Prove Libere 1: 11:00 – 12:30
Il circuito che ospita il Gran Premio d’Azerbaijan è lungo 6.003 metri ed è composto da 12 curve a sinistra e 8 a destra, tutte percorse in senso antiorario. Una caratteristica molto interessante, che lo rende unico anche rispetto a moltissimi altri circuiti presenti nel calendario di F1, è che gran parte dei sei chilometri di lunghezza si trovano al di sotto del livello del mare. Da un punto di vista tecnico la pista di Baku non è sicuramente il miglior tracciato che Tilke potesse disegnare: troppe curve a 90° tipiche dei circuiti di Formula E più che di Formula 1 inframmezzate da tratti rettilinei.
La parte più interessante, soprattutto dal punto di vista fotografico, è la zona vicina alle fortificazioni della città vecchia, tra le curve 8 e 12, ma con una sede stradale fin troppo stretta viste anche le nuove larghezze delle nuove vetture. Proprio per via di questa parte lenta e delle numerose curve a 90° non si può optare per una configurazione aerodinamica troppo scarica che vada a privilegiare il lungo rettilineo presente nel terzo settore. A Baku la sfida più importante è proprio trovare il bilanciamento del carico aerodinamico. Ecco le parole di Vettel: “Questo circuito ha un tratto lungo 2,2 chilometri da fare in pieno in cui sfioriamo i 360 km/h prima della frenata molto impegnativa della prima curva verso sinistra. La ripida salita intorno alle mura della città vecchia è larga solo sette metri, che in una vettura di Formula 1 sembrano anche meno. Non c’è abbastanza spazio per due monoposto in quel punto per cui se stai duellando con un altro pilota è meglio mettersi d’accordo su chi deve passare per primo. Una delle sfide di Baku è trovare il giusto bilanciamento a livello di carico aerodinamico: devi poter affrontare bene le curve lente ma c’è bisogno di essere anche velocissimi sui rettilinei. È un compromesso non facile da trovare”. A causa dei lunghi rettilinei, la parte posteriore viene notevolmente “adattata”. Su molte vetture faranno il debutto nuove ali posteriori, sicuramente più scariche di quelle viste nei primi tre appuntamenti. Ma bisogna fare attenzione a non scaricare troppo poiché la perdita di tempo nella parte tortuosa rischia di divenire troppo alta. Gli ingegneri devono quindi cercare di trovare un buon compromesso tra downforce e velocità massima. Anche sull’anteriore non si può scaricare molto altrimenti si induce la vettura troppo al sottosterzo, male maggiore della Ferrari vista nei primi tre appuntamenti.
GP BAKU: tracciato da medio/medio basso carico aerodinamico dove conta avere una Power Unit al top
Da un punto di vista tecnico, più precisamente di Power Unit, il circuito di Baku (insieme a Spa) è il tracciato ove la parte ibrida ha il maggior peso nell’arco di un giro in tutto il mondiale. A Baku sarà cruciale avere un efficiente recupero di energia elettrica da parte del motore elettrico MGU-H per avere a disposizione il più a lungo possibile i ben 120 kW.
La sfida principale a Baku consiste nel bilanciare gli assali anteriore e posteriore, mantenendoli della loro finestra operativa. Il tutto è complicato dal fatto che i lunghi rettilinei hanno l’effetto di raffreddare le gomme anteriori, un po come la Cina, che possono causare il rischio di bloccaggio frontale. Le tante zone di trazione invece tendono a surriscaldare le posteriori. Una combo, soprattutto sull’anteriore, che potrebbe mettere in difficoltà la Ferrari SF90, vettura che ha mostrato soprattutto difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici anteriori. Per limitare questi problemi, il Team italiano anticipa a Baku i primi aggiornamenti stagionali pensati inizialmente per il prossimo Gran Premio di Spagna. Non solo adattamenti alla pista quindi ma anche vere e proprie novità per sbloccare più facilmente il buon potenziale a disposizione di Vettel e Leclerc. A Maranello il clima è stato un po agitato nei giorni di preparazione a questo quarto appuntamento. Solo i responsi della pista potranno tranquillizzare i tecnici.