Vista la noia imperante e definitiva dell’ultimo Gran Premio transalpino, non ci resta che rigirare il coltello nella piaga Ferrari.
Spesso non sanno progettare una monoposto (due decenti in 8 anni). Se per ventura nasce bene non la sanno sviluppare e spesso pasticciano con gli assetti. In gara imbroccano una strategia con le stesse probabilità di vincere alle slot machine.
Mentre i competitor impacchettano tutto e vanno a riposare, i poveri meccanici in rosso si fanno il mazzo sino a tarda notte.
La SF90 è lo stato dell’arte della Ferrari degli ultimi dieci anni e rappresenta in pieno l’incapacità “made in Maranello”, il vorrei ma non posso, i titoli di cartone invernali e le botte prese regolarmente dal vincente di turno.
La Ferrari è la Cenerentola che non diventa mai principessa, lo sparring partner che tutti i team vorrebbero… perché comunque puoi scommetterci su che perderà. Soldi facili.
Quante volte li abbiamo sentiti dire, in Ferrari, compreso Binotto, di mancate correlazioni fra dati virtuali e dati sul campo? Di sviluppi portati che avrebbero stupito, recuperato decimi o secondi, che finalmente si era trovato il bandolo della matassa e via cantando. Quante volte alettoni, alettoncini, appendici, messi e tolti in fretta e furia.
E poi? E poi tutto torna fra le cianfrusaglie del retro box, dove quel pezzo nuovo non sai se lo useranno o meno, mentre le parole continueranno a promettere roboanti e clamorosi sviluppi. Domani, la prossima volta, il prossimo anno. E poi al prossimo cambio regolamentare.
La Ferrari sa fare solo il Motore. Pardon, la “Power Unit”. E, tra l’altro, è meno efficiente di quella Mercedes. Consuma di più.
E’ come se in Ferrari si vivesse una crisi involutiva, una sorta di limbo, una stasi metodologica e metastatica che ristagna dal 2008.
Quando insegui da una vita ti abitui quasi a perdere. Diventa strutturale.
E se hai difetti nel “DNA” della squadra non ci si deve meravigliare che, se la Pirelli cambia ogni anno le mescole, anche quando non ce ne sarebbe bisogno – lo spettacolo, che non c’è, su indirizzo FIA/LM – le poche certezze tecniche evaporino come neve al sole. E ci si ritrovi a cercare il misterioso eldorado della “finestra di utilizzo” delle “gomme in temperatura” e altre strane alchimie che allo sportivo non fanno venire altro che nausea o sonnolenza.
Purtroppo quando hai un sistema di lavoro che non funziona, perché questa è la Ferrari di Formula Uno, l’ultima cosa cui ti puoi appellare è il supposto favoritismo verso la Mercedes.
Mettiamo pure che sia vero, per me è più plausibile una sorta di sudditanza pro-Hamilton, ma credete davvero che questa Ferrari confusa, piccola, piccina, possa rappresentare un pericolo o un problema per quel gigante là? Solo se vogliamo comodi alibi. Quelli dei perdenti.
E se, e dico e se, a suo tempo la Ferrari, i suoi dirigenti, la sua parte politica, ha avallato prima il blocco dei test liberi e poi via via tutte le assurdità dei matti della FIA (c’è solo l’imbarazzo della scelta) e poi, ancora, questo regolamento da taxi ridicolo e balordo, sapendo che già era in ritardo (come non poteva non esserlo visto che si parlava di “ibrido”, cosa mai sentita prima in Ferrari), beh… allora è doppiamente colpevole.
Certo, ora non possiamo puntare il dito sulla nuova dirigenza.
Resta un grande dubbio: in Ferrari sono consci di questo stato di cose? E sono consci dello stato, ancora oggi, di forte divisione della Ges, nonostante Binotto, con uomini che per le loro battaglie interne pensano a tutto fuorché a “togliere il sorriso a quelli là”?
E se in Ferrari sanno tutto questo, perché continuano a voler farsi prendere in giro, con continue figuracce, dal Team dominante di turno?
Lascio a voi la risposta. Perché io me la sono data, e non è legata al blasone. E se la confidassi anche a voi, ammesso che sia vero ciò che penso a livello indiziario, vi rovinerei le restanti gare del Mondiale, se non l’idea stessa della Ferrari attuale e del suo approccio alla suprema essenza della velocità.
Anzi no. Ci pensa questa Ferrari piccina piccina, confusa e smarrita, da artigianato degli anni settanta, a farlo da sola. A dirvi cosa c’è dietro.
La Ferrari ha un record. Non ha mai saltato un Mondiale di Formula Uno sin dalla sua istituzione.
Lancio una modesta proposta, che potrà essere certamente provocatoria. Ma non così campata in aria. Uno o due anni sabbatici. Certo, farebbe scalpore, ma forse a Maranello si avrebbe finalmente il tempo per resettare tutto, per provare e riprovare e poi tornare. Nei fumetti, ogni tanto, con personaggi che sono sulla scena da 70-80 anni, arriva un numero zero. Si ricomincia, si riparte. Nel caso della Ferrari, aggiungiamoci anche un robusto innesto di tecnici stranieri. D’altronde gli anni di Michael videro una trasfusione dalla Benetton. Perché i nostri tecnici non ce la fanno. Forse questo dovrebbe fare il cavallino azzoppato. Se non lo fa, non si capisce il perché. Ma non può essere un motivo nobile questo continuo esporsi a scherno e umiliazioni.
Perché non è nobile prendere cazzotti ed umiliazioni continue: vedi in ordine di tempo la FIA che ti ridicolizza per il dopo Canada, perdendo stile e decoro, sfottendo. Perché sa che può farlo.
Non si vive di soli ricordi. Perché senza un presente dignitoso il passato diventa sempre più passato. E i ricordi evaporano.
E resta l’oblio. Rosso opaco.
Vettel e Leclerc. Voto: innocenti. Ormai lo ripeto alla sfinimento. L’ultimo problema della Ferrari sono i piloti.
Leclerc in azione. Voto: batticuore. Non sappiamo se sarebbe riuscito a prendere Bottas, ma ci ha fatto sperare. Ma la Ferrari di oggi è sempre quella. Le manca sempre un giro. In più o in meno.
Binotto. Voto: Mediocritas. Va bene, ci vorrà tempo, e ormai il Mondiale è andato. Possiamo dire di essere mediamente scontenti dell’operato del nuovo TP?
Hamilton. Voto: “Che noia, che barba, che noia”. Anche se non gliene possiamo certo fare una colpa.
Bottas. Voto: Puff. Si è già sgonfiato. Mi spiace per @FormulaHumor.
Ricciardo. Voto: adorabile. Sapeva che facendo il suo mestiere, cioè un pilota, rischiava di essere sanzionato dai folli censori FIA. Ma lo ha fatto lo stesso. I segnali servono. Eccome se servono.
McLaren. Voto: sta rinascendo? Lo spero, come lo dovrebbe sperare ogni amante della Formula Uno.
Kimi. Voto: Inossidabile.
Pagliacciata post Canada FIA vs Ferrari. Voto: appunto, una pagliacciata, per entrambe le parti in causa.
Si ringraziano come sempre @FormulaHumor e la pagina FB “Le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni”.
Mariano Froldi – @MarianoFroldi
…io non sò se stiamo ancora all' interno del "Pagellone Semi-serio"; stà di fatto che condivido pienamente ogni singola parola…
dalle pagliacciate della FIA alla situazione tragicomica della Scuderia Ferrari.
Binotto è una gran brava persona; probabilmente è un ottimo Direttore Tecnico, ma, le sue dichiarazioni ante e post gara mi fanno scendere il latte alle ginocchia.
ormai l' unico (mio!)piacere post gare è l' attesa per il Pagellone Semiserio e per la rubrica "The last car is on the grid"…(SIETE GRANDI!)
Valerio