La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno in una torrida estate sgombra da nuvole: Alexander Albon promosso in Red Bull con contestuale arretramento di Pierre Gasly in Toro Rosso. Uno scarno comunicato stampa anticipa una decisione che i vertici del team anglo-austriaco avevano già preso in ottica 2020.
A pesare sulla scelta sono intervenuti due fattori. Il primo, chiaramente, è relativo ad una stagione ampiamente insufficiente del n° 10 in forza alla Red Bull. Un Gasly letteralmente annichilito dalla forza prorompete di Max Verstappen che non ha lasciato nemmeno le briciole al francese. Una decisione probabilmente sin troppo procrastinata conoscendo il modus operandi di Helmut Marko che, ancora una volta, conferma la sua fama di “mangiapiloti”. Ne scrivevo ieri di un Gasly nell’occhio del ciclone. E la tempesta si è verificata. Addirittura in anticipo.
Dall’altro lato, a convincere l’establishment dei “bibitari”, sono arrivate le prestazioni convincenti di Alexander Albon che ha sagacemente tenuto testa ad un volpone scafato quale è Daniil Kvyat che, qualche anno fa, aveva subito lo stesso declassamento che Pierre si troverà ad affrontare dal Gran Premio del Belgio.
La duplice sfida è appassionante perchè vederemo se il ventitreenne di Rouen è in grado di rilanciarsi e di mantenere almeno il sedile della Toro Rosso nella prossima stagione per non sparire del tutto dai radar della Formula Uno. Dall’altro lato sarà interessante osservare come il giovane thailandese affronterà l’impatto col fenomeno Verstappen: ne sarà schiacciato o si conquisterà un posto al sole? In Belgio avremo le prime risposte. Un nuovo argomento d’interesse in un Gran Premio ricco di fascino e di storia.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: Red Bull