giovedì, Dicembre 19, 2024

Ferrari: L’indispensabile (?) Iñaki Rueda…

Nella Formula Uno moderna la strategia di gara risulta spesso fondamentale, arma molto efficace da sfoderare nei momenti giusti. Tante (forse troppe) sono le variabili capaci di determinare un Gran Premio, e solo chi ha veramente in pugno la situazione è capace di prendere decisioni rapide e risolutrici. È vero…a posteriori è sempre facile parlare, ma si suppone che al comando del team strategico di una squadra di Formula Uno sia collocato un individuo con indubbie capacità. Nessuno ha la sfera di cristallo, questo è chiaro ma, purtroppo, in una posizione del genere il margine di errore deve per forza essere molto limitato, per cercare di racimolare un vantaggio che a livello prestazionale, per varie ragioni, non si riesce a raggiungere.
 
Il problema sorge quando questa situazione diventa un’arma a doppio taglio, capace, oltre a non portare nessun vantaggio, di pregiudicare addirittura la circostanza peggiorando il risultato minimo. Molte volte, la condizione che si verifica è figlia di una tensione creatisi all’interno di un gruppo in evidente confusione. A mio avviso l’aggravante, in questa specifica situazione, risiede nella moltitudine di persone preposte alla decisione..o presunte tali. Si perché alla fine il responsabile è uno solo, il quale, dopo aver ascoltato differenti pareri (probabilmente contrastanti) mescolati a quelli perentori scaturiti dai freddi calcoli dei computer deve poi decidere, mettendo la propria firma sul fatto.
 
A margine di questa doverosa premessa, la mia riflessione prende corpo tirando in ballo la storica scuderia Ferrari, sotto accusa oramai da tempo per le diverse strategie quanto meno opinabili scaturite nelle ultime stagioni. Le scelte tragicomiche in materia strategica dopo la scomparsa di Sergio Machionne sono una chiara avvisaglia della situazione, a prescindere dalle solite dichiarazioni di facciata dell’entourage del team di Maranello. I problemi ci sono eccome…e purtroppo a tutt’oggi latitano le risposte.
 
Questa totale (o quasi) mancanza di organizzazione sfocia nelle insicurezze dimostrate al muretto box, capace di mandare in scena spettacoli inesorabilmente spietati per cronisti e tifosi. Non a caso ho utilizzato una descrizione “teatrale” per definire le gesta degli “artisti di Maranello”, sempre pronti a stupire con effetti speciali, autodefinendosi con il proprio perentorio atteggiamento sommario.
 
A capo dell’organizzazione, specializzata in una serie di azioni che dovrebbero allineare mete e obiettivi di un’organizzazione in modo consensuale, ecco l’intangibile spagnolo Iñaki Rueda. Una strategia dovrebbe essere, definendola nel suo concetto più intrinseco, un insieme di giochi mentali, capaci di regolare e coordinare varie “operazioni belliche” in vista dello scopo finale: la vittoria della guerra.
 
In Formula Uno, seppur disarmata, tale ostilità belligerante propone tutti i crismi della contesa, necessitante al ponte di comando di responsabilità icastica. Ponderando il nostro giudizio, il “sacro iberico” è il comandante appropriato?
 
Autore: Alessandro
Arcari@BerrageizF1
Foto: Ferrari

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