Il GP francese è finito da poco che è già tempo di pensare all’Austria.
Domenica prossima ritorneremo su un circuito vecchia scuola (sebbene sia stato modificato) e se è vera la regola del “tracciato vecchio uguale spettacolo” alla quale stiamo assistendo quest’anno, allora ci saranno tutti i presupposti per goderci uno spettacolo (si spera) più elettrico rispetto a quello francese.
Quando si parla di A1 Ring è inevitabile pensare al famoso ordine di scuderia imposto a Ruben Barrichello.
Correva l’anno 2002 e la Ferrari, con Michael Schumacher, dominava in lungo e in largo: qualsiasi circuito affrontassero erano i protagonisti assoluti. Anche in quel periodo la F1 era noiosa perchè il Kaiser lasciava solamente le briciole ai rivali, compreso il suo scudiero. Il quale, in quell’occasione, venne pesantemente umiliato.
Durante quell’edizione, il brasiliano fu costantemente più veloce del blasonato e scomodo compagno di scuderia. Tanto che allo spegnimento dei semafori Barrichello partiva dalla pole, confermandosi al comando anche alla prima curva. Nonostante il valzer dei pit stop e l’ingresso della safety car, il pilota carioca mantenne sempre saldamente la prima posizione. Chi dovette fare gli straordinari (se cosi si può dire) fu Michael, il quale, per agguantare la seconda piazza, dovette lottare, far ricorso alla sua esperienza, alla forza della sua monoposto e anche agli eventi che occorsero durante la gara.
Negli ultimi giri i piloti di Maranello avevano in pugno l’ennesima doppietta rossa con Ruben al comando e il campione tedesco alle sue spalle, quando all’improvviso arrivò come una doccia gelata l’ordine di scuderia che imponeva al brasiliano di cedere il passo al suo capitano.
Furono momenti molto concitati, tanto che Barrichello si fece sorpassare platealmente a pochi metri dal traguardo sotto una bandiera a scacchi che non sventolò mai per lui.
Purtroppo la querelle non si concluse li, visto che Michael sul podio scambiò la sua posizione con quella del compagno: un gesto di cavalleria che inasprì ancora di più non solo i tifosi.
Infatti la FIA ci andò giù duro, punendo la scuderia rossa con una sanzione pecuniaria di un milione di dollari per aver violato il protocollo della premiazione.
Una delle vittorie più amare della scuderia italiana, che verrà sempre ricordata per quel podio della discordia.
Il gesto di Michael, inevitabilmente, mi riporta a quello fatto da Lewis nei riguardi di Seb in Canada. Ovvio che sono situazioni completamente differenti, eppure, se me lo concedete, entrambi sono manifestazioni che nascondono un velo di ipocrisia.
Michael all’epoca non aveva bisogno di quel regalo, tanta era la sua superiorità e vantaggio in campionato. Allo stesso modo, Lewis, a mio modo di vedere, poteva risparmiarsi quel gesto, ossia far salire Seb. Visto che quel primo posto se l’era andato a procurare anche di mestiere!
La storia è un circolo che a volte può essere piacevole e altre volte vizioso.
Nel 2002 c’era la rossa di Schumy a vincere e a dominare, oggi c’è la freccia d’argento di Lewis…la F1 sarà sempre cosi.
Buon GP d’Austria.
Autore: Vito Quarata – @quaranta_vito
Foto: Ferrari