martedì, Novembre 5, 2024

GP AUSTIN – ANALISI DELLA GARA: è tornata la vera Ferrari facendo salire il rammarico per gli ultimi 3 appuntamenti negativi

Negativo il primo Championship Point per Lewis Hamilton che, in un Gran Premio di Austin più complicato del previsto, non è riuscito a sfruttare un altro errore di Sebastian Vettel. Sul circuito del Texas abbiamo assistito ad una gara veramente interessante che è concisa anche con la rinascita della Ferrari che ha vinto la gara con Kimi Raikkonen. Una vittoria molto attesa, meritata anche in altri appuntamenti dei mesi/anno scorsi/o, quella del pilota finlandese visto che si tratta del primo successo nella sua seconda avventura con il team di Maranello, iniziata nella difficilissima stagione 2014. Niente paura per Hamilton e Mercedes che tra pochissimi giorni avranno una seconda chance; una partita quella del mondiale piloti che, purtroppo per i tifosi del Team italiano, sembra essere ormai chiusa visto che il pilota anglo caraibico del Team Mercedes potrà terminare addirittura la corsa al settimo posto per potersi laureare campione del mondo per la quinta volta.

GP AUSTIN: ad Austin abbiamo finalmente rivisto la vera Ferrari?

SI. La risposta non può che essere positiva visto che salvo le opache prestazioni di venerdì sul bagnato, la SF71H è tornata ad essere quella vista fino a Spa ossia molto competitiva sugli pneumatici e sulla Power Unit. Questa riscossa non è arrivata grazie all’introduzione di novità aerodinamiche visto che, per motivi prettamente atmosferici (il venerdì piovoso non ha permesso la loro valutazione), non è stato utilizzato nelle asciutte giornate di sabato e domenica l’ultimo pacchetto di evoluzione portato proprio ad Austin.  

Rosse che sono tornate ad essere molto bilanciate, riscoprendo le loro migliori caratteristiche e facendo nuovamente la differenza sui competitors, Mercedes in primis, in trazione e in rettifilo. Al contrario di quanto scritto da molti, il passo indietro della Ferrari in termini di aggiornamenti è stato molto contenuto visto che dal punto di vista aerodinamico solamente l’ala posteriore in stile McLaren introdotta a Singapore è stata bocciata con la conferma di tutti gli altri update portati in pista negli appuntamenti (successivi) di Sochi (ala anteriore e turning vanes) e Suzuka (deviatore di flusso nella parte bassa delle prese freni anteriori). Dal punto di vista meccanico invece è stata bocciata la sospensione posteriore introdotta a Monza, che doveva essere una importante evoluzione di quella portata in pista con ottimi risultati in quel di Silverstone. Concludendo, è tornata. anzi è stata evoluta, la tanto chiacchierata mappatura aggressiva K1 (ora divenuta K1 Plus) sulla PU italiana che ha permesso alla vettura italiana di far nuovamente la differenza sui rettilinei e in parte anche nelle fasi di trazione. I quasi 5 km/h di differenza in termini di velocità massima tra la SF71H e la W09 sono comunque da addebitare anche ad un assetto più carico scelto dagli ingegneri del Team anglo tedesco.

GP AUSTIN: è stata corretta la scelta di “splittare” i compound di partenza tra i due piloti? 
Assolutamente SI. Molto giusta la scelta degli strateghi Ferrari di dare a Kimi Raikkonen il compound più morbido in partenza, una mossa che ha permesso al pilota finlandese di prendere il comando della gara già dopo pochi metri dalla partenza sfruttando nel migliore dei modi il maggior grip degli pneumatici UltraSoft. Al contrario, sulla SF71H di Vettel sono state montate le SuperSoft sapendo che il pilota tedesco non poteva sicuramente partire dalla prima fila per via della penalizzazione di 3 posizioni in griglia per non aver rispettato i limiti di velocità in regime di bandiera rossa durante le seconde prove libere. 

UltraSoft che Raikkonen è stato abilissimo a far durare per ben 21 giri, pur con leggeri problemi al fondo, tenendosi alle spalle un Lewis Hamilton molto competitivo sia con il treno di SuperSoft di inizio gara che soprattutto con il compound Soft montato nella prima sosta. Riuscire a contenere gli attacchi dell’ormai cinque volte campione del mondo pilota Mercedes è stato sicuramente uno dei momenti più importanti della gara di Kimi Raikkonen.
Per quanto riguarda la gara di Sebastian Vettel, il contatto con Ricciardo non gli ha permesso di lottare per la vittoria, come ammesso da lui stesso: “Peccato per l’incidente con Daniel. Se fossimo rimasti al quarto o quinto posto dopo il primo giro, saremmo stati più vicini ai primi e sono sicuro che avremmo avuto la giusta velocità per vincere”. Quello americano non è stato un fine settimana positivo per Sebastian Vettel che, dopo l’errore di venerdì che gli è costato 3 posizioni in griglia, è stato autore dell’ennesimo contatto nelle prime fasi di gara che gli ha pregiudicato la gara. Molto importante comunque, soprattutto per quanto riguarda il mondiale costruttori, il sorpasso su Bottas nelle fasi finali della gara che lo ha portato in quarta posizione. 
GP AUSTIN: Mercedes ha avuto problemi alla Power Unit prima della gara?
SI, e importanti. Qualche ora prima della gara in casa Mercedes è suonato un’importante campanello d’allarme: sulla Power Unit di Valtteri Bottas sono stati notati dei valori anomali al circuito di raffreddamento che ha comportato la sostituzione della pompa dell’acqua.

Situazione leggermente migliore invece per l’unità di Hamilton su cui però il Team anglo tedesco non ha voluto rischiare di avere dei problemi durante gli oltre 50 giri di gara ed ha cosi praticato quanto fatto sulla vettura numero 77. Ricordiamo che questi componenti non fanno parti di quelli punzonati dalla Federazione e per questo possono essere sostituiti in caso di problemi senza incorrere in nessuna penalità. Il rimontaggio delle due vetture nel poco tempo disponibile nella mattinata statunitense di domenica ha comportato però degli importanti problemi di distribuzione dei pesi che hanno inficiato negativamente il passo gara dei due piloti del Team campione del mondo. 

GP AUSTIN: quali sono i problemi che Mercedes ha incontrato durante il Gran Premio?
Mercedes ha pagato a caro prezzo il venerdì bagnato in quanto la mancanza dei riferimenti che gli ingegneri raccolgono abitualmente nelle prove del venerdì non ha consentito di preparare set up e strategie con i dati solitamente a disposizione. Il Team campione del mondo, non solo in questo fine settimana se si pensa ai (piccoli) problemi di blistering avuti a Sochi e a Suzuka, ha dimostrato che la W09 non ha definitivamente risolto i problemi agli pneumatici e le ultime soluzioni messe in discussione dalla Ferrari hanno si portato qualche miglioramento ma non hanno sicuramente risolto tutti i “mali” di questo progetto 2018.

Proprio continuando su questo argomento, il più caldo delle ultime ore tra gli appassionati, è bene sottolineare come Mercedes, per tutto il weekend di Austin, abbia utilizzato dei cerchi e dei mozzi diversi da quelli utilizzati da Spa fino a Suzuka. Ufficiosamente i fori (interni ed esterni) utilizzati per smaltire calore dagli pneumatici posteriori sono stati chiusi per via delle basse temperature ambientali. Ma c’è anche chi dice, come il noto giornalista Jonathan Noble di Motorsport, che il passo indietro effettuato da Mercedes è stato fatto per evitare un reclamo da parte di Ferrari. Quel che è certo è che la FIA non è intervenuta vietando una soluzione che qualche settimana fa aveva valutato positivamente (soluzione da considerarsi quindi legale fino a prova contraria).

Tornando al discorso pneumatici, noi di FUnoAnalisiTecnica non abbiamo visto una Mercedes in evidente crisi di pneumatici nella gara di Austin. C’è stato si uno stint negativo, il primo su Soft di Hamilton, ma c’è da notare come il pilota inglese della Mercedes abbia spinto molto ad inizio stint andando a cuocere per bene gli pneumatici, similarmente a quanto successo a Kimi Raikkonen nel Gran Premio di Monza, sempre sullo stesso compound. Rispetto ai compound “viola” e “rosso”, la Soft ha un battistrada maggiore e quindi è soggetto già di per sé ad un maggior movimento. Se a ciò si aggiungono giri da qualifica a gomma nuova ad altri giri molto vicini ad un’altra vettura c’è sicuramente il rischio di produrre importanti surriscaldamenti all’interno della carcassa ossia bolle d’aria che creano dei veri e propri distaccamenti della gomma. Ecco le parole di Isola proprio sul comportamento del compound giallo: ”La Soft in questo fine settimana è stata provata pochissimo dai team. Avendo un battistrada maggiore rispetto alla UltraSoft e alla SuperSoft, nei curvoni veloci e in trazione si è riscaldata molto di più in superficie rispetto agli altri compound. Questo surriscaldamento ha provocato il blister che abbiamo visto su Mercedes”. Da tener conto poi l’innalzamento delle pressioni minime di gonfiaggio che Pirelli ha deciso addirittura il sabato per la domenica con gli assetti dei Team già scelti. Vergognoso come a pochissimi GP dalla fine del mondiale Pirelli possa affermare di vedere in pista valori di carico e velocità delle vetture sensibilmente diversi da quelli uscenti dai propri simulatori. 

Nella prima parte di gara Hamilton era riuscito a controllare il distacco nei confronti di Raikkonen in attesa di un decadimento prestazionale delle gomme “viola” che invece non è avvenuto. Gli strateghi Mercedes hanno deciso quindi di sfruttare il regime di Virtual Safety Car per richiamare ai box Hamilton montando un set nuovo di Soft. Scelta fatta al giro 11 dopo che Ricciardo aveva parcheggiato la sua RedBull a bordo pista per un problema alla batteria e essendo una sosta molto anticipata era prevedibile che Hamilton si sarebbe fermato un’altra volta. Con gomme fresche Hamilton ha facilmente rimontato il gap nei confronti di Raikkonen ma non è riuscito a scavalcarlo e prendere il largo. 

Proprio questi giri dietro il finlandese hanno dato il KO ai suoi pneumatici; tra il giro 17 e 21 il grande innalzamento dei tempi. E qui è arrivato il clamoroso errore strategico di un Team che quest’anno non è nuovo ad errori cosi macroscopici. Al giro 32 di 56 Mercedes aveva la possibilità di mettere in pista Hamilton, con una seconda sosta (obbligata), dietro a Raikkonen e portando a casa almeno una ottima seconda posizione. Ma Andrew Shovlin & Co hanno optato per lasciare in pista ancora per qualche giro l’anglo caraibico facendogli perdere la posizione in pista su Verstappen ma sperando in un passo gara talmente superiore da poterlo passare facilmente in pista. Cosa non avvenuta con Hamilton che ha dovuto accontentarsi della terza posizione.

GP AUSTIN: RedBull poteva vincere la corsa?
SI. La risposta è sicuramente positiva vedendo dove ha terminato la gara Verstappen che era scattato addirittura dalla posizione numero 18. Le maggiori chance di vittoria nel team di Milton Keynes le aveva però Ricciardo che, al momento del ritiro, si trovava in quarta posizione.

Verstappen, nonostante le gomme Soft montate in partenza, è stato richiamato piuttosto preso ai box per il cambio gomme e questo ha permesso al pilota olandese di portare a termine l’undercut sulla Mercedes di Bottas. Dei tre Top Team innegabile come la palma di miglior reparto strategie quest’anno lo vinca a mani basse la scuderia di Milton Keynes. In casa RedBull sono rimasti particolarmente sorpresi del rendimento delle gomme Soft che è stato molto al di sotto delle attese soprattutto per quanto riguarda la durata. Proprio per questo il muretto di Milton Keynes pensava di dover effettuare una gara a due soste ma, al contrario, il rendimento delle SuperSoft ha sorpreso positivamente facendo terminare la gara a Verstappen con una strategia a singola sosta.
Le gomme SuperSoft montate nella seconda parte di gara hanno dato dei risultati veramente sensazionali sia a livello di grip che di durata tanto che Verstappen, pur con pneumatici con molto chilometri è riuscito a tenere alle sue spalle Hamilton piuttosto agevolmente pur con pneumatici Soft molto più freschi. Come dimostra il grafico in basso c’è stato un innalzamento dei tempi negli ultimi giri ma senza nessun tipo di “cliff” e questo è da imputare anche all’abilità di guida di Verstappen che è riuscito a gestire gli pneumatici in modo fantastico portando a casa un insperato secondo posto a ridosso del vincitore Raikkonen.

Autori: @spontonc & @smilextech

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2 Commenti

  1. Come si sono creati problemi di distribuzione dei pesi in Mercedes con il rimontaggio della macchina?
    Avranno dimenticato qualche chiave inglese al suo interno?
    Una volta chiuso il cofano saranno avanzati dei pezzi?

  2. (soluzione da considerarsi quindi legale fino a prova contraria).
    Questo approfondimento della questione e l'attenzione con cui si è trattato l'argomento è incredibile, avete analizzato tecnicamente a fondo la soluzione MB ed in maniera veramente esaustiva.
    Il prossimo post scrivetelo in tedesco…
    Grüße

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