Nessun Karma, come avevo auspicato nel precedente appuntamento, si é manifestato in questo terzo appuntamento mondiale, anzi: la Mercedes fa ancora bottino pieno di punti senza nessuno sconto alla concorrenza. E, ridendo e scherzando, sono già passate tre gare del mondiale, e i grigi hanno già inanellato record su record, facendo tre doppiette su tre come successo già nel 2014, anno di debutto dell’era ibrida, facendo riaffiorare tremendi ricordi per i colori Rossi. Sinceramente, le premesse erano altre, anche per questa gara, dato che Ferrari era presentata si, con i problemi di affidabilità già emersi, ma anche con una velocità più che buona, cosa da far pensare a un duello ravvicinato con i rivali tedeschi.
Dalle qualifiche però era già chiaro che, invece, un gap c’era con le frecce d’argento, e che forse solo in gara si sarebbe potuto lottare più alla pari con loro. Niente di tutto ciò, e già dopo il secondo giro, Hamilton, scattato dalla seconda piazza, svettava in testa e solcava già un divario che da lì a poco sarebbe cresciuto pian piano, ma che sarebbe bastato per gestire come al solito una gara”noiosa”, con un 1-2 Mercedes che quando capita l’occasione, o si trova in testa, non lascia sfuggire niente di niente. La Ferrari ha tentato, prima con Leclerc, 3^ dopo il primo giro a tenere il passo, e con Vettel poi, dopo un discutibile e già discusso ordine di squadra a invertire le posizioni , sperando in un passo migliore del tedesco, ma non é bastato a impensierire la casa della stella, anzi, si sono ritrovati a battagliare anche con la RB dell’olandese, il quale reggeva bene il ritmo delle monoposto di Maranello. Proprio qui nasce l’errore strategico di Ferrari, e cioè tentare di marcare Mercedes invece che Verstappen, cosa più facile la seconda che la prima, con conseguente perdita di almeno una posizione dopo la prima sosta.
L’unica nota di colore e “positiva” per la scuderia italiana, é la gara in se dei due piloti, che hanno guidato comunque al meglio in una domenica che definirei GRIGIA in tutti i sensi. Bello il duello Verstappen-Vettel dopo il primo pit, concluso con un ottima difesa da parte del tedesco sull’attacco di Max in fondo al lungo rettilineo cinese, con sorpasso del primo e contro-sorpasso del secondo. Questo la dice lunga su come si possa contrastare un team, che nonostante in pista non commetta errori, non si riesce a scalfire neanche nella parte più superficiale della sua corazza, rendendo vani tutti i tentativi anche del muretto, di inventare strategie per recuperare il terreno perso. Prima con il team order su Leclerc, facendo passare Sebastian pensando e sperando che fosse più veloce, e poi ”differenziando” la tempistica dei pit tra i piloti, ma di fatto, sacrificando il 3 posto di Charles a favore di Vettel e Max.
Ovviamente nulla sarebbe cambiato e gli stessi piloti lo hanno ammesso. È giusto giocare di squadra, ma la sensazione da fuori é che in casa Ferrari sia difficile prendere decisioni a breve termine. Infatti si é perso troppo tempo a invertire le posizioni (una volta deciso di farlo) tra i piloti, e lo stesso dicasi per richiamarli al box, specie con Charles. Certo, noi lo diciamo da qui, dal divano, senza la pressione, e magari loro avranno avuto buoni motivi per farlo e tanti dati a confermarlo, ma in ogni caso questa sensazione di scarsa tempestività e reazione resta.
L’emblema della situazione e’ il doppio pit stop fatto da Mercedes in contemporanea. Erano cinque i secondi che separavano Lewis e Valtteri, e con calma olimpica sono stati richiamati entrambi in pit lane, già consapevoli che per loro non sarebbe stato un problema gestire una situazione di estrema complessità. Questo secondo il mio modesto parere manca alla Ferrari. Stiamo parlando di una struttura consolidata e definita in ogni suo ruolo, dal direttore tecnico, alle signorine che puntualmente ormai portano champagne ai membri della squadra per festeggiare le tante vittorie portate a casa.
Non può essere stato un fuoco di paglia il Bahrein, al netto dei problemi avuti, perché la prestazione se non ce l’hai non viene mai fuori. La Ferrari i suoi buoni punti di forza li ha messi in mostra, e il problema é uno solo: non é stata mai in grado di metterli insieme tutti, e con questa Mercedes é impensabile non essere perfetti per tentare almeno di tenergli testa. Il team radio finale di Vettel che recita ”la macchina é buona, anche se non é bastata per vincere, arriveremo, arriviamo”, lascia pensare che loro sappiano che potenziale ce ne sia da tirare fuori, ma che sia difficile mettere in pista una vettura che in tutti i suoi aspetti si adatti ai circuiti di volta in volta.
Se non ci saranno correzioni Mercedes prenderà il largo e sarà poi troppo tardi far vedere al mondo che la SF90 é un progetto valido, con Liberty Media che non so quanto sarà felice di un campionato poco equilibrato e privo di battaglia in testa. Da quello che si vede poi, sembra che gli aggiornamenti e sviluppi sulla nuova Ferrari siano latitanti, dato che si sta facendo molta comprensione della vettura, come sia Binotto che gli stessi piloti hanno ammesso.
Ma la veloce e performante auto vista nei test, sarà rimasta lì a Barcellona? Bhe’, tra 2 gare si torna li, in Europa, magari hanno tenuto la vera SF90 nei garage catalani…
Autore: Mauro Petturiti
Foto: Mercedes – Ferrari