giovedì, Novembre 21, 2024

Programma F1 della Stella 2026

L’ERA ZETSCHE: VITTORIE SPORTIVE E
TRIONFI COMMERCIALI
 
Il Gran Premio di Spagna del 2019 non
verrà ricordato solo per il record della Mercedes che marca
cinque doppiette consecutive. No, la gara disputatasi nella città che Antoni Gaudì ha reso architettonicamente famosa passerà alla storia per la fine di un’era sportiva: quella di
Dieter Zetsche

Il sessantaseienne ingegnere tedesco (turco di
nascita, nda), entrato in Daimler AG nel lontano 1976 come ricercatore,
ha via via scalato posizioni fino a ricoprire, grazie alla sua
visione industriale lungimirante e innovativa, la carica
di presidente. Nel 2006. 

Sotto la sua gestione il
marchio Mercedes ha conosciuto una seconda giovinezza
passando per
due fasi principali: produzione di veicoli con standard qualitativi
appannatisi negli anni precedenti e un fitto e vincente programma
sportivo
che ha imposto il dominio, specie in Formula Uno, del
marchio della Stella a Tre Punte. Lo sport, dunque, come traino commerciale
 
In tal senso uno dei primi
provvedimenti presi durante il suo “regno” fu quello di
trasformare l’esperienza Mercedes: da “semplice” fornitore di motori la casa di
Stoccarda doveva diventare un costruttore a tutto tondo. E doveva
vincere
. Fu Zetsche a curare l’acquisizione della Brawn GP inaspettata
mattatrice del mondiale 2009. Fu Zetsche a spingere affinché Michael
Schumacher
tornasse in pista sulla W01 nel 2010. Lo stesso dirigente
che volle Toto Wolff, Niki Lauda, Lewis Hamilton e, soprattutto, che
fece pressioni in seno alla FIA capitalizzando una guerra politica che sancì
l’introduzione delle power unit ibride. Con relativo dominio cui tutt’ora assistiamo.
Un presidente illuminato che ha ceduto il testimone allo svedese Ola
Kaellenius
, primo manager non tedesco del gruppo.
 




IL NUOVO CHE AVANZA: OLA KAELLENIUS
 
E’ nell’ordine delle cose che un nuovo
n°1 porti idee peculiari pur continuando nella scia di un
predecessore il cui lavoro verrà ricordato non solo dalla Mercedes
ma anche da tutto il settore automobilistico tedesco, europeo e
mondiale. Quali siano le idee di Kaellenius a riguardo dell’attività
motoristico-sportiva della Stella non è dato sapere. Possiamo solo
fare delle congetture ed analizzare degli scenari in base alle
recenti notizie ufficiali diramate dagli addetti stampa di Stoccarda.
 
Il primo atto formale del cinquantenne
(l’undici giugno) di Vastervik, il cui mandato durerà un lustro, è
stato quello annunciare la prosecuzione dell’impegno della Mercedes
nella massima competizione automobilistica. Non una progetto sine
die, bensì un impegno che, per ora, ha una scadenza: 2025.
Ciò non
sta a significare che i vertici di Daimler AG abbiano già decretato
il ritiro delle Frecce d’Argento dalla F1, affatto. E’ solo una
naturale politica aziendale che calibra l’impegno sportivo – e
dunque finanziario – in base al contesto politico-motoristico che è  normalmente liquido, cangiante. Ma anche alla facoltà di continuare
ad imporsi o a competere in maniera serrata per le posizioni di
vertice. Non pare plausibile, infatti, pensare ad una Mercedes intesa come
mero sparring partner di team che si portano a casa la posta in palio
in maniera reiterata. 



A Stoccarda sono parecchio ambiziosi. E svegli.
Perchè hanno capito che il successo sportivo, con i relativi
investimenti, rappresenta una sorta di moltiplicatore keynesiano per
le vendite
dei prodotti stradali. Essere in F1 per accontentarsi di
partecipare non era una prerogativa di Zetsche. Nè lo sarà di
Kaellenius che dovrà essere abile a capire come evolverà la F1 e,
in generale, il motorsport negli anni a venire.




UN TRITTICO DI SCENARI
 
Partiamo da un assunto: non diamo per
scontata la permanenza del team di Brackley in Formula Uno
. Non
possiamo però immaginare a una soluzione “on/off”,
“in/out”. La questione potrebbe essere più articolata. E
sono tre gli scenari che potrebbero realizzarsi in base al
verificarsi di determinate condizioni.




 
1. EFFETTO QUADRO NORMATIVO 2021





Tra
meno di due anni si aprirà una fase del tutto nuova per la Formula
Uno
. Vi sarà una rivoluzione regolamentare che, nello specifico, non
è ancora del tutto definita, soprattutto per quanto concerne la
standardizzazione di alcune parti della monoposto. Dopo la bocciatura
di una trasmissione comune a tutte le vetture, sono ancora in corso accese discussioni tra i team e i “padroni del vapore” di Liberty Media sull’uniformazione di
altre parti della monoposto. Nonché sull’utilizzo di alcune componenti comuni nei motori ibridi.



Certo è che le prossime auto avranno pochissimo a che spartire con quelle che siamo ormai
abituati a vedere: dall’aspetto futuristico, esteticamente
accattivanti, generalmente più semplici nei principi aerodinamici
che le ispireranno. L’intento della proprietà americana è quello di
limitare drasticamente l’importanza dell’aerodinamica superiore
favorendo quella inferiore. In soldoni, lo scopo è quello di
produrre auto quasi del tutto insensibili alle scie in
modo da consentire a due o più vetture di restare incollate in curva.
Espediente, questo, che dovrebbe una volta e per tutte favorire sorpassi, spettacolo e azione.
 
E’ naturale che una mutazione tecnica
così profonda potrebbe produrre l’ascesa di un nuovo gruppo
dominante
con tecnici più bravi ad intuire la soluzione vincente. Un
po’ come Ross Brawn e la sua equipe riuscirono a fare con il
diffusore dell’omonima vettura 2009 che ha fatto scuola, epoca, storia. Se
quei tecnici non fossero quelli della Stella la cosa potrebbe
rappresentare un problema per la permanenza dei tedeschi in F1.


Non è una questione di danaro a mio
parere. Se l’investimento, come successo negli anni dieci, frutta,
Mercedes inietterà altri capitali. Ovviamente compatibilmente con un
eventuale (in discussione) salary cap. A Stoccarda non temono di gettare
nel circolo milioni di euro freschi che comunque rappresentano cifre
irrisorie rispetto a fatturati mostruosi; ai dirigenti della Stella preme che la spesa sia fruttuosa in termini di risultati
E’
verosimile, dunque, che una Mercedes vincente anche dal 2021 possa essere stimolata a proseguire oltre la
fatidica soglia del 2025. Di converso, in uno scenario di fatica nel
raggiungere obiettivi soddisfacenti, potrebbe verificarsi la
circostanza analizzata al prossimo punto.


 


 


2. DISIMPEGNO
PARZIALE: FORNITORE POWER UNIT



 

 

 
Sarebbe a tutti gli effetti un
ritorno allo status quo ante Zetsche. Una Mercedes impegnata nello
sviluppo e nella fornitura di power unit a team clienti paganti come
succedeva negli anni della McLaren di Mika Hakkinen condotta alla
vittoria di due titoli prima che si instaurasse il dirompente dominio
del binomio Ferrari-Schumacher
. Una soluzione di comodo che
consentirebbe agli specialisti anglo-tedeschi di continuare lo sviluppo
delle unità ibride mantenendo il travaso tecnico sulle auto di
produzione. Soprattutto se si tiene conto che, a livello normativo,
la strada tracciata dall’Unione Europea (e non solo) è quella di un
progressivo affrancamento dai canonici carburanti. Ma ciò darebbe
concreti vantaggi? Ne dubito.

Da un punto di vista strettamente
logico questo sembra il sentiero meno percorribile. Una vettura
stradale, ormai, è un sistema integrato di tecnologie inscindibili
per cui un motore non è un’unita indipendente da un sistema frenante
piuttosto che da un impianto idraulico che sovraintende ad altre
funzioni di gestione della stessa automobile. In effetti non avrebbe
senso per un costruttore realizzare solo un motore e mutuarne le
caratteristiche adattandole alla produzione. Più coerente sarebbe,
come succede oggi, lo sviluppo di tutti i sistemi interconnessi e tra
loro interagenti di una monoposto col fine di trasferirne
funzionalità anche sulle auto che quotidianamente usiamo per
muoverci in città o in autostrada.
 
 


3. “FORMULA E” E
NUOVE FRONTIERE



 


 


Poi c’è una terza via. Per ora misteriosa e
imperscrutabile. Ed è quella che porta alla Formula E. Mercedes, pur
di entrare nella serie ideata dal patron Alejadro Agag, ha
abbandonato uno dei programmi che, negli anni, ha dato maggiori
soddisfazioni all’effigie della Stella: il DTM. Disimpegno molto
contestato in patria ma che ha un senso logico considerando la
direzione che la propulsione delle vetture stradali sta prendendo a
livello planetario. Una Formula E che, pur essendo nelle prestazioni
distante anni luce dalla F1, sta via via migliorando sia nelle
performance che nella durata delle batterie delle monoposto (vero
limite attuale).


 

Le gare delle categoria offrono sempre più
spettacolo e diventano via via più credibili sebbene i circuiti che
ospitano gli eventi sono ancora troppo “giocattolosi” per
essere considerati veri banchi di prova. Per il momento.

La serie, insomma, è in
rapida ascesa: più pubblico a seguirla, più “hype” a crearsi attorno
ai week end. Sempre più case automobilistiche coinvolte. Nella
quinta stagione (in corso) vi è un vero e proprio “parterre de roi”:
DS, BMW, Nissan, Jaguar, Audi. E, dal 2020, Mercedes che ha
presentato la sua creatura qualche mese fa. Imporsi su cotanta concorrenza dà più di uno stimolo. Per non parlare del tornaconto commerciale

 

 
Una categoria dinamica, per certi
versi affine al mondo videoludico che genera, come detto, sempre
maggior interesse. Quindi sponsor, ritorno d’immagine e relativa
voglia di investire
. Per ora l’impegno di Mercedes nella Formula E è
configurato come un binario parallelo a quello della F1: l’una non
esclude l’altra. Ma bisogna capire quale piega prenderà il giocattolo di Liberty Merdia,
soprattutto per ciò che concerne la volontà degli americani di
uniformare tecnicamente le vetture. Che potrebbe rappresentare un
disincentivo per chi ha voglia e velleità di innovare distinguendosi
dalla concorrenza



Ancora, una (attualmente) non prevedibile
incapacità di trionfare da parte delle Frecce d’Argento con le
regole 2021, come spiegavo al punto 1, potrebbe spingere i decisori a disimpegnarsi per
profondere energie progettuali e finanziarie in una serie
automobilistica che molti considerano essere quella del futuro e che, negli anni, potrebbe
assorbire parte degli utenti della F1. 









Delle scelte future,
naturalmente, non si ha certezza. Si sono fatte congetture, ho
postulato panorami verosimili, ma non v’è contezza di una possibile
smobilitazione
. Al momento è corretto dire che Mercedes non si è
ancora posta il problema per il post 2025. 

 

Una cosa è però
chiara: finché i tedeschi saranno in Formula Uno competeranno al
massimo delle loro possibilità. Sembrano difettare di concretezza quegli scenari che
raccontano di un “disarmo” tecnico e finanziario
progressivo dal 2021 in poi.

Mercedes, statene certi, uscirà,
qualora voglia davvero farlo, da trionfatrice. E non da semplice
comparsa. 
Autore: Diego Catalano – @diegocatalano77
Foto:
Daimler – dailmer.com
Mercedes-AMG F1 – @MercedesAMGF1
Mercedes-Benz EQ Formula E team – @MercedesEQFE

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