venerdì, Novembre 22, 2024

Pirelli 0.4mm: non si cambia…

Durante i primi otto round del mondiale 2019 gli pneumatici Pirelli hanno rubato la scena, visto la difficile gestione che diversi team hanno sofferto durante diversi fine settimana. Molte squadre infatti si sono lamentate a più riprese della difficoltà nel centrare la giusta finestra di utilizzo, incapaci pertanto di “spremere” a pieno tutto il potenziale delle coperture e godere della competitività completa della propria monoposto.

Facendo un piccolo passo indietro è doveroso ricordare come nel 2018 il fornitore unico italiano mise in produzione dei compound differenti, spinto da alcuni problemi diBlistering con i quali diversi team ebbero a che fare durante i test invernali. In realtà la costruzione delle gomme non cambiò affatto limitandosi alla sola riduzione del battistrada di 0.4mm, utilizzando queste mescole unicamente in SpagnaFrancia edInghilterra, circuiti dove il rifacimento dell’asfalto lasciava presagire un’alta probabilità diBlistering.

Giudicando il cambio in essere legato a temi strettamente riguardanti la sicurezza delle vetture in pista, Pirelli valutò del tutto innecessaria l’approvazione maggioritaria dei team (70%), assumendo il provvedimento in maniera autonoma. I compound durante le tre prove del mondiale 2018 sopracitate ebbero un comportamento perfetto,evitando qualsivoglia traccia di Blistering garantendo la medesima competitività in pista. Per questa semplice ragione i tecnici della Pirelli decisero di mettere in produzione per la stagione 2019 lo stesso concetto di gomma, con il battistrada ribassato di 0.4m capace di diminuire le temperature di utilizzo di 10°, evitando quindi l’eccessivo ed innecessario pericolo surriscaldamento.

Tornando al presente è piuttosto facile intuire i differenti “mal di pancia” di chi, nonostante abbia goduto delle stesse tempistiche per testare i nuovi compuond, tuttavia non sia stato capace di “capirne” appieno il funzionamento. Queste lacune, da imputare ad un lavoro evidentemente insufficiente svolto dalle scuderie durante i test di Abu Dhabi 2018 e Barcellona 2019, hanno spinto ad un incontro tra FIAPirelli e le scuderie per discutere formalmente di un possibile passo indietro. In effetti tra le ipotesi paventate era presente la quantomeno discutibile idea di tornare ad utilizzare le mescole 2018, visto che secondo alcuni team era del tutto innecessario introdurre questo nuovo battistrada per motivi di sicurezza, essendo facilmente risolvibile effettuando con una sosta extra per cambiare gli pneumatici.

L’incontro si è appena concluso con una prevedibile fumata nera. Per effettuare la marcia indietro alle specifiche del 2018 si necessitava dell’approvazione di sette squadre su dieci, ma secondo le nostre informazioni raccolte in loco ben cinque squadre hanno votato contro il cambio in corsa tra le quali Renault. Per le insoddisfatte FerrariRed Bull,Toro RossoHaas e Sauber quindi non resta altro che rimboccarsi le maniche, per cercare di massimizzare le loro vetture alle gomme Pirelli.

A margine di quanto successo i fatti trovano approvazione nei miei pensieri, giudicando errato per il Motorsport un cambio in corsa a metà stagione, come peraltro già avvenne durante il 2013 creando una situazione in pista sfalsata. Analizzando i fatti resta comunque inspiegabile l’atteggiamento delle squadre contrarie al provvedimento preso, visto che già durante la passata stagione erano contrarie al cambio in essere per i tre round del mondiale. Evidentemente l’incapacità di esprimersi al riguardo durante l’inverno, ponendo un eventuale veto alle nuove specifiche, affonda le proprie radici nell’incertezza del giudicare positiva o meno la modifica agli pneumatici.

Autore: Alessandro Arcari – @BerrageizF1

Foto: AMuS

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2 Commenti

  1. Questa formula uno è sempre più squallida. Oggi, come nel passato più o meno recente, anziché rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, si preferisce porre al bando (o cambiare le regole in corsa, proprio come i pneumatici). Accadde con le sospensioni attive, con i diversi posizionamenti (e mappature motore…) degli scarichi, con i freni, etc… Lavorare (magari cambiando i regolamenti per farlo più in pista e meno ai costosissimi simulatori) sarebbe più logico e produttivo, oltre che sportivo…

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