Montecarlo. Monaco. Mercedes 2, Ferrari 2, RedBull 1, dopo il quinto “noioso” appuntamento della stagione 2018 di Formula 1 dove abbiamo potuto notare
miglioramenti importanti da parte di Mercedes e un passo indietro altrettanto importante da parte della Ferrari. I motivi che hanno portato a questo cambiamento di prestazioni li abbiamo analizzati la scorsa settimana nelle classiche analisi post gara dei due Top Team (FERRARI –
LINK / MERCEDES –
LINK). Ma se in Spagna sembrava essere tornati al Gran Premio di Silverstone 2017 con Ferrari in difficoltà sugli pneumatici e Mercedes al top della forma, a Monaco i valori potrebbero notevolmente cambiare se si pensa che
Mercedes crede addirittura di essere terza forza a Monaco e
RedBull addirittura di essere competitiva per pole e vittoria.
Aspettando le conferme della pista, ecco le nostra Preview del Gran Premio di Spagna.
Cosa successe l’anno scorso? “Ferrari domina in lungo e in largo l’intero weekend sul circuito monegasco con Vettel che vince la gara precedendo un ottimo Raikkonen che completa una doppietta che mancava dal gran premio di Germania del 2010. Seguono quindi Ricciardo, premiato dalla strategia, Bottas e Verstappen. Solo 7° un anonimo Hamilton, partito addirittura 13°. Al via, la Ferrari di Raikkonen mantiene la testa della corsa. Tutti scattano bene e le posizioni restano invariate. Il gap dei Ferrari nei confronti degli avversari inizia ad aumentare giro dopo giro finché, attorno ai giri 27-28 non iniziano ad esserci i doppiati da affrontare. Bottas e Verstappen sembrano rifarsi sotto, tant’è che si fa largo l’ipotesi undercut Mercedes. Ma le rosse riescono a superare le macchine più lente e a ri guadagnare il tempo perduto. L’undercut viene provato da Verstappen su Bottas, ma la Mercedes reagisce e il tutto sfuma. Rientrano però in pista alle spalle di Sainz, che pur essendo autore di una fantastica gara, non ha il passo di quelli che lo precedono e fa loro da “tappo”. Si ferma anche Raikkonen, ma grazie al vantaggio in più che aveva accumulato, riesce a stargli davanti. Ricciardo e Vettel provano ad allungare. Entrambi fanno registrare giri veloci, ma a stupire sono i tempi del tedesco. Ricciardo rientra e grazie al “tappo” Sainz, riesce a stare davanti a Bottas e al compagno. Nel giro successivo rientra anche Vettel che grazie ai giri record appena fatti riesce a guadagnarsi la testa della corsa. Dietro Hamilton sfrutta al massimo la gomma UltraSoft per oltre 40 giri e grazie ad un passo migliore e alcune disgrazie altrui, riesce a chiudere 7°.” di Alessandro Rana
GP MONACO: esclusiva Sky, su TV8, come sempre in questo inizio di mondiale, le differite
Prove Libere 1: 11:00 – 12:30
Prove Libere 2: 15:00 – 16:30
Prove Libere 3: 12:00 – 13:00
Qualifiche: 15:00 – 16:00 (ore 19.45 su TV8)
Gara: 15:10 (ore 21 su TV8)
GP MONACO: Montecarlo, un circuito dove è molto difficile dare una valutazione complessiva delle varie vetture
Il tracciato cittadino del Principato di Monaco è composto da 10 curve a destra e 9 a sinistra con soli quattro brevi tratti di “alta” velocità; stiamo parlando del breve rettilineo principale, la salita verso la curva Massenet (3), la parte che corre nel Tunnel da curva 9 a curva 10 e il tratto tra la Nuova Chicane (11) e il Tabaccaio (12). Ma se si vuole andar forti a Monaco bisognerà far la differenza anche nelle curve lente che sono principalmente sette: Mirabeau alta (curva 5), ex Loews (curva 6), Mirabeau bassa (curva 7), Portier (curva 8), Nuova Chicane (curva 10 e 11), Rascasse (curva 18) e Anthony Noghes (curva 19).
Vista la scarsità di tratti ove si superano i 250 km/h i vari Team porteranno a Monaco i propri pacchetti da elevatissimo carico aerodinamico, questo significa
ali con corde molto accentuate. Proprio per questo, la Ferrari, nei recenti test di Barcellona ha provato un’ala posteriore con il bordo d’ingresso del profilo principale molto diverso rispetto a quello utilizzato a Barcellona durante le qualifiche e la gara.
È bene sottolineare come per gran parte del tempo sul giro non è l’aerodinamica a dare il maggior contributo nella prestazione (Power Unit esclusa) ma il grip meccanico visto che al di sotto dei 150 km/h l’aerodinamica ha un effetto veramente trascurabile nella prestazione di una vettura di Formula 1.
GP MONACO: attenzione al raffreddamento dei freni e alla Power Unit
Considerando che la velocità media in un giro di pista del tracciato di Monaco è attorno ai 160 km/h bisogna tenere in considerazione nell’assetto delle varie vetture il surriscaldamento a cui potranno andare incontro i gruppi freno soprattutto nella prima parte di gara a serbatoi pieni. E’ per questo che solitamente le prese d’aria dei freni risultano essere sovradimensionate: questo per portare più aria ai freni compensando la bassa velocità media.
Restando sul raffreddamento dei vari componenti, le basse velocità oltre a creare problemi ai gruppi freno andranno ad incidere anche sulla Power Unit e sul cambio. Per questo spesso a Monaco i Team utilizzano soluzioni di raffreddamento molto simili a circuiti dove le temperature ambientali sono molto elevate pur con temperature dell’aria che a Montecarlo difficilmente superano i 25°C in questo periodo.
Oltre a ciò, sarà fondamentale per i vari Team riuscire ad arrivare sul circuito monegasco con una corretta mappatura del propulsore; molto importante aver cura dell’erogazione della potenza ai bassi regimi perché a Monaco non conta molto la potenza massima (0,15 sec ogni 10 CV) ma soprattutto la curva di coppia e di erogazione della potenza. Passando alla parte ibrida del motore, è bene sottolineare come essa conti molto nell’economia del singolo giro a Monaco. I rapporti del cambio, definiti ad inizio stagione, sono sicuramente troppo “lunghi” per un tracciato come quello di Monaco ed è per questo che entra in gioco pesantemente l’energia fornita dai due motori elettrici, in maggior modo considerando anche i nuovi regolamenti tecnici 2017, quella derivante dal motore elettrico MGU-H. Nessun problema per quanto riguarda i consumi che sono i più bassi della stagione.
Per concludere questo breve paragrafo,
è arrivato il momento di analizzare quanto può essere critico il tracciato monegasco per la trasmissione. Vedendo il layout della pista è facile dedurre come i piloti saranno molto sollecitati per via dei numerosissimi cambi marcia, più di 5000 nell’arco dei 78 giri del Gran Premio. Oltre a ciò, sempre riguardo alla trasmissione,
sul tracciato monegasco si va a sollecitare notevolmente la prima marcia, solitamente la più critica sul gruppo ingranaggi.
GP MONACO: tante HyperSoft per tutti ma Mercedes vuole provare anche la SuperSoft
Le mescole scelte da Pirelli per il prossimo Gran Premio di Montecarlo sono, per la prima volta in questa stagione, le più morbide della gamma 2018 ossia la
HyperSoft sarà il compound per la qualifica mentre la
UltraSoft e la
SuperSoft saranno i due compound da utilizzare poi in gara.
Tantissime HyperSoft per tutti come è ben evidente nell’immagine poco in alto, con Mercedes che tra i Top Team è quella che vuole verificare la bontà di entrambe le mescole “da gara” per capire quale delle due, UltraSoft o SuperSoft, sarà meglio montare per la seconda parte di gara. Da verificare ovviamente come si comporterà la nuova HyperSoft sul tracciato monegasco, una mescola due volte più morbida rispetto alla troppo dura UltraSoft 2017 con cui Wehrlein riuscì a fare ben 57 giri dei 78 di gara.
Il circuito cittadino di Monaco è un circuito impegnativo per gli pneumatici? Per capire ciò ci viene incontro proprio la Pirelli con la classica infografica di inizio settimana che va a classificare vari parametri tra cui le forze laterali, l’abrasione dell’asfalto, il carico aerodinamico, l’aderenza offerta dal circuito e lo stress sullo pneumatico. Su una scala di valori da 1 a 5, tutte le informazioni del circuito sono da 1 secondo Pirelli tranne ovviamente la deportanza, ai massimi livelli, e quindi con valore 5.
Ricordiamo che tutte e tre le mescole portate a Montecarlo in questo Gp del 2018 sono compound Low Working Range, più facili da portare in temperatura ma più facili anche da “surriscaldare”, soprattutto le posteriori.
GP MONACO: semplicemente tre giorni di bel tempo
A livello meteo non dovrebbe essere un fine settimana complicato poiché sono attesi tre giorni di bel tempo con qualche piccolo dubbio sulle ore centrali della giornata di domenica. Le temperature ambientali saranno ben superiori ai 20°C (attesi 26-27C nell’aria) senza grosse differenze tra le giornate di prove libere, qualifiche e soprattutto gara..
GP MONACO: cosa aspettarsi dai vari Team?
Difficile individuare un team veramente favorito per questo fine settimana visto le caratteristiche particolarmente
uniche di questo tracciato. L’anno scorso, la Ferrari SF70H dominó su queste tipologie di pista ma, in questa stagione, il concetto aerodinamico della Rossa è stato cambiato e quello di Montecarlo sarà sicuramente un bel banco di prova per capire la vera potenzialità della Ferrari su queste tipologie di piste.
Analizzando le caratteristiche delle vetture in questo inizio di stagione la lotta per la vittoria sembra un affare tra Ferrari e Red Bull con Mercedes che rappresenta un vero e proprio punto interrogativo viste le difficoltà incontrate nel 2017 sui tracciati da alto carico e anche parzialmente nel 2018, senza contare i due molto positivi Gran Premi di Australia e Spagna. Una Mercedes che in questo 2018 non ha cambiato il concetto aerodinamico della vettura e quindi potrebbe ancora incontrare alcune difficoltà nonostante gli ingegneri siano maggiormente fiduciosi rispetto alla scorsa stagione in quanto avrebbero capito le motivazioni che non hanno permesso alla W08 di rendere al massimo sui tracciati da alto carico.
In questa prima parte della stagione la SF71H ha fatto
una ottima impressione nei tratti in cui è fondamentale avere un ottimo grip meccanico
e una buona trazione. La dimostrazione di questo l’abbiamo avuta anche a Barcellona dove abbiamo visto la peggior SF71H della stagione. Se analizziamo le prestazioni dei top team nel terzo settore della pista catalana, caratterizzato da molte curve lente e medio lente in cui serve un ottimo grip meccanico, un buon inserimento in curva e tanta trazione in uscita, la Rossa è stata piuttosto competitiva per tutto il weekend. Cosa non così vera invece per i tratti dove serviva carico puramente aerodinamico.
Se analizziamo i tempi realizzati
in qualifica in questo settore, lungo 1260 m, la Ferrari di Vettel è
l’unica monoposto che è riuscita a girare sugli stessi tempi della Red Bull di
Ricciardo come potete osservare dal grafico in basso che mostra il distacco chilometrico tra i vari piloti esclusivamente nel settore 3.
Questo dato è molto positivo per la Ferrari anche se, in alcuni casi, l’analisi di questo tratto di pista non ha dato gli stessi risultati visti poi sulle strade del Principato. Stiamo sicuramente parlando di due piste che si affrontano con due macro assetti molto diversi e quindi una vettura può maggiormente adattarsi all’assetto di compromesso da scegliere per il Montmelo rispetto ad un’altra. Il caso emblematico è stato lo scorso anno quando la Mercedes, nel settore 3 di Barcellona, aveva dominato rifilando un distacco alla Ferrari di oltre tre decimi al chilometro.
Concludendo, la Ferrari sembra
avere le potenzialità per bissare il successo dello scorso anno anche se, a
differenza del 2017, la RedBull sembra essere molto più vicina a livello
prestazionale. Mercedes parte con il ruolo di terzo incomodo ma bisognerà
prestare parecchia attenzione alle performance della W09 che potrebbe essere la
vera sorpresa di questo fine settimana vista anche la ottima qualifica 2017 di Bottas, a pochi millesimi dalla Pole, pur con una vettura piuttosto “problematica”.
Autori: @smilextech & @spontonc