Sabato ore 16, Bottas fa una pole da paura, inarrivabile anche per Hamilton. Stessa ora, Ferrari fa un altra qualifica da incompiuta e apre definitivamente interrogativi inquietanti. Domenica ore 17, Gran Premio consumato negli ultimi giri agonizzanti dopo la SC. Hamilton disintegra ogni forma di vita che ha provato a muoversi intorno a lui rimettendo ordine e disciplina come il campione vero sa fare. Quinta doppietta da ko. Non siamo nel 2016 ma…forse andrà davvero così, una replica di quel campionato allora salvato solo dalla cattiveria agonistica di Rosberg contro il suo ex amicone.
Pressione in grande aumento su Ferrari.
Dopo i pochi alti, i molti bassi e i moltissimi giorni da incompiuti, era attesa una ripartenza tosta, decisa, che regalasse certezze. Per carità non garanzie di vittoria, ma basi solide su cui lavorare, pressare continuamente un team di cannibili come Mercedes. Insomma essere lì, col fiato sul collo, farci vedere che anche i cyborg possono cadere. Cercare delle chance, cercare la fortuna.
Per ora non si è pressoché visto nulla tranne in Bahrain ma poi non si è vinto. Ed è veramente troppo poco. Le premesse e le promesse c’erano ma al momento tutte deluse.
Il tema non cambia: scoprire, a questo punto anche se tardi chi se ne frega, se la SF90 sia davvero buonissima come si annusava a febbraio, fermata solo da intoppi per la troppa aggressività tecnica dovuta essenzialmente al ‘volerci provare’ e correre rischi. Ok sarebbe andata male ma resterebbe rispettabilissima. Oppure no, accettare che a maggio dopo appena 90 giorni dai test manchi qualcosa di grosso a monte. Un buco nella progettazione (io continuo a non volerlo credere), imperdonabile.
Non so dare una risposta definitiva, o magari non voglio darmela, nonostante qualcosa nel mio inconscio (e anche di più) mi dica che la vettura non è un bluff come invece dicono in molti.
Ripenso al Bahrain che però sbiadisce. Provo ad aggrapparmi al solido lavoro diretto da Binotto perché è uno che sa bene quello che fa e non mi pare che cerchi scuse a partire dalle gomme. E fa benissimo. Uno che anche quando perde ha la faccia di quello che: “ma noi abbiamo ancora un’arma segreta”.
Ci sono strategie in corso e movimenti, pensiamo positivo. Una cosa è certa ed è bene chiarirlo, è preciso compito e responsabilità dell’ufficio tecnico dimostrare fino in fondo che esista una SF90 che non faccia rimpiangere addirittura quella SF70H che tanto pativa proprio nei rettilinei, altrimenti diventa del tutto ininfluente quanto di buono tutti hanno visto, Vettel in primis, nei test. Davvero voi credete che un pilota come il tedesco non sappia capire se una vettura c’è o no? Potrà essere stata sopravvalutata, ma non esiste prendere dalla pole nell’ultimo settore di Barcellona quanto o più di una Haas. C’è qualcosa di grosso, non di semplice soluzione o forse non circoscritto ad un componente ma che ‘fa lavorare’ il componente.
Se analizziamo i distacchi e i miglioramenti fatti dal 2018 vediamo come assurdamente Ferrari abbia guadagnato appena 30 millesimi, mentre la media degli altri va da 0”4s a 1”s pieno.
Sta diventando un giallo alla Hitchcock. Attendiamo segnali concreti, altrimenti sarà come se quella bella vettura ‘progetto 670’ non fosse mai esistita. Nel frattempo, voltando pagina su chi merita gli onori, non so se Toto Wolff ci sente ma ‘l’underdog’ di cui lui è maestro indiscusso, ora che francamente a Mercedes non serve più lo passi a Bottas, e se lo tenga stretto. Com’è stato per le ultime qualifiche, ancor più dopo oggi. Arriva da dietro e fa un pole stratosferica. Hamilton lo ha preso sul serio dimostrandolo con una gara coi baffi in onore dell’ultima gara da presidente Dieter Zetsche.
Ne sarà lieto Toto, una passerella indisturbata non la vuole davvero nessuno… magari neanche il nuovo boss Mercedes.
Que desastre de auto el sf90. Por qué no ponen el motor de este año al sf70h. Así Ferrari recupera algo de decencia