Un gran premio di Singapore che nessuno si aspettava. Da un lato la Ferrari, arrembante, affamata, sorprendente. Dall’altro la Mercedes, spiazzata, irriconoscibile e, nonostante ciò, attendista.
I tedeschi hanno atteso talmente tanto a richiamare Hamilton ai box da compromettere seriamente la sua gara, tanto che Bottas l’ha raggiunto e avrebbe provato anche a superarlo.
Ma dai box hanno chiesto a Valtteri di non attaccare il leader del mondiale.
E’ vero, Hamilton gode di un vantaggio in classifica davvero enorme, che può fargli dormire sonni sereni, ma Mercedes con questa mossa salva quel che può salvare dal disastro del gran premio di Singapore, soprattutto perché non si sa mai cosa può accadere da qui a fine stagione, visti soprattutto gli enormi progressi messi in campo dalla Rossa. Quindi meglio far raccogliere il più possibile al pilota che guida il mondiale.
Bottas: “Abbiamo determinate regole. La macchina davanti ha la priorità con la strategia. Se l’avessi potuto sorpassare, l’avrei fatto, sarebbe stato facile, ma abbiamo delle regole e, in entrambi i casi, la prossima volta che sarò nella stessa situazione di oggi, qualsiasi decisione andrà bene. Sicuramente c’era la potenzialità di fare meglio oggi, ma penso che queste siano le regole. Sentivo di avere un buon passo ma bisogna averne uno grandioso per sorpassare le macchine che avevi davanti. Analizzeremo le cose, ma sarebbe potuta andare meglio”.
Insomma, il Bottas dei proclami di inizio stagione, il Bottas che, ancora a metà stagione, diceva di essere in lotta per il mondiale, il Bottas che era sicuro di battere Hamilton si è messo a cuccia, agli ordini del team e, con in tasca il contratto da poco rinnovato, ha assunto la solita condotta aziendalista di chi sa che, alla fine, gli conviene così: perché credo che Valtteri, in fondo in fondo, tra uscite di pista, distacchi sul passo gara imbarazzanti e improvvisi cali di rendimento, sa benissimo di non poter tener testa a Lewis nell’arco di un’intera stagione. Allora piuttosto che far “casino” col team, piuttosto che uscire con le ossa rotte da una vera battaglia col martello inglese, piuttosto che perdere un sedile ambitissimo, preferisce stare al suo posto, che in fondo non è poi così male, visto che di top team la Formula 1 non abbonda.
Autore: Mauro Mondiello – @mauro_mondiello
Foto: Mercedes, F1