Questa domenica si terrà a Barcellona il tanto atteso GP di Spagna. L’appuntamento è ormai un classico sia nel calendario, che per gli appassionati, che soprattutto per le squadre. Ebbene il GP in terra iberica rappresenta il ritorno della F1 nel vecchio continente: infatti cambiano le date, cambiano i circuiti e comunque il primo GP (dal 1991 al Montmelò) in Europa, debutta nella primavera della assolata e calda Spagna. Questo appuntamento è tanto atteso dalle scuderie, in quanto la pista spagnola è considerata tra i più tecnici e soprattutto il più completo di tutto i circuiti presenti in calendario..si può affermare che di fatto è una galleria del vento a cielo aperto! Infatti per affrontare al meglio le curve della pista catalana una monoposto, deve avere velocità di punta per percorrere il lungo rettilineo del 1° settore , efficienza aerodinamica per volare sui curvoni veloci del 2° settore e carico e trazione per affrontare il 3°.
Infatti si dice che chi va bene in Spagna andrà bene ovunque, e forse non è un caso che i vincitori dal 2014 al 2018 (fatto salvo il 2016 causa collisione fratricida) sono poi coloro i quali stanno dominando l’era turbo ibrida; e cioè i campioni del mondo della Mercedes. Dal 1991 ad oggi ne sono successe di storie incredibili che hanno ormai il sapore di leggenda, come il mitico duello tra Ayrton e Nigel sul lungo rettilineo spagnolo, oppure la prima incredibile vittoria di Schumacher con Ferrari sotto un diluvio torrenziale, oppure appunto lo scontro tra Rosberg ed Hamilton sancendo definitivamente la fine della loro amicizia.
Il Montmelò rappresenta anche il luogo dove si è consumata l’ultima vittoria di Fernando Alonso e l’ultima vittoria di Ferrari in terra spagnola. Era il 2013 e Sebastian Vettel (il lontano parente del Vettel di oggi) con la sua Red Bull ne veniva già da tre mondiali vinti consecutivamente. E allo stesso modo Fernando era da tre anni consecutivi che stava in tutti i modi cercando di vincere quel titolo che tanto avrebbe meritato con la rossa..un titolo che avrebbe valso una intera carriera.
Quel 2013 poteva essere l’anno buono, salvo che poi la federazione fece cambiare (per motivi di sicurezza) le mescole a campionato in corso con Ferrari che sprofondò in grave crisi. Fernando quella domenica era particolarmente gasato, era la sua gara di casa e sebbene non partisse in pole era positivo, fiducioso, cosi tanto che durante la drive parade ferma la macchina sulla quale sta sfilando, scende e corre verso il suo pubblico; e per poco l’autodromo non viene giù! Fernando in griglia di partenza è solo 5° con le due Mercedes in prima fila (le famose Mercedes mangia gomme..dopo il test segreto anche quello cambiò), quindi 3° Sebastian e 4° persino Kimi con Lotus (non la Lotus di Chapman); questo solo per far capire le difficoltà di Ferrari in qualifica.
Da li a poco si sarebbe spento il semaforo e avremmo ricordato per sempre il GP di Spagna del 2013 come l’ultima magia di Alonso: allo spegnimento delle luci rosse infatti sia Seb che Fernando scattano bene, tanto che sono appaiati, questo fino ad arrivare in curva 3 dove Alo tenendo l’esterno riesce a sopravanzare Rosberg (il quale è stato risucchiato dal duo Alo/Seb) e si ritrova cosi 3° dietro Seb e Lewis. Il resto è storia, perché grazie al ritmo indiavolato di Fernando, alle strategie particolarmente indovinate del muretto e grazie alla gestione delle gomme l’asturiano va a vincere d’innanzi al suo pubblico di casa: l’ultima vittoria di Alo, l’ultima di una rossa in terra spagnola.
Cosa manca all’attuale Ferrari al fine di poterci far rivivere un GP del genere? Inutile soffermarsi su assurdi paragoni, salvo affermare una cosa: è lo spirito che non deve mancare..lo stesso spirito che ha fatto credere fino in fondo in quella famosa giornata di poter lottare per la vittoria. Ferrari arriva al Montmelò con lo sfavore del pronostico, dei numeri e del mezzo..chi ci crederà di più ne uscirà vincente.
Buon GP di Spagna a tutti.