domenica, Dicembre 22, 2024

GP UNGHERIA – ANALISI GARA: in casa Ferrari il mezzo tecnico c’è ma (a volte) mancano gli attori attorno..

In quello che sembrava un fine settimana da correre in difesa, Hamilton è riuscito a portare a casa un’importantissima vittoria costruita principalmente il sabato; il tracciato dell’Hungaroring è il terzo di ventuno per difficoltà di sorpasso con solo Monaco e Singapore che fan peggio, per questo la qualifica, disputata su pista bagnata, era la sessione più importante del weekend. C’è da sottolineare comunque che in condizioni di asciutto difficilmente la Mercedes avrebbe potuto infastidire la Ferrari; la SF71H aveva infatti dimostrato di essere (quasi) imbattibile anche nonostante l’ottima prestazione di Bottas offerta durante le prove libere 3. Hamilton arriva alla pausa estiva con 24 punti di vantaggio su Vettel ma, secondo la nostra opinione, il mondiale è tutt’altro che chiuso visto che la vettura di Maranello sembra essere leggermente superiore alla W09 specialmente in condizioni da qualifica. E sappiamo in questa F1 moderna quanto sia importante il sabato.

In questa analisi andiamo ad analizzare i momenti chiave che hanno portato Hamilton a trionfare nel Gp di Ungheria.

Vista la qualifica disputata sul bagnato, tutti i piloti potevano scegliere su quale compound di pneumatico iniziare la gara. Mercedes giustamente ha optato per massimizzare la seconda fase importante di un GP come quello di Ungheria ossia la partenza, scegliendo di partire con la UltraSoft. La gomma “viola” rispetto al compound “giallo” è in grado di dare uno spunto maggiore sopratutto nei primi metri. Un Top Team ha calcolato un guadagno di 10 metri in base al diverso compound scelto. Uno spunto determinante per difendere la posizione soprattutto su entrambe le Ferrari che hanno dimostrato durante la stagione di avere un sistema di partenza migliore rispetto a quello Mercedes. Per quanto riguarda il Team italiano invece, giustamente ha diversificato la strategia tra i due piloti. A Raikkonen, autore di una buona qualifica (scattava dalla terza posizione), è stata affidata la strategia più aggressiva montandogli le gomme UltraSoft per cercare di infastidire il duo Mercedes. L’obiettivo era quello di riuscire a scavalcare almeno una delle W09 nelle prime curve. Per Vettel è stata invece fatta una scelta meno aggressiva ma che alla lunga poteva dimostrarsi migliore; una ottima gestione della Soft ad inizio gara gli avrebbe permesso di allungare il primo stint, potendo poi sfruttare l’UltraSoft per un ultimo stint in modalità “wunderkind”.  E cosi in parte è successo, con i primi giri del pilota tedesco che sono stati piuttosto cauti, salvando pneumatici e benzina per poter spingere al massimo quando Raikkonen, Bottas e Hamilton si sarebbero fermati a sostituire gli pneumatici. Per poi dare il tutto per tutto con gli pneumatici più prestazionali nell’ultima parte della corsa. Una strategia che aveva utilizzato Lewis Hamilton in Germania 7 giorni prima.

Le scelte fatte dalla Ferrari non hanno dato i risultati sperati con Raikkonen perchè il pilota finlandese non ha trovato un buono spunto in partenza, non riuscendo di conseguenza a scavalcare i due Mercedes. Anzi, si è trovato a lasciar strada al compagno di squadra in curva 3. Nel primo stint si poteva pensare ad un crollo repentino delle prestazioni sulla Mercedes di Hamilton ed invece importanti modifiche di setup scelte dal pilota inglese con il suo Team gli hanno permesso di correre una prima parte di gara impressionante, con ben 60°C di pista. Oltre ai positivi cambiamenti di setup, la buona gestione degli pneumatici è stata possibile anche dall’essere in testa e correre di conseguenza in aria libera. Gestione che, analizzando il grafico, è stata ottimale per Hamilton così come la scelta del pit stop che è stata effettuata, come si vede dalla linea di tendenza, nel momento in cui le gomme stavano per avere un crollo importante. Il momento ideale sarebbe stato il giro 21 ma, avendo un gran distacco nei confronti di Vettel, Mercedes ha preferito allungare lo stint per non correre nessun rischio nella durata del compound Soft che ovviamente doveva essere portato alla fine della corsa.



Molto positiva anche la gara di Bottas, “sacrificato” dal Team Mercedes più per difendere la posizione di Hamilton che per cercare di portare a casa il massimo risultato. Dopo la partenza, in cui non è riuscito ad impensierire Hamilton, è stato utilizzato semplicemente come “scudo” per proteggere la prima guida di casa Mercedes. Una strategia studiata a tavolino che Mercedes è stata costretta a fare per la grande potenzialità che aveva in Ungheria la Ferrari, superiore alle Frecce d’Argento per tutto il fine settimana con pista asciutta. Una Mercedes che però tatticamente non è stata perfetta nemmeno in Ungheria, richiamando troppo presto ai box Valtteri Bottas e lasciando quindi strada libera a Sebastian Vettel. Gli oltre 5 secondi di gap nella finestra di stop avrebbero permesso a Bottas di percorrere ancora 1 o 2 giri prima di essere richiamato al box. Corretta invece la scelta di Ferrari che ha sacrificato Raikkonen per cercare di dar strada libera a Vettel. Sapevano che Mercedes avrebbe risposto quasi subito alla loro sosta e così è stato e Vettel ha potuto girare ad aria libera per imprimere il suo ritmo. Insomma, se Bottas è stato utilizzato come “scudo”, la Ferrari ha utilizzato Raikkonen come “esca”. Il cambio gomme di Raikkonen è stato molto lento poiché i meccanici hanno dovuto rimuovere dei detriti sulle prese dei freni posteriori che stavano creando qualche problema di temperatura all’impianto frenante della SF71H.

L’analisi dei tempi ci dimostra che entrambe le soste sono state effettuate (teoricamente) troppo in anticipo in quanto le gomme si trovavano in ottimo stato ed i tempi erano ancora molto buoni.

La scelta del pit stop di Vettel non è stata fatta invece nella giusta finestra poiché, tempi alla mani, doveva essere anticipata di qualche giro per evitare i doppiaggi che, in una pista come quella di Budapest, costano sempre molti secondi e effettivamente hanno fatto perdere del tempo prezioso alla Ferrari numero 5 del tedesco; precisamente 5 secondi, persi principalmente nel sorpasso di Sainz e quello di Ocon. Senza contare che appena Mercedes si è accorta dell’errore che stava commettendo Ferrari ha concesso a Bottas la mappatura più spinta della Power Unit che gli ha permesso di abbassare i crono di oltre 1 secondo.

Una scelta quindi sbagliata quella del muretto italiano? A posteriori ovviamente la risposta è si, ma ci sono delle scusanti poiché era chiaro che bisognava cercare di allungare il più possibile lo stint su soft per evitare un crollo anticipato del compound UltraSoft. Come Vettel in Germania, questa volta il Team, per cercare di vincere la gara ha osato troppo commettendo (a posteriori) un errore grossolano. Era forse meglio “accontentarsi” di uscire in seconda posizione a una decina di secondi da Lewis Hamilton pur con 3-4 giri in più da fare. 

Oltre al timing non perfetto di chiamata ai box del pilota tedesco, ci si è messo pure un cambio gomme lentissimo che gli ha fatto perdere almeno un secondo e mezzo, proprio quel gap che lo avrebbe messo ruota a ruota nell’uscita dalla Pit Lane. Vettel pur disponendo di gomme nuove e più prestazionali non è riuscito ad insidiare fin da subito il finlandese della Mercedes. Il sorpasso è riuscito a realizzarlo solo a pochi giri dalla fine sfruttando i problemi in trazioni di Bottas che aveva praticamente finito le sue gomme soft. Senza i secondi persi per via dei doppiati e al cambio gomme, Vettel avrebbe potuto girare a pista, imprimendo il suo ritmo e facendo spingere molto di più Lewis Hamilton. Difficilmente Vettel avrebbe potuto vincere ma sicuramente avrebbe infastidito il quattro volte campione del mondo. Relativamente a Raikkonen, la seconda sosta era secondo noi una opzione strategica che ci poteva stare vedendo la sua posizione in pista. Solo con una gomma più fresca infatti avrebbe potuto infastidire Bottas a fine gara. Senza ci sarebbero state nulla possibilità di sorpasso nei suoi confronti visto che a Budapest si passa solo con un ritmo dal secondo e due al secondo e sette più veloce, in base alla velocità della propria vettura. 



Vettel a fine gara ha commentato così la sua corsa:
Oggi con il primo set di pneumatici eravamo veloci, ma alla fine sono un po’ deluso, perché ho perso dei secondi importanti nel traffico. Neanche il pit stop che abbiamo fatto è stato perfetto, visto che abbiamo perso del tempo. Da lì è stato difficile quando mi sono ritrovato dietro Valtteri, cercando di sorpassarlo. Comunque alla fine sapevo di poter andare più veloce di lui, visto che avevo gomme più fresche. Comunque, abbiamo fatto il massimo e credo che la seconda posizione sia il risultato migliore che potessimo ottenere oggi. Abbiamo fatto bene molte cose, altre forse meno bene, ma questo fa parte del gioco. E’ stata una settimana molto difficile per noi, per cui credo che avere entrambe le macchine sul podio sia un buon risultato. Sono felice di vedere che la macchina è veloce, che si è comportata bene finora su tutti i circuiti, e penso che questa sia la cosa più importante. La nostra vettura ha un grande potenziale, così adesso me ne vado in vacanza sentendomi tranquillo per le prossime gare.

Raikkonen non era invece soddisfattissimo al termine della corsa del risultato conquistato in quanto consapevole che con questa vettura si poteva ottenere un risultato migliore.

La partenza è stata buona, ho preso la scia e stavo decidendo da che parte andare, ma Bottas si è spostato dallo stesso lato per bloccarmi, così ho dovuto frenare prima e Sebastian mi ha passato. Dopodiché per tutta la gara ho cercato di correre in aria libera per sfruttare la mia velocità, senza risparmiarmi per mettere pressione sugli altri e senza poter gestire le gomme. La gara mi è passata in fretta, abbiamo spinto fino alla fine e, con la strategia a due soste, abbiamo sempre avuto le gomme in buone condizioni per farlo. Non poter bere durante la gara non è stato il massimo, ma neppure un grosso problema. Oggi eravamo veloci ma sappiamo tutti quanto sia difficile sorpassare su questa pista; la gara è stata decisa dalla qualifica di ieri, ma almeno siamo riusciti a recuperare una posizione ciascuno. Oggi il secondo e il terzo posto erano il massimo che potevamo fare; come risultato non è male, ma non è quello che vogliamo. Nella seconda metà della stagione cercheremo di cambiare le cose e fare ancora un po’ meglio. So che la strada è ancora lunga, tutto può succedere e le cose cambiano in fretta. Continuiamo a spingere, cercando di migliorare anche nei dettagli e di essere costanti, e sono sicuro che potremo arrivare a risultati ancora migliori.

Secondo weekend consecutivo che il Team italiano non raccoglie quanto merita; se in Germania era stato chiaramente un errore di Vettel, in Ungheria la colpa principale è del Team. Errori che speriamo alla fine della stagione non pesino come macigni sui sogni iridati di Vettel e la Ferrari; quest’anno il mezzo tecnico c’è ma sembrano mancare gli attori attorno. Nove appuntamenti per terminare questo mondiale 2018 di F1 dove per la Ferrari e Vettel la parola d’ordine sarà “Vietato sbagliare”. Sperando anche in qualche aiuto proveniente da Hamilton e la Mercedes. 

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