Le parole di Toto Wolff dopo il GP di Ungheria, hanno ufficializzato ciò che già si intuiva da tempo: una scelta imminente, e difficile, per il secondo sedile della scuderia di Brackley il prossimo anno, accanto ad Hamilton. Line up Mercedes 2020: Bottas o Ocon? Pro e contro. Proviamo, in un discorso che per forza dovrà essere coniugato al condizionale, ad analizzare ambo le possibilità.
Per Valtteri Bottas la stagione 2019 era iniziata nel migliore dei modi con la vittoria del primo GP del campionato, in Australia. Affermazione poi replicata 3 gare dopo a Baku; se guardiamo i suoi piazzamenti fin qui il finlandese, in 12 gare, è arrivato 5 volte secondo, 3 volte terzo, quarto in Canada;
La svolta negativa giunge in una settimana dolente, quella dal 28 luglio al 4 agosto, con il brutto errore in Germania che lo ha costretto al ritiro e l’ottavo posto in Ungheria, figlio della lotta serrata in partenza con Hamilton e il conseguente contatto con Leclerc. 7 giorni che hanno avuto il potere di cambiare volto alla sua annata: senza quell’errore ad Hockenheim, avrebbe recuperato classifica su un Hamilton alla sua prestazione peggiore fuori dalla zona punti, portandosi a 22 di distacco, invece ora, dopo l’Hungaroring, sono 62 le lunghezze che li separano.
Un momento tremendamente complicato per Valtteri che sta soffrendo – l’ha dichiarato lui stesso nell’ultima settimana – l’incertezza contrattuale: un punto interrogativo pesante che non lo fa correre sereno, portandolo a prendersi più rischi, come si è visto nell’ultima partenza. Un peccato davvero, perché Bottas aveva anche un piglio differente rispetto all’anno scorso. Apparendo più sicuro di se stesso, con una grande motivazione a reggere il ritmo del compagno, sempre pronto ad insidiarlo: voleva allontanarsi da situazioni di classifica che avrebbero sancito nettamente, come lo scorso anno, il dover sacrificare più gare a suo favore. Lo dimostrano anche i numeri in qualifica: 4 pole position, pari a Lewis.
Quali i pro e contro di Bottas alla guida della prossima monoposto Mercedes?
A suo favore c’è di certo la continuità che in un team è spesso fondamentale: i ruoli sono definiti, i comportamenti in caso di vicinanza pure, nel senso che sono cose che si sono già vissute e si sa quale atteggiamento aspettarsi; l’esperienza va a ruota, 131 corse disputate nella massima serie dal 2013 non sono poca roba (così come essere alfiere Mercedes dal 2017): significa avere grande familiarità con ogni aspetto della stagione, incluso lo sviluppo vettura e in gara e qualifica poter contare su una autoconsapevolezza capace di orientare positivamente le reazioni nel ventaglio di episodi e situazioni possibili.
Il rapporto con Lewis Hamilton, che pare gradirebbe la sua riconferma, credo sia un pro fondamentale a suo favore: Valtteri non ha mai mancato di rispetto al compagno, nonostante confronti a volte serrati in pista, e pare esserci un buon equilibrio caratteriale fra i due, con uno molto appariscente anche al di fuori delle corse e l’altro, viceversa, riservato che non gli ruba mediaticamente la scena e nemmeno pare desideroso di farlo, aspetti sportivi a parte, ovviamente.
I contro della riconferma per il finlandese: nelle ultime due gare disporre di una Mercedes non è stato abbastanza per tenersi fuori dai guai. Questa flessione di tenuta prestazionale e forse mentale, nel momento in cui si decide il suo futuro, potrebbe inchiodarlo all’immagine di pilota altalenante, non in grado di mantenere il medesimo livello per tutta la stagione. Poi c’è l’età: 30 anni che, per forza di cose, segna una carriera con meno futuro che passato: è l’altra faccia dell’esperienza, quando non la si capitalizza fino in fondo con risultati da campione.
Veniamo ora a Esteban Ocon, attualmente terzo pilota Racing Point e Mercedes, una carriera sotto il segno della casa di Stoccarda che investe da anni su di lui, facendone il giovane di punta del suo programma dedicato. Campione GP3 2015 (ai danni del nostro Luca Ghiotto), nel 2016 è terzo pilota F1 Renault, a cui è stato “prestato” dalla scuderia tedesca, e inizia a correre nel DTM con Mercedes, ma lascia la categoria per debuttare in F1, ingaggiato dalla Manor in sostituzione di Haryanto dal GP del Belgio. Nel 2017 e 2018 correrà per la Force India a fianco di Sergio Perez, con cui i rapporti in pista saranno tutt’altro che distesi: diversi sono stati i contatti fra i due in gara e con relative tensioni successive.
Esteban dimostrerà comunque una solidità notevole, zero timori reverenziali, una grande fame sportiva e una velocità di primo livello. A 23 anni ancora da compiere, il pilota francese, nonostante il 2019 di stop dalle competizioni, ha già disputato 50 GP in F1 con 136 punti ottenuti.
Perché Wolff dovrebbe farne il suo secondo pilota? L’età: giovane ma con esperienza e, sopratutto, titolare di un futuro anagrafico che lo porterebbe ad essere un investimento negli anni per Mercedes, come Red Bull sta facendo con Verstappen e Ferrari con Leclerc. La voglia di arrivare: Ocon scalpita, da sempre molto sicuro di se stesso, di certo porterebbe al team una spinta in più a livello motivazionale che, per chi vince da tanto, è fondamentale al mantenere alta la tensione e il focus sugli obiettivi.
Quali aspetti invece non sorridono al francese? Paradossalmente gli stessi: l’età potrebbe essere anche un limite perché, in caso di performance negative, ne brucerebbe la carriera; il desiderio di affermarsi lo porterebbe ad essere meno lucido, dovendo mettere in conto errori e conseguenti meno punti per la squadra, durante il percorso di crescita (e anche qui ciò visto con Verstappen e Leclerc).
Da notare poi la non facile gestione del rapporto con il compagno Perez in passato: certo, seppur con tutto il rispetto per un veterano come il messicano, Sergio non è Hamilton, ma siamo sicuri che Esteban saprebbe sempre restare al suo posto, almeno durante l’apprendistato in un top team? Oppure, viceversa, il confronto con un gigante, lo potrebbe schiacciare, non avendo mai guidato per un team di vertice?
Tirando le somme, mi perdonerete, spero, il paragone cinico e poco umano, è come scegliere fra l’usato sicuro e il nuovo: le incognite ci sono in ambo i casi, la variante sta nella proporzione del rapporto di valore tra continuità e rischio, stabilità e novità., certezze e punti di domanda. Sembra cosa da poco, ma quando la scelta deve avvenire in un contesto così complesso come sono gli equilibri di un top team in F1, bisogna valutare ogni minimo aspetto. Se c’è una persona in grado di farlo, uno che ha dimostrato, risultati alla mano, di saper gestire in modo eccellente una squadra, quello è proprio Toto Wolff e siamo certi non sbaglierà nemmeno stavolta. Lo dimostra anche la sua dichiarazione, in questo caso anche in veste da manager (ricordiamo che lo è sia di Valtteri che di Esteban) di questi ultimi giorni, in cui assicura che Mercedes “Si prenderà cura” di chi dei due resterà senza sedile, che la scelta non sarà determinata dal risultato del finlandese in Ungheria e che, se fosse Bottas a rimetterci il sedile, gli garantirebbe “Un atterraggio morbido, perché lui se lo merita”.
Mercedes 2020: Bottas o Ocon? Pro e contro che Toto Wolff starà valutando in questa pausa estiva fatta di riflessioni e ragionamenti.
Autore: Elisa Rubertelli – @Nerys_
Foto: Mercedes AMG F1, Esteban Ocon, Valtteri Bottas