giovedì, Dicembre 19, 2024

Leclerc a un soffio, vittoria per Max

Cambiare tutto per non cambiare nulla. Forse non è più questo il pericolo dietro l’angolo per la F1 del 2020, e direi anche della seconda metà di questo campionato. Anzi quello che più farebbe felici i fans sarebbe “non cambiare niente perché cambi tutto”. Mi spiego meglio. Il gioco ipotetico degli incastri di mercato, rumors o no nel paddock se ne è parlato diffusamente, prevederebbe a cascata un rimescolamento dei big nei top team, si è parlato per esempio sin da venerdì di Sebastian Vettel, uno che tra l’altro si ‘rappresenta’ benissimo da solo, più nell’hospitality Red Bull che in Ferrari. Al tempo stesso un Dr. Marko apparso pensieroso su una forzatura da parte di Max (anzi Jos) di passare al Box Mercedes, Hamilton permettendo, sfruttando nelle carte una clausola legata ai risultati, cosa presente in tutti i top driver agreement. Insomma a incontrarsi, oltre al piacere di stare tra vecchi amici insieme vincenti, ci si fa un favore a vicenda. 
 
La vittoria di Red Bull Honda – sul come è clamorosamente arrivata ne parlerà l’analisi tecnica- scaccia via in un attimo tante parole dette e non dette. Se davvero proviamo ad immaginare -non dico da Silverstone perché è piuttosto improbabile -nel breve periodo una proiezione ‘in grande’  di quello che abbiamo visto in Austria, avremmo davvero di che divertirci. La F1 al suo meglio sempre che, dettaglio non trascurabile, si decida entro la dead line di ottobre tracciata dalla FIA di snellire il più possibile la dinamica dei regolamenti sportivi e tecnici. Oggi siamo in un contesto molto chiaro di sovra-regolamentazione, dove è diventato complicato persino decidere su una manovra come quella di Verstappen contro una seppur grande difesa di Leclerc. 
Decisione talmente sofferta, magari controversa, che è arrivata alle 19.48 dopo aver sentito piloti e team visionando telemetria, immagini a circuito chiuso e un satellite Nasa. Difficile anche perché in casa Red Bull, del resto non è un caso che il patron Mateschitz che abbiamo incontrato dopo il podio, a scanso di equivoci e per mettere pressione, si sia affrettato a farsi vedere nei festeggiamenti come un capo popolo di fronte ad una marea orange che davvero mi ha  impressionato. Personalmente però non sono totalmente contrario a  questa sentenza, anzi aggiungerei persino che nonostante l’ovvia e grandissima delusione patita neanche Charles lo sia poi più di tanto. 
 
Si può discutere sulla solita disparità, sul fatto che non si sia utilizzato lo stesso ‘tatto’ pure in Canada. Ma se guardo solo la manovra di ieri, credo che Max alla seconda occasione sia entrato prendendosi nettamente l’uscita e non c’era molto altro da fare. Charles merita un doppio applauso lo stesso perché ha messo in difficoltà i commissari con la sua lecita resistenza. Allungando e restando side by side il massimo fino al contatto. Il monegasco in realtà mi è sembrato più deluso perché davvero a 3/4 di gara la sentiva sua, magari preoccupato dell’affidabilità penando al problema di Vettel nella Q3 e soprattutto memore di Sakhir. 
Escluse dal gioco le W10, non si aspettava certo una Red Bull Honda di Verstappen così, letteralmente volare sulle Hard. Da giovane maestro si è difeso alla grande alla prima mossa di Max lanciando una messaggio forte e chiaro: “Ehi, qui non mi passi a modo tuo”. Arriverà il suo momento e, anche per queste piccole ma costruttive delusioni, sarà ancora più bello. Come il suo gesto che mi è capitato di vedere, nonostante il morale a caldo suggerisse ben altro, di volersi fermare lo stesso  e con dolcezza parlare con dei piccoli fans un po’ timorosi in attesa dopo il debriefing. 
 
 Honda 1 – Ferrari 0 
 
Che Red Bull è stata quella dell’olandese rispetto a tutte le altre? Nascosta dalla pessima partenza poco a poco esce una grande vettura, con il motore Honda spremuto come se non ci fosse un domani artefice di una parte importante nel trionfo. Infatti dobbiamo considerare i consumi più contenuti rispetto alla Ferrari di Charles, peraltro costretto a risparmiare per diversi giri rivelatisi a conti fatti cruciali. 
 
Mercedes non va 
 
Il team di Brackley si è visto bene, ha optato per la grande serenità di fare punti avendo capito già dal venerdì che in Austria proprio non era aria. Probabilmente tenendo giù qualche cavallo motore per non essere in pericolo, visto le tremende temperature bollenti di questo lungo fine settimana.  
 
 
Scambiando una battuta con Toto Wolff dopo averlo visto parlare con un Hamilton un po’ scarico a fine gara, non mi è sembrato sorpreso della poca brillantezza della W10, come anticipato da @Smilextech era necessario evidentemente non rischiare una brutta sorpresa.  Gli ho chiesto -in italiano- se fosse stata una gara troppo complicata rispetto ai loro standard, e lui con simpatia e un pizzico di malizia alludendo al mio dialetto – Ferrari risponde: “Si, un po’ anche per voi alla fine…”. 
 
Battute a parte abbiamo visto una Mercedes che si scopre non perfetta, anche per loro, strano ma vero, c’è da lavorare su qualcosa.
 
Autore: Giuliano Duchessa  @GiulyDuchessa
Foto: Stefano Arcari

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