Lo scorso Gran Premio
disputatosi nel principato di Monaco,
ha visto per la sesta volta consecutiva un pilota Mercedes salire sul gradino più alto del podio. Ma con una novità:
tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas si è insinuato un Sebastian Vettel attento e determinato,
sempre pronto a dare il suo appoggio alla squadra soprattutto nei momenti più
critici.
disputatosi nel principato di Monaco,
ha visto per la sesta volta consecutiva un pilota Mercedes salire sul gradino più alto del podio. Ma con una novità:
tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas si è insinuato un Sebastian Vettel attento e determinato,
sempre pronto a dare il suo appoggio alla squadra soprattutto nei momenti più
critici.
Un assolo, quello della casa anglo-tedesca, che durava sin da inizio stagione, tanto da collezionare cinque doppiette consecutive. Roba da record; un qualcosa che la prima guida di Maranello è riuscito a spezzare pur partendo dalla quarta piazzola dello schieramento. Con calma ed attenzione, approfittando di ciò che avveniva davanti a sé, il pilota di Heppenheim è stato abile ad ottimizzare al meglio una gara che non lo vedeva di certo tra i favoriti. Arrivato al momento delle qualifiche con una vettura ricostruita in due ore a causa di un incidente in FP3 alla San Devote, il pilota in tuta rossa ha dovuto affrontare Q1 e Q2 oltre il limite, per sopperire alle carenze di una SF90 in gran sofferenza sul tracciato monegasco.
Durante la Q3,
dopo aver chiesto e ottenuto molte correzioni per la vettura per trovare la
condizione per essere all’altezza delle due Mercedes, Sebastian è
addirittura arrivato a chiedere perdono al suo ingegnere di pista per le
continue richieste. Scuse che solo un pilota dell’umiltà dell’ex Red Bull poteva essere in grado di
esprimere in un momento del genere, quando agitazione e pressione la fanno da
padrone. Quello che il tedesco è riuscito a ottenere a fine qualifiche è stato
un quarto posto lontano dalle prestazioni delle due W10, accolto comunque come buon piazzamento.
dopo aver chiesto e ottenuto molte correzioni per la vettura per trovare la
condizione per essere all’altezza delle due Mercedes, Sebastian è
addirittura arrivato a chiedere perdono al suo ingegnere di pista per le
continue richieste. Scuse che solo un pilota dell’umiltà dell’ex Red Bull poteva essere in grado di
esprimere in un momento del genere, quando agitazione e pressione la fanno da
padrone. Quello che il tedesco è riuscito a ottenere a fine qualifiche è stato
un quarto posto lontano dalle prestazioni delle due W10, accolto comunque come buon piazzamento.
Al termine della sessione davanti ai microfoni quando gli è
stato chiesto se si sentiva tradito dal proprio team, il quattro volte campione
del mondo non ha dovuto riflettere molto sulla risposta. Con decisione ha
sottolineato che non c’era alcun motivo per sentirsi tradito, ma che al
contrario era la squadra stessa a poter sentirsi delusa dopo l’incidente,
costringendo i meccanici ad una riparazione in tempi record. Mai una parola
fuori posto, né un dito puntato verso i propri uomini, neanche nei momenti più
difficili. Vettel è stato in grado di apprezzare tutto il lavoro svolto dalla
squadra, trasmettendo loro sicurezza e voglia di credere ad un mondiale
altrimenti dato per spacciato.
stato chiesto se si sentiva tradito dal proprio team, il quattro volte campione
del mondo non ha dovuto riflettere molto sulla risposta. Con decisione ha
sottolineato che non c’era alcun motivo per sentirsi tradito, ma che al
contrario era la squadra stessa a poter sentirsi delusa dopo l’incidente,
costringendo i meccanici ad una riparazione in tempi record. Mai una parola
fuori posto, né un dito puntato verso i propri uomini, neanche nei momenti più
difficili. Vettel è stato in grado di apprezzare tutto il lavoro svolto dalla
squadra, trasmettendo loro sicurezza e voglia di credere ad un mondiale
altrimenti dato per spacciato.
Un comportamento da leader
che fa tornare alla mente quello del connazionale Michael Schumacher. Un legame verso i propri uomini rimarcato da
quel “Forza Ferrari” che pronuncia a fine gara. Frase che conferma la
sua voglia di lottare fino in fondo e che il popolo ferrarista si augura non
smetta mai di ascoltare.
che fa tornare alla mente quello del connazionale Michael Schumacher. Un legame verso i propri uomini rimarcato da
quel “Forza Ferrari” che pronuncia a fine gara. Frase che conferma la
sua voglia di lottare fino in fondo e che il popolo ferrarista si augura non
smetta mai di ascoltare.
Fiducia che Sebastian
Vettel non cessa di rinnovare ai suoi uomini. Come se quel Cavallino lo avesse cucito al petto. In
fondo è vero che per vincere ci vuole un gran mezzo ed un ottimo pilota, ma se
a questa ricetta già ben saporita si aggiunge attaccamento e passione per la
propria scuderia, eventuali trionfi assumono un tutt’altro sapore per i tifosi.
Vettel non cessa di rinnovare ai suoi uomini. Come se quel Cavallino lo avesse cucito al petto. In
fondo è vero che per vincere ci vuole un gran mezzo ed un ottimo pilota, ma se
a questa ricetta già ben saporita si aggiunge attaccamento e passione per la
propria scuderia, eventuali trionfi assumono un tutt’altro sapore per i tifosi.
Autore: Andrea
Saberogi – @Racearrow
Saberogi – @Racearrow
Foto: Stefano Arcari
– Andrea Lorenzina
– Andrea Lorenzina