domenica, Dicembre 22, 2024

GP AUSTRIA – ANALISI GARA: perché Ferrari non può considerarsi pienamente soddisfatta della trasferta austriaca?

In (soli) sette giorni è cambiato tutto: siamo passati da un GP di Francia “difficile” per la Ferrari e Sebastian Vettel, ad un GP d’Austria terribile per Mercedes e Lewis Hamilton. Non uno, bensì tre problemoni per il quattro volte campione del mondo inglese se pensiamo al pesante errore di strategia che gli era comunque costato la vittoria, una affidabilità tutta da rivedere della sua W09 e, infine, un blistering eccessivo sulle gomme Soft (poco degrado accoppiato ad alte temperature dell’asfalto vanno a mettere in crisi lo pneumatico) nella parte centrale della gara.
Analizzando le prestazioni delle prove libere del venerdì e della giornata di sabato era sicuramente impronosticabile la vittoria di Max Verstappen di fronte a oltre 20.000 tifosi olandesi. In molti all’interno del paddock si aspettavano una gara noiosa, per via anche della penalizzazione nei confronti di Sebastian Vettel (partito sesto), considerato il principale rivale dei due piloti Mercedes. Ed invece è stato un Gran Premio pieno di colpi di scena grazie principalmente all’innalzamento delle temperature (dai 32°C delle qualifiche ai 49°C in gara) che ha creato tantissimi problemi di gestione gomme a molti team. Una Ferrari con 50°C sull’asfalto è stata la vettura che ha gestito nel miglior modo gli pneumatici e, complice il doppio ritiro delle Frecce d’Argento, si è portata in testa sia nella classifica piloti che in quella Costruttori. 
C’è sicuramente del rammarico in casa Ferrari poiché, a posteriori, senza la penalità inflitta a Sebastian Vettel e una partenza diversa, il bottino di punti poteva essere ancora maggiore con un allungo maggiore nei due campionati iridati. Anche Raikkonen non può essere completamente soddisfatto del risultato visto che al primo giro, a causa delle gomme anteriori non completamente in temperatura, si è fatto sorpassare da colui che poi è andato a vincere una gara estremamente meritata. Un pilota olandese che è riuscito poi, a differenza del proprio compagno di squadra (ritiratosi per un problema ad uno scarico), a gestire in modo impeccabile il (poco) blistering formatosi sulle sue Soft posteriori e tenendo un passo veramente competitivo, soprattutto se confrontato con quello del venerdì. 
Ma andiamo ad analizzare i momenti salienti del pazzesco Gran Premio di ieri, partendo dalla scellerata decisione presa dagli strateghi Mercedes nel momento che Charlie Whiting ha optato per la Virtual Safety Car dopo il problema occorso a Valtteri Bottas. Ferrari e RedBull molto intelligentemente hanno reagito portando ai box i propri piloti, e guadagnando quindi una decina di secondi rispetto ad una sosta in normali condizioni di gara. Mercedes al contrario ha comunicato a Lewis Hamilton di restare in pista e ha di fatto estromesso in quel momento il proprio pilota dalla lotta per la vittoria.
La spiegazione di Mercedes è chiara ma non convincente: “Con una VSC, in quella fase di gara, effettuare un Pit Stop è probabilmente l’80% di ciò che bisogna fare. Il problema è che quando si è in uno contro due o tre piloti, non è detto che sia la cosa giusta da fare. Se Ferrari o RedBull avessero lasciato in pista Kimi o Max, saremmo rientrati dietro di loro”.
Lasciando Hamilton in pista, Mercedes ha spostato il “regalo” della Track Position solo di qualche giro più in la visto che Verstappen è rientrato in pista dopo la sosta a soli 13 secondi di ritardo dal pilota inglese della Mercedes. Il Team inglese si è accorto subito dell’errore fatto, tant’è che il capo stratega James Vowles è entrato in radio con Hamilton chiedendo scusa al quattro volte campione del mondo. 
In questo inizio di mondiale si è parlato tanto degli errori strategici del box Ferrari ma Mercedes non è da meno se pensiamo che quello di ieri è il quarto importante errore in sole nove gare. Pensiamo all’Australia dove Lewis Hamilton ha perso la vittoria, al Bahrain dove Mercedes non è riuscita a capire che Vettel non avrebbe fatto una seconda sosta, alla Cina dove il pilota inglese non è stato fermato sotto regime di Safety Car e infine l’orrore di ieri.
Foto FUnoAnalisiTecnica
L’errore ha sicuramente deciso la gara del pilota inglese, andando anche a mettere maggiormente in mostra i problemi di blistering sofferti dalla sua W09. Diciamo questo perché una gestione gomma a pista libera con 5 secondi di vantaggio su Verstappen e qualcuno in più sui due piloti della Ferrari è sicuramente diverso rispetto ad una rimonta che va a mettere in crisi gli pneumatici. Basta vedere Verstappen cosa è riuscito a fare nella parte centrale e finale di gara, controllando il ritmo in aria libera e allungando di conseguenza la vita degli pneumatici.
Con questa prima parte abbiamo chiuso due dei tre problemoni incontrati nella giornata di ieri da Lewis Hamilton; ora manca il terzo, ossia i problemi di affidabilità che hanno coinvolto anche Valtteri Bottas. Al momento che scriviamo l’articolo non ci sono grosse novità, con le Power Unit utilizzate ieri che sono già arrivate in fabbrica e con il team anglo tedesco che sta verificandone gli effetti collaterali a quanto successo ieri. Se il problema avuto da Lewis Hamilton è stato chiarito in modo abbastanza chiaro (problema di pressione all’impianto del carburante), quello di Valtteri Bottas non è ancora anche se sembrerebbe qualcosa di non legato alla Power Unit ma maggiormente alla trasmissione o allo sterzo, in entrambi i casi si parla di perdita idraulica. Wolff nel post gara di ieri ha cercato ovviamente di gettare acqua sul fuoco: “A quanto abbiamo potuto capire finora, abbiamo avuto una perdita idraulica legata allo sterzo su Valtteri e abbiamo avuto un calo della pressione del carburante sull’auto di Lewis quindi niente a che vedere con l’introduzione in Francia del nuovo motore”.
Per quanto riguarda Ferrari, in pochi dopo le qualifiche avrebbero scommesso nel vedere al termine della gara Sebastian Vettel in testa al mondiale piloti e la Ferrari scavalcare Mercedes in quello costruttori.  E quello che è stato comunque un ottimo bi-podio avrebbe potuto essere una doppietta con la non penalizzazione di Vettel durante le qualifiche o una partenza migliore per entrambi i piloti. La Ferrari vista in pista ieri in pista è stata l’unica vettura insieme a Mclaren (Sauber) a gestire alla perfezione gli pneumatici Soft mentre tutti gli altri Team, chi più chi meno, hanno sofferto di bolle sulle “gialle” posteriori.
Se la gara è da considerarsi molto positiva per quanto riguarda la gestione gomma, non si può dire altrettanto del passo gara mostrato sia nei confronti di Mercedes (primo stint) che nell’arco di tutta la gara rispetto alla RB14 di Verstappen. Una SF71H che si è dimostrata in pista più veloce di RedBull ma non tanto da riuscire (0.1 secondi al giro) a chiudere un gap di circa 5 secondi in quasi metà gara. Ed anzi, se prendiamo il momento del ritiro di Lewis Hamilton, Verstappen era al comando con poco più di 3 e 4 secondi rispetto a Raikkonen e Vettel con i due piloti Ferrari che sono arrivati a poco meno a fine gara.
Dopo le critiche di inizio mondiale per alcune scelte strategiche da parte di Rueda & Co, nella giornata di ieri il muretto Ferrari è stato molto sveglio a richiamare entrambi i piloti ai box durante il regime di Safety Car anche se c’è da dire che il doppio pit stop ha fatto perdere circa 2 secondi a Sebastian Vettel, come potete osservare dal grafico in basso.
Se guardiamo i passi gara, possiamo notare come nel primo stint la W09 di Lewis Hamilton sia stata nettamente più veloce di entrambe le SF71H; in pochissimi giri il pilota inglese della Mercedes era riuscito ad aprire un distacco piuttosto rassicurante visto che, prima della rottura di Bottas, le due Ferrari di Raikkonen e Vettel accusavano un gap rispettivamente di 8 e 11 secondi.
Nel secondo stint le due Rosse pur avendo una gestione delle gomme molto migliore rispetto a Verstappen non sono riuscite a recuperare il gap accusato nella prima parte di gara e si sono dovute accontentare del secondo e terzo posto.
Se analizziamo il passo medio possiamo notare che sia Vettel che Raikkonen sono stati leggermente più veloci rispetto a Verstappen ma solo di pochissimi centesimi.
Per quanto riguarda RedBull, gara sicuramente positiva con Verstappen, non solo perché vincente ma principalmente per il passo gara tenuto dal pilota olandese nei confronti dei due piloti Ferrari. 
Analizzando le prestazioni delle libere e delle qualifiche, corse però con temperature delle pista nettamente inferiori, nessuno pensava che la RedBull potesse vincere in questo Gran Premio di casa. Proprio le alte temperature della pista hanno risolto (in modo importante su RedBull, parzialmente su Ferrari) i problemi incontrati durante le qualifiche da RedBull e Ferrari. Da segnalare nel caso di Verstappen, che l’ultima parte di gara è stata corsa dal pilota olandese con una Power Unit depotenziata dopo i problemi di surriscaldamento ad uno scarico che ha causato il ritiro di Daniel Ricciardo. Nonostante questo Max Verstappen è riuscito a vincere la corsa con un vantaggio di 1.5 secondi sulla Ferrari di Kimi Raikkonen. L’olandese ha condotta una gara perfetta con un primo giro molto aggressivo che gli ha permesso di scavalcare, non con qualche brivido, Raikkonen. Mossa che a fine gara si è rivelata decisiva nella sua vittoria.
Concludiamo, con un plauso a Ferrari per non aver impartito ordini di scuderia ai suoi due piloti dopo una gara piuttosto positiva di Kimi Raikkonen, e facendo i complimenti al sempre giovane Fernando Alonso che sta tenendo in piedi da solo una Mclaren veramente in crisi di risultati. Nota curiosa: il pilota spagnolo ha centrato l’ottava posizione partendo dalla Pit Lane utilizzando una specifica 2017 di ala anteriore poiché quelle dell’anno in corso sono state tutte danneggiate durante il fine settimana austriaco.
Autori: @smilextech & @spontonc

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2 Commenti

  1. Quasi tutto condivisibile.
    Meno la presunta difficoltà di Raikkonen e Vettel di raggiungere un Verstappen in fuga.
    E' sbagliato partire dal distacco al momento del ritiro di Hamilton che era tra i tre ed i quattro secondi, più giusto invece dal sorpasso a Ricciardo,
    In quel momento il finlandese della Ferrari accusava otto secondi dall'olandese, quasi azzerandolo all'arrivo.
    In fin dei conti chi ha vinto non era li per caso.
    Ho quindi trovato incoraggiante quanto espresso dalla Ferrari ieri.

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