Finalmente la Formula Uno ritorna in pista, dopo 3 settimane di pausa, e lo fa nel fantastico circuito di Spa, in Belgio. Il tracciato, lungo quasi 7 chilometri, è uno dei più belli del mondiale, teatro di gare spesso spettacolari, anche per via del suo meteo pazzo e sempre che la F1 non si faccia prendere dalla sua “fobia” dell’acqua...
Infatti Spa è conosciuta anche per essere il regno della pioggia, che spesso e volentieri fa capolino tra gli alberi delle Ardenne. Anche se c’è da segnalare che (e questo è una sorta di record) sono ben 8 anni che non si vede un Gp del Belgio bagnato. Chissà se quest’anno sarà l’anno buono ma, paradossalmente, vedendo la Formula Uno e la sua “fobia” dell’acqua, ti viene di augurarti di non vedere più delle gare con la pioggia, nonostante esse siano, per loro stessa natura, spettacolari come abbiamo visto nello scorso Gp di Germania.
PROPRIO DA SPA EBBE INIZIO LA RIVOLUZIONE
Nel 1993 la Formula Uno ufficializzò l’utilizzo di una vettura di sicurezza (la Safety Car) per le situazioni di pericolo in pista, senza così interrompere la gara con la bandiera rossa (che resta per le situazioni estreme). Quel regolamento inoltre prevedeva che, in via del tutto eccezionale, le gare potevano partire anche in regime di Safety Car. E’ quello il passaggio che è destinato a sconvolgere per sempre il mondo della F1.
La prima SC ufficiale uscì in occasione del Gp del Brasile ’93 (ma ufficiosamente la prima in assoluto era stata usata nel Gp del Canada 1971, tra l’altro portando molta confusione in pista) per via di un acquazzone che allagò il rettilineo di partenza, con conseguenti uscite di pista alla prima curva, tra cui quella di Prost.
Ma è nel Gp del Belgio 1997 che si scrisse la storia: il cielo è completamente sereno, ma la pista è stata allagata da un precedente scroscio d’acqua. La direzione gara però non vuole rischiare e, invece della tradizione partenza da fermi, c’è una Mercedes stradale a capitanare il groppone: è la prima partenza in regime di SC nella storia della categoria più importante del Motorsport.
Fu fondamentale per il risultato finale della gara, dato che alcuni piloti, come Schumacher, decisero di partire con le Intermedie e assetto da asciutto, non perdendo nulla nei primi giri e scatenandosi a gara finalmente aperta, superando chi invece aveva gomme e assetto da bagnato. La cosa buffa (già allora la F1 aveva le sue incoerenze) è che l’anno successivo, sempre a Spa, in condizioni nettamente peggiori, fu dato il via regolare. Con la conseguenza di avere uno degli incidenti più grossi della storia della Formula Uno.
Finita qui? Ma anche no. Sempre a Spa,nel 2000,si è avuta la seconda partenza della storia in regime di SC, nonostante che anche in questo caso di fatto il tracciato era solo bagnato perché aveva smesso di piovere. Da qui in poi La Formula Uno e la fobia dell’acqua divenne sempre più alta:con il passare degli anni diventa sempre più una prassi la partenza dietro la vettura di sicurezza appena si intravede la pioggia,se essa aumenta lo step successivo è l’interruzione della corsa con la bandiera rossa.Il risultato è che le gare bagnate diventano sempre più delle infinite maratone (il record appartiene al Gp del Canada 2011 durato oltre 4 ore),le gomme Full Wet si mettono su solamente per seguire la Safety Car,facendo girare le vetture con il tentativo di far asciugare il più possibile la pista. Di fatto sul bagnato vero non si corre più.
E così arriviamo al patetico tentativo di asciugare la pista di Hockenheim, prima del via del Gp, con dei camion appositi, tentativo inutile visto che poi è tornato a piovere. La “fobia” dell’acqua non permette ai fan di godersi le gare bagnate, perché la Fia e i commissari credono che i migliori 20 piloti al mondo siano incapaci di partire e controllare le monoposto in condizioni estreme.
Certo che, se si permettesse ai team di adattare le loro monoposto a quelle condizioni, il lavoro per chi è al volante sarebbe più semplice. D’altronde, si fanno partire gare in regime di SC per motivi di sicurezza, ma poi costringi i piloti a correre con degli assetti da asciutto… nel diluvio. La Formula Uno e i suoi paradossi…
Autore: Mattia Maestri – @mattiamaestri46
Foto: F1 e Red Bull Racing