domenica, Dicembre 22, 2024

GP BAHRAIN – ANALISI GARA: Vettel ha salvato carburante per resistere all’attacco di Bottas

Una vittoria molto pesante quella ottenuta dalla Ferrari di Sebastian Vettel nel Gran Premio del Bahrain, secondo appuntamento stagionale di questa finora molto interessante stagione 2018 di Formula 1. Iniziamo con il dire che questi 25 punti valgono il triplo, rispetto a quelli piuttosto fortunosi ottenuti in Australia, per le prestazioni mostrate in pista dalla SF71H. Unica nota stonata, l’installazione tra le FP3 e le qualifiche sulla SF71H di Vettel della seconda centralina elettronica di due utilizzabili in stagione senza incorrere nelle 10 penalità in griglia. 
Se a Melbourne la SF71-H era parsa nettamente inferiore alla W09, in questo fine settimana la Ferrari si è dimostrata in generale alla pari e a tratti anche superiore alla W09. Una superiorità che si è vista specialmente in qualifica con Vettel e Raikkonen che hanno occupato meritatamente tutta la prima fila. In gara le prestazioni delle vetture sono state invece piuttosto livellate con la SF71H più veloce ad inizio stint ed una Mercedes che usciva alla distanza a dimostrazione che la W09 non è una vettura che maltratta gli pneumatici come qualcuno ha scritto. Anzi, crono alla mano la gestione delle SuperSoft da parte di Bottas è stata migliore rispetto a quella di Vettel e soprattutto Raikkonen
La Mercedes ha sofferto per tutto il weekend l’asfalto molto aggressivo del circuito di Sakhir che provoca un innalzamento di temperatura, specialmente in qualifica, delle gomme posteriori. E’ stato molto difficile per la “lunga” e “bassa” (di rake) Mercedes riuscire a trovare un setup meccanico che facesse funzionare il treno posteriore sia in condizioni di qualifica che in quelle di gara. Privilegiare il singolo giro avrebbe significato avere una vettura più “pigra” in curva in condizioni di gara. Mercedes ha quindi sacrificato parte delle sue prestazioni in qualifica per riuscire ad avere maggior performance in gara. Facendo un piccolo passo indietro, se prendiamo in esame il circuito di Melbourne che presenta un asfalto meno aggressivo, la Mercedes non ha avuto nessun problema nel gestire i compound utilizzati che erano addirittura ancora più morbidi rispetto a quelli usati nel weekend passato. 
Ritornando a parlare invece di Ferrari, è stata evidente la crescita della SF71H rispetto al weekend australiano. La vettura è cresciuta principalmente perchè gli ingegneri ed i piloti la stanno conoscendo e stanno capendo la strada da seguire per riuscire ad estrapolare tutta la sua forza. Secondo i dati GPS, rispetto all’Australia la SF71H ha fatto passi in avanti nella velocità in curva e contemporaneamente confermandosi al top sui rettifili come è possibile osservare dal grafico in basso.





Rispetto all’Australia è stato utilizzato un assetto rake più spinto che ha migliorato il comportamento della monoposto in inserimento curva ed ha garantito un maggior carico al retrotreno. Assetto rake maggiorato rispetto a Melbourne che la Ferrari ha pagato leggermente con un aumento di resistenza all’avanzamento che ha assottigliato il margine di velocità sul rettilineo tra la SF71H e la W09. 
Non solo eccellenti prestazioni per la Ferrari che è riuscita a battere la Mercedes in Bahrain ma anche una strategia che è risultata a posteriori “geniale” e che ha colto soprattutto di sorpresa gli anglo-tedeschi. Una strategia rischiosa, vero, ma supportata da una gran macchina e da un pilota che ha guidato alla perfezione per riuscire a terminare la corsa con buone prestazioni dopo un pit stop molto anticipato. Osare è la parola che tante volte avevamo usato come consiglio per gli strateghi di Maranello che, nelle scorse stagioni, sembravano intimoriti nel tentare qualche “azzardo”. Incredibile, intelligente, come la Ferrari e Sebastian Vettel hanno preparato l’attacco finale, salvando la carica della batteria e soprattutto del carburante per gli ultimi tre giri, dove è stata usata anche la modalità di qualifica per contrastare la Power Unit Mercedes.


In molti nelle ore successive alla gara si sono chiesti quale era la strategia iniziale della Ferrari; una sosta, come poi realmente successo, o due soste come il team italiano aveva scelto per Raikkonen? Il muretto della Rossa aveva impostato la gara sulla doppia sosta con entrambi i piloti (Plan A o B, in base all’utilizzo di due treni di SuperSoft o due di Soft) ma per questa c’erano talmente tante valide opzioni di strategia che la Ferrari ha vinto che il Plan D. Vedendo il passo delle libere, in casa Ferrari erano convinti di poter “scappare” durante il primo stint e di riuscire a gestire la strategia



Non è successo niente di tutto ciò principalmente per due fattori: il primo fuori programma è stata la partenza con Raikkonen che, partito dal lato sporco della griglia, si è fatto passare da Bottas che ha cosi potuto mettere pressione al quattro volte campione del mondo della Ferrari. Successivamente, fino al giro 14, Vettel è stato più veloce rispetto al rivale finlandese della Mercedes ma non è riuscito a costruirsi un grosso margine di vantaggio. Dal giro 14 in poi, la W09 ha iniziato a recuperare fino a portarsi, al giro 18, a circa 2 secondi dal leader, distacco perfetto per tentare un undercut. In questa fase la Ferrari ha preferito non rischiare ed ha richiamato al pit stop il pilota tedesco per montare le gomme Soft. Intelligente la mossa di portare Raikkonen ai box, forzando di conseguenza lo stop di Bottas che doveva evitare l’undercut del pilota finlandese. Pit e gomme medie per arrivare al termine della gara. Anche in casa Mercedes c’è stato un cambio di strategia e sono passati dal Piano A a quello B per cercare di vincere la corsa. Si erano resi conto che, a parità di strategia e di soste, non avevano nessuna possibilità di vincere e quindi hanno “copiato” la strategia che era stata pensata per  Hamilton, impegnato a rimontare dalla nona posizione. 
Nella prima parte di stint, Bottas ha perso ogni possibilità di vincere la gara perchè ha pensato soprattutto a gestire le gomme senza forzare eccessivamente. Tale scelta è stata “ordinata” dal Team che era convinto in un altro pit stop del Team italiano. 



Dal grafico in alto è facilmente visibile il cambio di ritmo avuto dal pilota finlandese appena è arrivato l’ordine dai box di spingere poiché si erano resi conto che la Ferrari avrebbe tentato di andare fino in fondo. Dal giro 44, Bottas ha iniziato a girare costantemente più veloce della SF71H del tedesco tanto da riuscire ad agganciarlo senza avere nessuna possibilità di tentare un possibile attacco. 
Giustissima la strategia della Ferrari che ha deciso di osare e di cercare di terminare la gara con le gomme Soft montate al giro 18. Nel Team italiano si resi conto che, con una doppia sosta, non avevano nessuna possibilità di vincere e il miglior risultato ottenibile sarebbe stato il secondo posto. Rischiando non avevano nulla da perdere perchè, Hamilton, partito dalla quarta fila, aveva perso tempo prezioso (14 secondi) nella prima fase della gara. Un eventuale cliff negli ultimi giri avrebbe garantito comunque una seconda posizione.
Ottima la gara di Hamilton, che, partito dalla nona posizione, approfittando dei ritiri di Ricciardo e Raikkonen, ha terminato la gara in terza posizione limitando enormemente i danni dopo una qualifica non positiva. Il ritmo della W09 del campione del mondo è stato veramente ottimo, anche grazie ad un assetto pensato esclusivamente per la gestione gomme in gara, e la cosa è facilmente osservabile dal grafico in alto. Al giro 8, quando si è liberato di Gasly ed ha potuto girare a pista libera, aveva un distacco su Vettel di 14,3 secondi. A fine gara, a parità di soste, Hamilton ha accusato dal vincitore un gap di soli 6 secondi. 
Se analizziamo in singoli stint possiamo notare che nella prima parte di gara il ritmo tenuto da Vettel, Bottas ed Hamilton è stato piuttosto simile. Questo ci fa capire la velocità che aveva il pilota inglese in gara visto che nella prima parte era impegnato nel traffico e non ha potuto spingere al massimo. Velocità di Hamilton che è emblematica analizzando il secondo stint con gomme medie. A parità di gomma ha avuto un ritmo nettamente migliore rispetto a Bottas che stava utilizzando lo stesso compound.


Passando agli altri Team, c’è sicuramente da far notare la grande delusa di questo secondo appuntamento stagionale, ossia il Team RedBull. Verstappen, dopo l’errore commesso durante le qualifiche, è partito dalla 15esima posizione ed è stato costretto al ritiro dopo un contatto con Lewis Hamilton. Ritiro nelle prime fasi di gara anche per Ricciardo a causa di un problema elettrico analogo a quello accaduto al pilota olandese durante le FP1 di venerdì. La RB14 sembra una vettura veloce ma purtroppo ancora non siamo ancora riusciti a valutarla in gara. Un peccato. E per Ricciardo, oltre al danno anche la beffa poiché in Cina, sorprese a parte, dovrà montare già la seconda batteria di due utilizzabili in stagione senza incorrere in penalizzazioni.

Come quarto Team in pista, ci troviamo clamorosamente il pacchetto Toro Rosso / Honda. Un quarto posto per Pierre Gasly che nella giornata di domenica ha fatto “parzialmente” la storia del Team di Faenza. Gran lavoro dal punto di vista aerodinamico del Team anglo italiano che si è presentato in pista in Bahrain con un nuovo pacchetto aerodinamico con modifiche al fondo, all’ala anteriore e bargeboards. Modifiche che, abbinate al buon lavoro fatto da Honda sul turbocompressore e l’MGU-H (in Bahrain hanno debuttato delle nuove specifiche), hanno permesso al pilota del team di Faenza di cogliere un risultato inaspettato.

A seguire, e concludendo, è giusto parlare della deludente Mclaren MCL33 pur raggiungendo il terzo posto nella classifica costruttori e il quarto posto nella classifica piloti con Fernando Alonso. La vettura inglese ha mancanze importanti lato vettura (è tanto, troppo il drag generato con notevoli impatti su consumi e velocità massime) che non le fanno sfruttare al meglio gli pneumatici nuovi. Secondo Boullier è stato commesso un errore nel set-up che ha comportato grossi problemi di temperatura nelle gomme soprattutto sul singolo giro. L’obiettivo del Team di Woking, ossia l’aggancio in stagione del primo Team motorizzato Renault (RedBull) è ben lontano dal’avverarsi. Senza contare che altre squadre come Force India e Toro Rosso sono migliorate molto in Bahrain. Concludendo, ci sarà da capire se le prossime novità, attese per Baku secondo gli ultimi rumors, potranno far fare un bel salto in avanti a Alonso & Co, un qualcosa assolutamente non visto in quel di Sakhir, ma necessario.

PS: un augurio di buona guarigione a Francesco Cigarini da parte dello Staff di FUnoAnalisiTecnica, meccanico della Ferrari, che è stato coinvolto nel brutto incidente durante il secondo rifornimento alla SF71H di Kimi Raikkonen.


Autori: @spontonc & @smilextech

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6 Commenti

  1. Innanzi tutto un grosso complimento a voi per il bellissimo lavoro che fate con questo sito.
    Poi passando al gp, da ferrarista incallito e felicissimo, dico che non dobbiamo illuderci molto, sono stati 2 weekend di gara piuttosto fortunati per Vettel e il suo team, anche qui in Bharain una dose di fortuna è stata necessaria, se Hamilton fosse partito in 4^ posizione in griglia staremo sicuramente commentando un altro gp.
    Detto questo, è innegabile che la Ferrari ha messo in pista una vettura molto competitiva e molto vicina alla Mercedes, e questo le permette sicuramente di sfruttare al massimo ogni tentennamento o errore che commettono i teutonici, ed anzi può metter loro pressione e far si che siano più inclini allo sbaglio.
    Speriamo vivamente che a Maranello non perdano la bussola dello sviluppo come troppe volte successo negli ultimi anni, e che riescano ad essere i più veloci in pista il più possibile da qui in avanti.

  2. Redazione, capisco che la pubblicità sia il vostro sostentamento ma non si riesce a leggere l'articolo per i continui rimandi ad altre pagine. Ed è un peccato perché è davvero interessante leggervi…

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