lunedì, Novembre 4, 2024

GP AUSTRALIA / ANALISI TEAM – MERCEDES W09: si parla sempre e solo di Bottone Magico ma in F1 esiste ancora eccome il fattore umano

La Mercedes W09 è arrivata in Australia da favorita e la sessione di qualifica del sabato nonché i 58 giri di gara hanno dimostrato effettivamente ciò: la vettura del Team anglo tedesco, dopo tre anni di dominio e la vincente stagione passata (con qualche grattacapo di troppo creato dalla competitività della Ferrari), è ancora la vettura da battere.

Dopo aver ottenuto la Pole Position con un giro super di Lewis Hamilton (e al contempo un giro sottotono di Sebastian Vettel e Max Verstappen), infliggendo distacchi piuttosto pesanti a tutti gli avversari, in gara è emersa la Ferrari che è riuscita a battere la Mercedes grazie ad un ottima strategia e ad un po’ di fortuna visto che la Virtual Safety Car è uscita proprio nel momento più adatto permettendo a Vettel di scavalcare in un colpo solo sia Raikkonen che Hamilton. Sul tema strategia abbiamo dedicato un post dettagliato.
Nel primo Gran Premio della stagione alla Mercedes è mancato Bottas, seconda guida Mercedes, che a causa di un grave errore durante le qualifiche è scattato dalla quindicesima posizione dello schieramento. Riguardo all’incidente è stato molto curioso notare, nel momento dell’impatto contro le barriere esterne, la fuoriuscita di liquido idraulico dal pilone di sostegno dell’ala posteriore. Nessun importante segreto: quello fuoriuscito è il liquido che serve per l’azionamento del DRS.

Il pilota finlandese non è riuscito in una convincente rimonta principalmente per tre fattori: la difficoltà nell’effettuare sorpassi sulla pista di Melbourne (bisogna avere un passo migliore di 1.6 secondi), una Power Unit spesso in “overheating” (Bottas non ha praticamente mai corso in aria libera) e le sofferenze derivanti da un negativo feeling con la sua W09 e con le Pirelli 2018.
Sicuramente per Mercedes è stata una sconfitta dolce amara nel senso che quella rimediata proprio su questa pista nella passata stagione era da considerarsi molto più “preoccupante” perche ottenuta dalla Ferrari grazie ad una superiorità sul passo e ad una miglior gestione degli pneumatici. Per quello che si è visto tra Barcellona Test 2 e GP d’Australia 2018, in questo inizio di stagione la W09 è superiore alla SF71-H ma il risultato delle qualifiche non rispecchia il reale gap che separa le due vetture che risulta essere di qualche decimo inferiore in fase di qualifica.

La frase precedente è utile per tornare su un argomento sempre molto “gettonato” dal popolo del web e purtroppo anche di chi lo fa di mestiere e dovrebbe fare vera informazione: stiamo parlando della Power Unit Mercedes e dell’ormai famoso “Party Mode”. Per molti il giro che ha consentito a Lewis Hamilton di partire dalla pole position (l’ultimo del Q3), 1’22.051, ben otto decimi più rapido del tentativo precedente, 664 millesimi migliore del tempo di Kimi Raikkonen e 0″674 più basso del riferimento cronometrico di Sebastian Vettel, è stato possibile solo grazie a questa particolare mappatura della PU tedesca. Fortunatamente c’è un pilota, molto forte, che guida una Ferrari e quindi direttamente coinvolto che ha detto la sua. Ecco le dichiarazioni di Sebastian Vettel:

Abbiamo a disposizione molti dati, come il GPS e cose di questo tipo. Penso che abbiano avuto una spinta extra dal motore in Q3, ma non di sette decimi. Nel Q3 ha avuto un run pulito, ma non penso che il guadagno in termini di tempi sul giro dato dal motore sia stato così ampio. Probabilmente un decimo, o poco più, ma non sette. La differenza l’ha fatta il suo giro, non la potenza della Power Unit. Ciò che hanno fatto è ovviamente legale e non è niente di speciale. Non molto diverso da quello che facevano lo scorso anno, anzi forse un po’ di meno. Quindi è chiaro che sia stato lui a fare un buon giro guidando bene.”

Questo per dire che non si può analizzare una Pole Position Mercedes sempre e solo parlando di “bottone magico” o “party mode” che sia. Fortunatamente in Formula 1 esiste ancora il fattore umano che nella qualifica di sabato è andato dalla parte di Lewis Hamilton, lo scorso anno in alcuni appuntamenti dalla parte di Sebastian Vettel (Singapore, per esempio). La distanza in termini di potenza massima tra le due Power Unit di vertice, Mercedes e Ferrari, è molto più contenuta di quello che si pensi, cosa che per ora non si può dire per quanto riguarda l’efficienza e di conseguenza i consumi dove l’unità tedesca eccelle ancora in modo importante. 

Per capire il gap reale tra la Mercedes W09 e il resto dei competitors (Ferrari e RedBull) è meglio aspettare le prossime due gare quando si correrà su veri circuiti come quello del Bahrain e della Cina. L’impressione in uscita dal primo weekend stagionale sono comunque quelle dei post test Barcellona ossia Mercedes avanti di circa 4 decimi sul singolo giro di qualifica, distacco che viene quasi dimezzato mediamente in condizione di gara.
La W09 vista nei test e in Australia è superiore alla Ferrari SF71H in curva, e al contrario dello scorso anno, la rossa è invece molto veloce nei rettifili grazie ad un assetto aerodinamico piuttosto scarico che è stato scelto per questa occasione, in una pista dove l’endotermico rimane a full gas per oltre il 70% del giro e i consumi sono di conseguenza molto elevati (104 kg di 105 kg permessi). Impressionante per chi l’ha vista direttamente in pista come la W09 saltava sui cordoli (da segnalare un nuovo terzo elemento idraulico della sospensione anteriore) e come si muoveva agilmente nelle curve 3 e 4. La W09 fa attualmente dell’ingresso curva una delle sue principali forze, mentre c’è da lavorare ancora per quanto riguarda l’uscita soprattutto nelle fasi di qualifica con compound morbidi per evitare il surriscaldamento delle posteriori e quindi dei sovrasterzi in alcuni casi deleteri per l’ottimizzazione del tempo sul giro.
Se andiamo ad analizzare le varie fasi di gara notiamo che nella prima parte Hamilton ha gestito il ritmo tenendo il gap sulle due Ferrari ad una distanza di sicurezza. Nell’ultima parte del primo stint, quando (dal giro 13, i tempi di Raikkonen sono scesi di 4-5 decimi al giro) Ferrari ha imposto a Raikkonen di chiudere il gap nei confronti del quattro volte campione del mondo Mercedes, Hamilton ha abbassato anch’esso i crono girando 2-3 decimi meglio del pilota della Ferrari. 
Quando la Ferrari ha deciso di richiamare ai box la vettura numero 7 di Raikkonen la Mercedes ha deciso immediatamente di coprire la scelta fatta dalla Ferrari per evitare un possibile undercut. La scelta fatta dagli strateghi anglo-tedeschi è stata piuttosto condivisibile anche se, vedendo come è poi andata la gara, si poteva fare sicuramente in modo diverso. Ci spieghiamo meglio. Perché coprire immediatamente l’undercut di Raikkonen e non aspettare di vedere il tempo del primo vero giro lanciato di Raikkonen? Parlando di distacchi, Hamilton aveva “soli” 3.4 secondi di vantaggio su Raikkonen al giro 17 che nei primi due settori del giro successivo sono diventati 3.9 secondi. C’era forse spazio per aspettare di vedere il primo vero crono di Raikkonen, piuttosto lento poi nella realtà, 1.28.8 contro il 27.8 che aveva fatto segnare il pilota Mercedes il giro precedente alla sosta. Il problema principale per la Mercedes comunque è stata la mancanza nella copertura di Hamilton con Bottas o un Verstappen in quarta posizione alle spalle di Vettel che non avrebbe permesso al pilota tedesco della Ferrari di allungare troppo lo stint (undercut RedBull pur con SuperSoft per  Vedendo il potenziale della Mercedes W09, Bottas, aveva l’obbligo di ottenere la prima fila mettendosi alle sue spalle le due Ferrari e la Red Bull. Invece così non è stato e sappiamo tutti come ha sbattuto la sua vettura all’uscita della prima chicane durante la fase cruciale delle qualifiche. Il pilota finlandese poteva essere utilizzato come copertura per il tentativo undercut di Raikkonen o poteva essere lasciato in pista per “marcare” Vettel.
Dopo la ripartenza della Safety Car Hamilton ha cercato in tutti i modi di mettere pressione a Vettel ma non è mai stato in grado di impensierirlo. Secondo gli ingegneri Ferrari il sorpasso su tipologia di pista come quella di Melbourne è possibile solo se il passo è migliore di circa 1,6 secondi, un qualcosa di impossibile ovviamente tra Ferrari e Mercedes. Hamilton è stato incollato agli scarichi della Rossa fino al giro 47 sperando che Vettel facesse anche solo un piccolo errore; invece è stato proprio il pilota della Mercedes a commetterlo, arrivando lungo in frenata e lasciando respirare così il rivale tedesco. Nonostante questa “sbavatura”, il quattro volte campione del mondo Mercedes è riuscito a ricucire il gap in pochissimi giri ma senza aver mai la possibilità di disturbare la prima posizione di Vettel. La W09, chiara evoluzione della W08 2017, è una vettura molto complessa e curata dal punto di vista aerodinamico, soprattutto sull’anteriore con il particolare muso, i particolari turning vanes e i complessi bargeboards. Questo non comporta però solamente dei vantaggi soprattutto quando la vettura corre in “aria libera”, ma genera delle negatività, maggiori rispetto a quelle delle altre vetture, quando la W09 è costretta a inseguire un’altra vettura poiché l’aerodinamica risulta essere molto influenzata dalla scia della vettura che precede. Hamilton stava girando spesso in anticipo alle curve chiave, provando solo a mantenere un certo flusso d’aria sulle superfici dell’auto. È una macchina progettata per correre davanti, non dietro.
Verso fine gara Hamilton ha dovuto “mollare” il gas per un duplice motivo: gomme posteriori Soft “bruciate” e temperature della Power Unit elevate. Proprio per questo, oltre a staccarsi dalla scia di Vettel, il pilota inglese ha effettuato delle regolazioni sul volante in modo da salvaguardare la Power Unit che è stata comunque notevolmente messa sotto sforzo e che in questi giorni verrà valutata dal Team tedesco nella fabbrica di Brackley. Concludendo, si può benissimo vedere dai camera car postati nell’ultima fotografia dell’articolo, come Hamilton nell’ultima parte di gara sia entrato nel setup di regolazione e abbia modificato in On la particolare funzione 7 che prima era settata invece su OFF.

di @spontonc e @smilextech

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3 Commenti

  1. Wow!…intanto vi faccio tantissimi complimenti per le Vostre analisi: entrano molto nel dettaglio e…ci mancavano! (continuate così) poi, vi chiedo una cosa; il motore Ferrari 2018 è una chiara evoluzione del motore 2017. pur essendo migliorato (e si vede) come stanno veramente a consumi di carburante? esiste un gap molto ampio con Mercedes?
    grazie a presto
    Valerio

  2. Finalmente una analisi reale e non di parte in cui si ammette che la Ferrari al momento è inferiore di un paio di decimi alla Mercedes.
    I punti deboli della Mercedes sono quasi scomparsi, nonostante abbia la lunghezza di una portaerei ha una ottima percorrenza delle curve strette.
    Invece la coperta Ferrari è corta, purtroppo al momento i vantaggi della sf70 sono spariti, ma è migliorata l'efficienza e la velocità di punta, ma sicuramente avranno modo di migliorare la vettura in quanto ha molto potenziale. L'unico dubbio resta secondo me dal punto di vista delle sospensioni in quanto non ha il terzo elemento completamente idraulico nonostante l'apertura del regolamento.

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