La Formula 1 è andata in vacanza e questo momento di pausa rappresenta il periodo ideale per trarre alcuni giudizi su questa stagione 2019. Questo articolo verrà diviso in 3 parti in quanto, nella prima fase, tratteremo principalmente i 3 top team (Mercedes, Ferrari e Red Bull), nella seconda le scuderie di centro classifica (Mclaren, Renault, Haas e Alfa Romeo Racing) e infine quelli di bassa classifica (Toro Rosso, Racing Point e Williams). E’ innegabile che, almeno in queste prime 12 gare, il mondiale sia stato dominato dalla Mercedes W10 che è riuscita a conquistare 8 pole position e 10 vittorie. Una Mercedes che, a differenza degli scorsi anni, è una vettura che è molto performante in gara e leggermente meno in qualifica anche perchè sta incontrando dei problemi nello sfruttamento a massima potenza della Power Unit che rende Hamilton e Bottas molto più vulnerabili sul giro singolo rispetto alla corsa vera e propria.
Nonostante questo, i numeri, dicono che, il vantaggio chilometrico nei confronti della Ferrari in qualifica è aumentato rispetto alle ultime due stagioni dove, la Rossa, almeno nella prima parte del mondiale li aveva messi molto in difficoltà.
Se andiamo ad analizzare il grafico in alto possiamo notare che, la linea di tendenza, è in salita e questo sta a significare che, Mercedes, sta, pian piano, perdendo il vantaggio che aveva su Ferrari ad inizio stagione. Questo fattore dimostra che il lavoro di sviluppo impostato a Maranello sta dado qualche frutto.
Un distacco che tende a diminuire in qualifica ma, in gara, la W10 continua ad avere un buon margine nei confronti della Ferrari specialmente su circuiti medio-lenti e su quelli dove il consumo di carburante è molto esoso perchè la Power Unit anglo-tedesca, seppur meno potente rispetto a quella italiana, conserva un vantaggio molto importante in termini di efficienza. Di questo abbiamo avuto una dimostrazione in Ungheria dove, Hamilton, ha potuto spingere full power dall’inizio alla fine della corsa mentre, Vettel e Leclerc, sono stati costretti a lunghi periodi di “lift and coast” per riuscire a raggiungere la bandiera a scacchi.
Se andiamo ad concentrarci sul vantaggio al chilometro di Mercedes nei confronti di Ferrari, possiamo notare dal grafico in basso, che il dato che emerge da questa stagione 2019, è che il vantaggio è aumentato rispetto al 2018 e al 2017. Tra quest’anno e la passata stagione l’incremento è stato di 0,045 s al chilometro che, riportato ad un tracciato di lunghezza di 5 km, equivale a circa 225 millesimi al giro.
Se ci concentriamo sul Team Ferrari valgono gli stessi numeri visti precedentemente ma letti all’opposto. Una Ferrari che, dopo i test di Barcellona, era vista da molti addetti ai lavori come la favorita per la conquista del titolo mondiale. E’ stato chiaramente un “granchio” clamoroso visto le prestazioni offerte dalla SF90 in queste prime 12 gare stagionali. Sicuramente non possiamo definire la SF90 come una vettura completamente sbagliata visto che, in alcuni circuiti, ha avuto grosse chance di vittoria e in qualifica sono state ottenute 3 pole position ( 2 Leclerc e 1 Vettel).
E’ innegabile, però, che la filosofia aerodinamica scelta dagli ingegneri non ti può garantire di lottare per il titolo mondiale visto che, la vettura, si adatta bene solo a determinati circuiti mentre, negli altri, soffre terribilmente.
Se facciamo una “fotografia” della stagione 2018 e la confrontiamo con la situazione attualmente emerge un dato molto interessante. Solo 1 anno fa, durante la pausa estiva, le prestazioni di Ferrari e Mercedes erano praticamente equivalenti visto che, il vantaggio degli anglo-tedeschi, era solo di 1 millesimo al chilometro.
Nel 2019, questo gap, è di ben 62 millesimi e il dato, piuttosto eloquente, dimostra che, in una sola stagione, il team di Maranello è riuscito a perdere ben 61 millesimi al chilometro nei confronti di Mercedes.
La terza forza in pista, anche quest’anno, è il team Red Bull che, nonostante a livello prestazionale sia dietro alla Ferrari, è riuscito ad ottenere due vittorie con Max Verstappen ed una pole position ottenuta proprio in Ungheria prima della pausa estiva.
Se andiamo ad osservare il distacco chilometrico possiamo notare che, la RB15, ha mantenuto un distacco dalla Mercedes similare a quello dello scorso anno. Sono solo 2 i millesimi di differenza tra i numeri post Gp di Ungheria confrontati a quelli dell’intera annata 2018. Se prendiamo in esame, invece, il post gp di Ungheria 2018 notiamo che la RB14 era più vicina prestazionalmente alla W09 di quanto ne sia la RB15 su la W10.
Se, invece, confrontiamo le prestazioni di Red Bull e Ferrari possiamo notare che tra i due team c’è stato un sensibile avvicinamento. Nel 2018 erano distanziati di 0,085 s al chilometro mentre in queste prime 12 gare il gap tra i due team è stato di “soli” 0,04 millesimi al chilometro.
Una Red Bull che dovrà continuare a spingere nello sviluppo della RB15 anche nella seconda parte della stagione per cercare di recuperare ulteriore gap nei confronti della Ferrari per cercare di diventare la seconda forza di questo mondiale 2019. Nel 2018 la seconda parte di stagione non è stata positiva e il team di Milton Keynes, insieme ai motoristi di Honda, dovrà cercare di ribaltare la tendenza vista nel 2018.
Autore: Cristiano Sponton – @spontonc