che non può far felici degli appassionati di tecnica come noi. 
di @spontonc e @smilextech

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2 Commenti

  1. Chiaramente é una ferrari pitturata di bianco. siamo al limite del riutilizzo della vetturea dello scorso anno 🙂

    peró fa simpatia vedere che quando le soluzioni erano copiate da Newey lui era un genio, ora che invece si copia Ferrari é un brutto copia e incolla, visto che anche la williams ha molti punti in comune con la sf70-h

  2. Non so dove tu abbia letto "BRUTTO copia incolla" perché non mi pare di averlo scritto. Ferrari ha fatto un ottimo lavoro sulla SF70H (l'idea delle pance arretrate Ferrari è "geniale") ed è normale che le altre scuderie provino a copiarne alcuni concetti ma quando vai a copiare praticamente tutta la macchina a me non sta bene. Buona giornata. PJ

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