giovedì, Novembre 21, 2024

Un’era nera per la rossa

Un’era nera per la Rossa, quella iniziata nel duemilaquattordici e ben lontana dalla conclusione. Un periodo che ha avuto origine dopo l’introduzione dei motori turbo ibridi. E’ ormai evidente che la squadra di Maranello si è fatta trovare impreparata. Una Ferrari ”schiacciata” da una Mercedes che sta monopolizzando questi ultimi sei anni. Gli uomini di Brackley sono stati più abili nel capire le nuove regole e nello sviluppare una monoposto pressoché perfetta, tanto che, nel corso di questi anni, sono sembrati non perdere mai un colpo. 

Un team inglese che durante questo periodo ha fatto ”man bassa” di titoli piloti e costruttori, non lasciando niente agli avversari. Forte del  proprio vantaggio, anche in questa stagione la squadra inglese si trova nuovamente ad occupare entrambe le vette delle classifiche. Un Hamilton in gran stato di forma, aiutato da una monoposto perfetta, stanno per mettere i sigilli anche su questa stagione.

Vettel si appresta a prender via al Gp di Gran Bretagna 2019

Un’era nera per la Rossa e per i piloti che con essa la stanno attraversando, a volte ”bersagliati” per gli insuccessi ed accusati di colpe che, probabilmente, spesso non hanno.

Michael Schumacher vincitore del Gp di Ungheria 2002 a bordo della sua Ferrari F2002

Nella memoria di molti tifosi, sono oramai lontani i tempi in cui, frequentemente, Michael Schumacher e la Rossa tagliavano il traguardo per primi ed erano protagonisti della domenica sportiva. Un periodo rigoglioso, quello del tedesco nato ad Hürth, sulla Ferrari, monopolizzato con sei titoli costruttori consecutivi. Quello del Kaiser fu un dominio fondato anche sul binomio FerrariBridgestone. Coperture che ”calzavano” a pennello sulla rossa al contrario delle odierne ed incomprese Pirelli, così amate, invece, dalla Mercedes.

La “combinazione italo tedesca”, dopo Schumacher si è ricreata nel duemila quindici con l’arrivo del quattro volte campione del mondo Vettel a prendere il posto di Alonso. Una vittoria dolce per i tifosi del Cavallino quella del 29 Marzo duemilaquindici, ottenuta dal pilota nato ad Heppenheim, in Malesia, dopo oltre un anno di digiuno. La prima dell’era turbo ibrida conquistata dalla rossa. ”Amaro in bocca” invece per quest’ultimi il 9 Giugno duemiladiciannove, per la negata vittoria in Canada a seguito dei cinque secondi di penalità rimediati da Vettel.

Titoli per due volte accarezzati dal tedesco nella sua avventura con il team italiano, ma che purtroppo non è riuscito ad afferrare. Un’era nera per la rossa e per i suoi tifosi che ogni weekend di gara popolando autodromi e sedendo davanti a televisori (nell’attesa di un successo) supportano il loro team .Tifosi estenuati dagli insuccessi ma che ogni anno sperano di riveder tornare il numero uno sulla monoposto di Maranello. Persone sparse in tutto il mondo sempre pronte a rinnovare la loro fiducia al loro team. Una scuderia che in se non racchiude solo una semplice squadra, ma anche un ‘’mito”.

Un sogno, quello rosso, che ogni pilota ha il desiderio di realizzare. Vincere a bordo di una Ferrari vuol dire lasciare il segno nella storia della Formula Uno e non essere scordati mai. Un’era nera, quella attuale, che in molti sperano, presto, veder cambiar colore. Magari ripartendo proprio dalla pista in cui, un anno fa, Sebastian conquistò la sua ultima vittoria.

Autore: Andrea Saberogi@racearrow

Foto: Scuderia Ferrari

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